La Società cormonese Austria compie i primi quindici anni

Quindici anni fa nasceva la Società Cormonese Austria. Anzi, a dirla giusta, rinasceva un’associazione che era sorta già nella seconda metà dell’Ottocento con scopi puramente ricreativi e che si era sciolta con la Prima guerra mondiale.  Oggi gli obiettivi dell’associazione, rinata su iniziativa di Giovanni Battista Panzera che da allora ne è il presidente, sono puntati sulla ricerca storica, sulla valorizzazione del territorio, ma anche sul rapporto internazionale.

Presidente, cosa significa per voi avere un progetto internazionale?L’associazione ha sempre curato i rapporti con l’Austria e con Vienna in particolare. In Austria conta oltre 100 soci, di cui 50 nella capitale. Non sono mancate iniziative organizzate in territorio austriaco. Quest’anno, per esempio, abbiamo organizzato una conferenza a Vienna incentrata in modo particolare su Nova Gorica-Gorizia 2025. Ma non c’ solo Vienna…

Cioè?A Bruxelles abbiamo organizzato una mostra sulla Prima guerra mondiale nel Collio-Brda, che ha girato poi mezza Europa da Vienna a Friesach e in Slovenia, nel castello di Casteldobra. E abbiamo collaborato con il museo di Mauthen Parlando di territorio e della sua storia, l’associazione ha puntato molto sulle mostreSì. È vero. In 15 anni ne abbiamo allestite 41 su varie tematiche, ma lo sforzo notevole sono state le 20 rassegne sulla Prima guerra mondiale, che hanno approfondito i vari aspetti del conflitto sui diversi fronti dove hanno combattuto i cormonesi ma anche i cittadini del Litorale, soldati che nel 1914 sono stati costretti a indossare la divisa austro-ungarica e centinaia sono morti in particolare in Galizia. E sono stati dimenticati.Negli ultimi otto anni, poi, abbiamo pubblicato quattro libri. I primi due sulla Prima guerra mondiale vissuta a casa nostra. Nel secondo di questi libri, Cormons-Brazzano 1917-18, abbiamo portato alla ribalta internazionale il cimitero militare di Brazzano. Grazie a questo libro i 151 soldati russi, i morti in prigionia e sepolti nel cimitero, dopo 101 anni, nel 2019, per la prima volta hanno ricevuto l’omaggio delle autorità russe. Mi lasci aggiungere una cosa: il cimitero di Brazzano non è il cimitero delle spie come superficialmente è stato definito anche da una trasmissione televisiva. È un cimitero dove sono sepolti soldati di varia nazionalità, tutti ricordati e onorati e verso i quali la popolazione di Brazzano ha sempre dimostrato rispetto.

Attualmente è in corso la mostra sul Duomo, con la quale toccate anche i temi religiosi…Il Duomo appartiene alla storia dell’intera comunità, credenti e no, ma noi nelle ricerche storiche abbiamo sempre tenuto presente gli aspetti religiosi e la devozione popolare. Lo scorso anno abbiamo allestito una mostra sugli ex voto del santuario di Rosa Mistica, ma anche di quelli delle chiese della Subida e della B.V. del Soccorso. Senza dimenticare il libro sulla storia dei Domenicani. E altro abbiamo in programma.

Ci può anticipare questi progetti?Proprio in base agli ex voto e a questa devozione popolare, abbiamo individuato due percorsi, due cammini votivi. I depliant sono già in tipografia per la stampa e saranno presentati alla fine dell’estate. Entro la fine dell’anno sono in programma due mostre: una con vecchie immagini sulla Festa dell’uva dai suoi albori ai giorni nostri e la seconda, in dicembre, sempre fotografica, su Cormons. Questa attività è resa possibile dai contributi del Comune e dalla Fondazione Cassa di Risparmio, che ci ha sempre supportato nelle nostre iniziative.

Quali sono i rapporti con le altre associazioni cormonesi? Siamo aperti alla collaborazione con tutti e la nostra sede museale è disponibile a ospitare iniziative di altri sodalizi. In questi giorni i soci hanno rinnovato il direttivo, che risulta composto da Giovanni Battista Panzera, Christine Casapicola, Orietta Altieri, Franco Femia, Emanuele Cucit e Gianluca Comar. Revisori dei conti sono Oscar Zorgniotti e Renato Keber.