San Pier d’Isonzo: gli appunti per una e più storie

Chiesa parrocchiale e sala consiliare gremite, la mattina della vigilia del Patrono, il 28 giugno, per la presentazione dell’ultima fatica di don Giuseppe Franceschin, per tutti don Pino. “San Pier d’Isonzo, appunti per una e più storie”, questo il titolo del volume che il sacerdote, parroco dal 1971 al 1994 del paese bisiaco, ha voluto non solo realizzare ma anche donare all’intera comunità. Due i momenti che hanno caratterizzato la festa, segnata soprattutto dal festeggiare i sessant’anni di sacerdozio: dapprima la Santa Messa, concelebrata dall’attuale parroco, don Giorgio Longo, e dal predecessore, nonché attuale vicario, don Lucio Comellato, e poi la presentazione vera e propria.”Don Pino è parte della nostra comunità – ha esordito il sindaco, Claudio Bignolin – tanto che gli abbiamo anche conferito la cittadinanza onoraria. Il nostro è un grande grazie per quanto fatto”. Don Pino, tra l’altro, è stato anche il promotore del riordino dell’archivio parrocchiale e del grande patrimonio fotografico che, negli anni, è andato costituendosi. “Negli anni – ha raccontato don Pino – ho potuto raccogliere numerose testimonianze, tutte poi trascritte all’interno del libro, ma anche recuperare tante fotografie che sono state copiate e lasciate nell’archivio parrocchiale prima di essere restituite alle famiglie”. Il volume, che si compone di 21 capitoli, diciannove appendici “e numerose note”, contiene i nomi di coloro i quali hanno contribuito al mantenimento della memoria viva del paese. Dall’epoca romana, con vari studi non solo sulla viabilità ma in generale sul territorio come era costituito, fino ai giorni nostri, il volume si prefissa l’obiettivo non di essere un compendio di storia ma “di fornire appunti per poter proseguire lo studio del passato del paese”, ha raccontato don Pino di fronte a una gremita Sala del Consiglio comunale. “A parte l’alto medioevo, per il quale abbiamo pochissime informazioni, la nostra è una storia ricca di spunti”, ha ribadito il sacerdote che ha ripercorso le varie tappe della comunità, dalla precedente chiesa, distrutta nel 1490 da una piena dell’Isonzo, fino all’edificazione dell’attuale chiesa parrocchiale, dai problemi delle due Guerre mondiali arrivando al secondo dopoguerra, alle ricostruzioni e a un paese in continuo cambiamento. “Questo è un mio piccolo dono – ha concluso – che conclude il desiderio di completare l’opera sulla storia paesana che avevo iniziato, piano piano, quando ero ancora parroco”. Vari gli applausi spontanei al sacerdote che si è, poi, intrattenuto con i presenti per gli autografi di rito e un momento conviviale a suggellare la festa.