L’origine della chiesa del Cristo della Subida

Sulla data a dire il vero ci sono delle discordanze pre’ Tite Falzari in “Le chiese di Cormons” indica la data del 1597, padre Giovanni Blasutic in “Memoriali cormonesi” parla del 1595. Entrambi concordano comunque sul 23 luglio. In quel giorno, secondo un documento che si trova nell’archivio parrocchiale, fu visto da parecchie persone emanare del sudore dal crocifisso che si trovava su un capitello. La tradizione dice che il crocifisso venne trovato da un contadino i cui buoi  si inginocchiarono dinanzi al crocifisso che si trovava  tra la siepe, al lato della strada. Saputa la cosa, i fedeli recuperarono il crocifisso e lo collocarono poco distante, sul posto dove ora sorge la chiesa.Torniamo alla giornata del 23 luglio e al documento conservato nell’archivio stilato molto probabilmente dal vicario don Mattia Cisilin: “…Furono osservate alcune goccie di sudore sanguigno sulla sacra immagine del Crocifisso della Subida. Ciò si ripeté e constatò per diversi giorni consecutivi e da molte persone. Lì 2 agosto successivo fu fatto sopra luogo un’esame regolare processo dall’arcidiacono Giovanni Maria Pannizzolo insieme coll’Eccmo dottor Gireno e suo cancelliere Don Comar”. Di quel sopralluogo venne redatto un verbale che fu inviato al patriarca di Aquileia che allora aveva sede a Udine.Come conseguenza di quell’evento venne deciso di togliere il crocifisso e di portarlo nella parrocchiale di Sant’Adalberto. Il trasferimento avvenne all’una di notte perché si temeva  l’opposizione del popolo. Ma fu probabilmente su istanza dei fedeli che si decise già in quei giorni che sul luogo dell’evento si costruisse una chiesa. “Il 23 agosto – si legge ancora nel documento – s’incominciò a cavar la fonda, et spianar il luogo della chiesa, et alli 26 a hore 19 inc.a fu messa la prima pietra”. Alla cerimonia erano presenti il vicario don Cisilin, il podestà Francesco Galusso, il nobile  Bernardino Del Mestri e con l’assistenza del muratore capo Francesco d’Importis. Le cronache di allora riportano che il giorno successivo da Udine venne a Cormòns con due stampelle e con una certa fatica un certo Leonardo fu Valent di Alesso e, dopo aver venerato il crocifisso, se ne tornò a casa lasciando sul posto le stampelle e sorreggendosi con un solo piccolo bastone. Non esiste alcun documento che comprovi la miracolosità dell’evento e non risulta agli atti interventi del patriarca. Resta il fatto che la costruzione della chiesa proseguì e venne completata grazie al denaro offerto dai nobili, dal Consiglio dei dodici e dall’intera comunità. Fu eletto anche un cappellano per officiarla e il primo fu p. Pietro Soldati da Cervignano, che nel 1606 ebbe come successore p. Leonardo Castellano di Cormòns. Il cappellano aveva l’incombenza di celebrare la Messa tutte le domeniche e per questo suo servizi godeva di un beneficio.Quella che osserviamo oggi con il suo bel pronao, non è probabilmente la stessa chiesa costruita alla fine del ’500. Infatti l’abside e lo stesso pronao vennero realizzati successivamente. L’attuale altare  è del 1705 ed è uno dei primi in marmo. In stile barocco veneziano è opera dello scultore Pasqualino Lazzarini.