Una salvezza da raggiungere nella comunione e unità

Anche quest’anno le comunità della città si sono riunite presso in santuario della Beata Vergine Marcelliana per rinnovare quel voto fatto secoli fa, come impegno per il beneficio chiesto e ricevuto della scomparsa della peste, ma che negli anni si è trasformato poi in un momento di preghiera, di devozione, di richiesta di aiuto alla Madonna perché assista la nostra città, le famiglie, i sofferenti, i lavoratori e porti armonia, pace e unità nelle nostre comunità cristiane e fra tutti i cittadini. Per questo motivo molti sono stati i fedeli che hanno assistito alla santa messa, sia dentro che fuori dalla chiesa della Marcelliana, la sera dell’otto settembre, festa della Natività di Maria. Nell’omelia, il vescovo Carlo Redaelli, che ha concelebrato assieme al decano e a tutti i sacerdoti della città, ha ricordato che la salvezza riguarda ognuno di noi personalmente   perché ognuno è chiamato a realizzare il disegno di amore che Dio ha per ogni suo figlio.Ma siccome salvarsi è arrivare alla pienezza della comunione con Dio e tra di noi, essa è comunione, è unità; si va in paradiso per propria scelta ma non da soli! Ecco perché cercare la comunione e perseguire l’unità, non è solo una pia intenzione o uno slancio di buonismo, ma è la via per accogliere il dono della salvezza. E il documento del Concilio Vaticano II Lumen Gentium ce lo ricorda: “Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità”. E la strada concreta per lavorare a questa unità, è stata indicata da papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti” dove ci ricorda che la fraternità è più dell’uguaglianza e della convivenza, ma è un dono che proviene da Gesù, anzi dalla croce di Gesù. E riprendendo le parole del vangelo di Giovanni in cui Caifa, sommo sacerdote, profetizza che Gesù doveva morire per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi, Mons Redaelli ha detto; “Gesù salva gli uomini e li riunisce morendo in croce, perché la croce, mistero di amore, diventa la sorgente dell’amore che salva e che riunisce tutti nell’unica famiglia di Dio. Un amore che è perdono, riconciliazione, fiducia, speranza!”.Un’unità e una comunione sempre minacciata purtroppo all’interno delle nostre comunità da cose che sembrano banali, come ricorda papa Francesco, ma che sono invece deleterie, come il chiacchiericcio, la mormorazione, il pregiudizio; assieme a cose più gravi come la disunione tra i cristiani, uno scandalo che sembra aumentare anche a causa della guerra.Ma dopo aver richiamato tutti i fedeli a perseguire l’unità , il presule ha concluso con parole di speranza dicendo: “Non scoraggiamoci e con grande fiducia rivolgiamoci a Maria Vergine, madre della fraternità, che ha ricevuto sotto la Croce questa maternità universale e come ci ricorda ancora  l’enciclica “Fratelli tutti”, Ella vuole partorire con la potenza del Risorto, un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre società, dove risplendano la giustizia e la pace. La Chiesa è una casa con le porte aperte perché è madre e vogliamo, come Maria, essere una Chiesa che serve, che esce di casa, dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione”.Un appello che il vescovo Redaelli ha tramutato anche in augurio, perché per l’intercessione della Vergine Maria, tutto questo avvenga sia per la comunità cristiana di Monfalcone e sia per l’intera città.Al termine della Santa messa, si è snodata per le vie del rione di Panzano, la tradizionale processione con la statua della Madonna dentro una barca, come la raffigura un affresco all’interno della chiesa, attorniata da tutti i fedeli che l’hanno accompagnata con canti e preghiere, in segno di devozione e di fede.