Da 120 anni un popolo innamorato di Dio

L’Unitalsi, in questo 2023, ha compiuto i suoi primi 120 anni di vita in piena attività: un bel traguardo se si pensa alla crisi che ha investito molte associazioni e movimenti all’interno e fuori dalla Chiesa. Un’associazione che ha le proprie radici in un progetto di Dio che sempre scrive dritto sulle righe storte della vita degli uomini.Era infatti il 1903 quando un giovane romano, tale Giovan Battista Tommasi affetto da atrite deformante irreversibile, decide di prendere parte ad uno dei primi treni che dal giovane Regno d’Italia si dirigeva verso la Grotta di Massabielle, a Lourdes in Francia dove era apparsa l’Immacolata Concezione. Si narrava di miracoli inspiegabili avvenuti ai piedi della statua di Maria. Tommasi decise di salire in uno di quei vagoni ferroviari con una precisa determinazione: “O miracolo di guarigione o suicidio!”.Partì con una pistola tra gli effetti personali, ben nascosta; pistola che aveva con se quando fu portato ai piedi della Vergine. Non conosciamo l’intimo colloquio intercorso tra Giovan Battista e la “Bella Signora”. Sta di fatto che presa la pistola la consegnò al sacerdote  che gli stava accanto dicendo: “Ha vinto Lei!”. Qui nacque, per provvidenza di Dio, quel movimento che rapidamente, l’anno successivo il 1904, fu benedetto dal papa di allora Pio X.Oggi l’Unitalsi, che negli anni ha approfondito la comprensione di se stessa e del proprio carisma, è diffusa in quasi tutte le diocesi italiane e ha “copie conformi” in altri Paesi nel mondo. Specificamente essa è una “Associazione pubblica di fedeli” riconosciuta dalla Chiesa Cattolica e iscritta dallo Stato italiano nei registri degli “Enti Ecclesistici”. Fatto questo importante, anzi necessario per poter svolgere appieno la propria attività grazie soprattutto alla presenza di un vero esercito di volontari. Non fermiamoci, però, allo stereotipo che definisce l’Unitalsi l’agenzia di coloro che organizzano (bene o male!) i pellegrinaggi a Lourdes aiutando fisicamente i fratelli in difficoltà fisiche. L’Unitalsi è molto, ma molto di più: essa è “un popolo” è il “popolo unitalsiano” che si è innamorato di Maria, la Madre del Redentore e si impegna a favorire in primo luogo una spiritualità che ha le proprie radici in Maria che dice ai servi: “Fate quello che vi dirà!”. Nel primo articolo dello Statuto infatti è ricordato che il fine dell’unione è quello di incrementare la vita spirituale del singolo iscritto, ma anche di compiere, in sintonia con la Chiesa, l’opera di evangelizzazione e di apostolato “verso e con” i fratelli ammalati. Questo è principalmente il fine dell’Unitalsi al quale seguono, direi come supporto, l’organizzazione e lo sviluppo dei pellegrinaggi a Lourdes, a Loreto, a Fatima, in Terra Santa….-Importante, quindi, è alimentare il cuore dei nostri malati, dei barellieri, delle sorelle, dei sacerdoti che hanno aderito, come vocazione alla perfezione cristiana, all’unione. Questo diventa il fine principale di questa appartenenza, appartenenza che va rinnovata (come nel matrimonio e nel sacerdozio) ogni anno, anzi, ogni giorno. In uno degli articoli dello statuto si stabilisce una “gradualità” di appartenenza all’Unitalsi: si parla di Assistenti Ecclesiastici, di Ospitalieri effettivi, di Ospitalieri ausiliari, di Ospitalieri benefattori e financo di Ospitalieri aggregati specificando che tra essi trovano posto o giovani dai 15 ai 18 anni ancora da compiere. Mi va bene, anche se a mio avviso sarebbe una graduazione da rimodulare, ma mi pare manchi una categoria, quella dei barellieri, delle sorelle che non possono più sostenere la fatica di un viaggio ed un servizio attivo. Ho notato spesso la sofferenza della sorella o del barelliere che non hanno più le “forze fisiche” per lavorare, ma non vogliono essere dimessi dal “ruolo” di sorelle o barellieri: una volta aderito, aderito per sempre perché parliamo di vocazione. Mi sorge una domanda: “Esiste un “ruolo” un “posto” dove tutte queste persone – non più attive – possono trovare “posto” nell’Unitalsi?”. Si può rimanere, per vocazione barelliere, per vocazione sorella sempre con il cuore saldato a Maria e sempre in seno all’Unitalsi?