Con gli Alti e Altri Orti Sociali l’agricoltura diventa a portata di tutti

Un forte messaggio di inclusione, con possibilità di relazione nei confronti delle persone maggiormente disagiate o emarginate nello svolgere attività sociale, cercando così di prevenire l’isolamento.Con queste grandi prospettive sono stati avviati gli “Alti e Altri Orti Sociali” a Gorizia, un progetto che vede uniti ben 12 attori del territorio, sotto la guida dell’Anffas Udine come capofila.Gli Orti Sociali sono portati a compimento, accanto alla realtà udinese, da Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – FISH del Friuli Venezia Giulia, Associazione Amici dei Traumatizzati Cranici, Diritto di Parola, Genitori Consapevoli – Associazione Famiglie di Disabili, GRASS – Gorizia Riscopre l’Agricoltura Sociale e Solidale, Associazione Nazionale delle Famiglie delle Persone con Minorazioni Visive di Udine e le sedi locali di ANFFAS, Associazione per gli Invalidi Civili e Cittadini Anziani e Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.Accanto a queste, il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Salute, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Comune di Gorizia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.Questi speciali Orti – collocati nell’ex fondo terriero delle suore Orsoline, in via Sant’Angela Merici, messo gratuitamente a disposizione da Ater Gorizia – sono stati appositamente pensati per le persone con disabilità motoria e altre forme di disabilità. Sono 35 i lotti orticoli comuni a disposizione e 3 le postazioni “alte”, delle speciali vasche di terreno che rendono la coltivazione accessibile anche alle persone con disabilità.Numerosi i vantaggi messi in campo da quest’esperienza, rivolta non solo ai disabili e alle persone anziane, ma aperte a tutta la cittadinanza: eliminazione fisica dell’ostacolo all’attività per le persone in carrozzina, con un forte messaggio di inclusione sociale teso al miglioramento della qualità della vita relazionale; favorire la conoscenza e la capacità di collaborazione reciproca di enti senza scopo di lucro nell’operare proficuamente in comune per raggiungere obiettivi collettivi condivisi; fornire esempio di agricoltura a basso impatto ambientale, con la possibilità dell’autoconsumo dei prodotti orticoli di qualità, a vantaggio e soddisfazione personale non solo dei coltivatori ma anche dei consumatori occasionali.”Un’iniziativa importante, che nasce per far star bene le persone. Un progetto che trae origine dalle norme legate al Terzo Settore e dallo straordinario patrimonio che costituiscono le realtà del volontariato, di cui questa Regione vanta numeri senza pari e dei quali siamo molto orgogliosi. Questo sistema è stato in grado di abbattere molti muri, e altri ancora ne abbatteremo insieme” il pensiero dell’assessore regionale alla Salute, Disabilità e Politiche sociali del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, intervenuto nel corso dell’inaugurazione.Tra i punti in programma, anche la creazione di una biblioteca con pubblicazioni a tema botanica, orticultura e agricoltura e un corso di formazione all’interno del quale verrà sperimentata la possibilità di affiancare a delle persone giovani, degli anziani esperti del settore, in modo da favorire non solo l’inclusione sociale ma anche forme di invecchiamento attivo.Infine un “sogno”, espresso dall’assessore comunale al Welfare Silvana Romano ad Ater Gorizia: quello di poter vedere recuperata anche la grande serra che si trova all’interno del terreno, così da poter garantire continuità delle coltivazioni anche durante il periodo invernale.