“Quale sarà la loro storia?”

  i sono certi avvenimenti “speciali” che lasciano un segno, un’orma indelebile all’interno di una Comunità come quella di San Lorenzo Isontino la cui storia affonda le sue radici nell’antica Villa di San Lorenzo che, Luigi Zoffi in “Storie del mio paese”, ne fa apparire il nome per la prima volta nel 1083, riportato da un documento dell’Archivio di Stato di Vienna.”Più in là di questa data non si è in grado di risalire, per cui l’origine della località rimane avvolta nel buio” (cfr. Storie del mio paese). Questo accenno storico è doveroso per collocare San Lorenzo con le sue case e i primordi della “casa di Dio”. E noi vogliamo riferirci proprio a questa, alla nostra chiesa che il 10 agosto compie cento anni dalla ricostruzione dopo la prima guerra mondiale (1923-2023): un accadimento di fondamentale importanza storica e culturale che copre l’arco di un secolo.I nostri “Padri” che hanno contribuito ad edificarla con fatica e sacrificio, ora riposano nella pace dei giusti e, con le parole di Sant’Agostino d’Ippona, “non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo”. Ed è proprio da quell’ “ovunque” che continuano a riproporre la volontà di mettere Dio al centro della vita e considerare l’edificio a Lui dedicato come un luogo sacro, un baluardo sicuro in cui rifugiarsi nelle avversità, con un campanile che vigila sul paese con le sue quattro monofore a sesto ribassato.Il viandante che passa, va, si sofferma e, dal piazzale, con una visione d’insieme, fa propria l’immagine delle due costruzioni vicine, assemblate in un unico blocco e si chiede: “Quale sarà la loro storia?” Ed è a questa domanda che don Bruno Sandrin, con i due Consigli parrocchiali ed esperti sul campo, ha voluto rispondere con la realizzazione di un libro sulla chiesa, con fotografie dal cromatismo e inquadrature perfetti, che riprendono da diverse angolature le parti architettoniche, le “fessure” meno appariscenti che nascondono simbologie insuete, la statuaria, gli affreschi, gli arredi sacri (altari, fonte battesimale, tabernacolo, acquasantiere, candelabri, ambone…), patrimonio ineguagliabile che testimonia l’incrollabile fervore religioso di una gente che in esso si immedesima e ritrova le radici della propria fede.Fra tutti questi spicca la “croce astile”, lucidata a nuovo, che brilla in tutta la sua bellezza. Altrettanto splendida la raggera, con un raggio appena riparato, che riporta al centro IHS, le prime tre lettere greche maiuscole del nome di Gesù che San Bernardino da Siena, frate e grande omileta del XV secolo, ha amato talmente tanto da volerlo raffigurare in questo trigramma o Cristogramma di pace.Tutto questo, e molto altro, in un unico libro, a disposizione di tutti, mercoledì 9 agosto alle ore 20.30 dopo la presentazione a cura di Feliciano Medeot, in una cornice storica e sonora intitolata “Musica e Parole”. Interverranno la Coral di San Lurinz- don Nino Bearzot, Vanni Marega con “Un po’ di storia” e Bruno Razza con i lavori di “ieri e oggi”.Molto appropriata in questa domenica 31 luglio l’omelia di don Bruno Sandrin sulla “Sapienza”, intesa non solo come conoscenza assoluta, ma come uno stile di vita in armonia con la logica di Dio, i cui progetti devono essere messi al primo posto nella propria scala di valori, come hanno fatto i “Padri fondatori” della nostra chiesa.

Il 10 agosto, festa di San Lorenzo, saranno ricordati i 100 anni della ricostruzione della Chiesa, nella santa messa delle ore 18.00 preceduta dall’arcivescovo Monsignor Redaelli e animata dalla Coral-don Nino Bearzot con l’esecuzione, in anteprima, della “Messe Eucaristiche” di Gabriele Saro.