Fran Erjavec: naturalista e scrittore

Si lui disse il poeta Simon Gregorčič, che gli dedicò alcune poesie: “Fran Erjavec, naturalista e narratore, amava la natura e tutti gli esseri viventi, e l’amore era reciproco”.Fran Erjavec nacque al tempo dell’Impero asburgico nel 1834 a Poljane, un sobborgo di Ljubljana. Il padre era un impiegato comunale e avevano una casa con giardino. ’’In questo giardino mio padre piantava fiori, ma la mamma più pratica li sostituiva con le patate’’, ricorda Erjavec nella sua opera La rana (1855). “Ai bordi del giardino c’era una pozzanghera e tutto il giorno stavo vicino al mio ’’mare’’ e contemplavo gli animali che vivevano e soffrivano qui.” Subito dopo la morte del padre la madre si risposò e Fran è stato cresciuto dalla nonna. Approfondì il suo amore per la natura quando, da liceale, conobbe il naturalista autodidatta Ferdinand Schmidt. Trascorse le vacanze con lui e altri naturalisti viaggiando per la regione, alla ricerca di insetti rari e lumache nelle grotte e caverne. Terminati gli studi di chimica, divenne professore prima a Vienna, a Zagabria e poi a Gorizia nella Staatsgymnasium come esperto di scienze. Per scopi naturalistici ed etnografici viaggiò molto attraverso la Croazia ed il Carso. Sulla base di queste esperienze, scrisse studi scientifici di storia naturale. Fu apprezzato da tutti come un esperto, gli studenti lo ricordavano come un eccellente professore, un grande studioso e una brava persona.A Gorica era ben accolto e vi si stabilì definitivamente. Quando aveva qualche giorno libero, con lo zaino in spalla, partiva tra la gente sul Carso, nella Valle del Vipacco, sul Trnovski gozd, fino alle Alpi Giulie. Nel 1872 sposò la diciottenne Marija Ferfilova, una protetta del grossista goriziano Trippa. Lo storico letterario Anton Slodnjak disse all’inaugurazione del monumento di Erjavec sulla Erjavčeva cesta a Nova Gorica: “Erjavec è uno degli uomini più colti, laboriosi e nobili della nostra letteratura nel XIX.” Si può dire che abbia conservato per tutta la vita un cuore da bambino, perché sapeva meravigliarsi di tutto ciò che l’occhio scopriva e che la sua penna annotava. Tutti dovrebbero leggere i suoi racconti naturalistici come Žaba (la Rana) oppure Mravlja (la Formica) la sue prime due opere di storia naturale pubblicate, che subito hanno attirato l’attenzione anche come opere letterarie. I suoi diari di viaggio sono unici, in cui si interessa, oltre che alla flora e alla fauna, alle persone con i loro usi e costumi (Una notte sul Kum, Sulla terra del Carso, Tra la Sava e la Drava). Nei suoi taccuini Iz popotne torbe (Dalla borsa di viaggio) si scopre una grande quantità di materiale etnografico e letterario. Le opere di Erjavec furono una fonte importante per il famoso dizionario sloveno-tedesco di Pleteršnik (1894-95). Erjavec scrisse storie, favole, racconti, anche fumetti.Il suo racconto più conosciuto è Non è tutto oro ciò che luccica, che, insieme a Martin Krpan di Fran Levstik, è considerato una delle classiche storie slovene, che si leggono volentieri anche nei libri scolastici. Il messaggio dell’opera ha il suo valore per i giovani anche oggigiorno, poiché la storia fa capire che l’importante nella vita non è la ricerca del successo ’’facile’’, ma l’onestà e la diligenza. Tutti quelli che lo conoscevano, lo rispettavano e amavano. Furono colpiti dalla sua morte improvvisa il 13 gennaio 1887, non ancora cinquantatreenne. È sepolto al cimitero centrale di Gorizia, accanto al figlio morto tre anni prima.