Gradisca d’Isonzo: bilancio positivo per il Festival del Teatro Sociale

Un percorso per confrontarsi attraverso l’arte del Teatro e scoprire nuove forme di incontro, partendo dalla più ampia e profonda esperienza teatrale coltivata in questi anni dal C.I.S.I. di Gradisca, con l’intento di ampliarla e valorizzarla. Al laboratorio hanno preso parte gli utenti/attori che partecipano ai gruppi teatrali già presenti da tempo nella struttura e gli operatori che li conducono. Un pubblico numeroso e attento ha sottolineato con calorosi applausi la splendida performance che ha armonizzato le diverse competenze e abilità messe in campo, offrendo uno spettacolo in cui si coglieva la passione e il divertimento dei protagonisti. Alla vivacità della serata ha contribuito anche la partecipazione della Banda Filarmonica Giuseppe Verdi di Ronchi, arricchita dalla presenza di alcuni ragazzi e ragazze del C.I.S.I., impegnati alle percussioni. Sabato il festival – con “Fabbrica Amleto” #azione3 – ha affrontato il tema del lavoro, altro motivo di criticità sociale. La perdita del lavoro o la difficoltà nel trovarlo sono condizioni complesse che possono mettere in crisi l’essere umano nel suo stare al mondo. Il lavoro infatti spesso identifica, dà un posto nella società, oltre che i mezzi per il sostentamento. I cinque protagonisti in scena hanno raccontato con intensità e drammaticità il problema che molti in questi tempi sono costretti ad affrontare. “Teatro vulnerabile – ha commentato l’assessore Francesca Colombi – si è concluso con una rappresentazione che ci ha fatto “fare i conti” con ciò che ci spaventa. Con ciò che manca. Con ciò che non nobilita. Dura. Difficile. Intensissima Fabbrica Amleto.”Il festival – realizzato dalle associazioni Fierascena e Artestudio – è stato curato da Riccardo Vannuccini ed Elisa Menon con l’assistenza alla regia di Carlotta Del Bianco e la direzione tecnica di Marco Fabris. Il Circolo don Brandl si è occupato del service audio e luci degli spettacoli.Nelle tre serate, gli interventi dell’assessore Francesca Colombi hanno rivelato la sua passione e il suo entusiasmo per il progetto. “Abbiamo puntato impegno e attenzione su tre diverse vulnerabilità, ne usciamo tutti più forti e coscienti, assieme”. Ha inoltre ringraziato Fierascena per l’alta qualità dei tre progetti, tutti i partecipanti ai laboratori, il pubblico che ogni sera ha riempito la Corte Marco d’Aviano.Ma l’attivita di Fierascena non si conclude qui. Prosegue ora, dal 6 al 14 luglio, presso il Centro Culturale Incontro della parrocchia di S. Rocco, a Gorizia, con un Laboratorio di Teatrio sociale al femminile -“Sorelle” – in collaborazione con la Fondazione don Giovanni Contavalle e con la Caritas di Gorizia e con il sostegno della Provincia di Gorizia. Il progetto è rivolto a donne italiane ed immigrate presenti in provincia e si propone “di farle incontrare fornendo loro uno strumento di dialogo universale quale l’Arte, e nello specifico il Teatro, che possa fare da amplificatore alla loro presenza reciproca e al loro modo di stare al mondo”.