Sotto le granate e fra le macerie
13 Agosto 2015
Durante la Sagra di San Rocco 2015 è stato presentato lo speciale dedicato alle cronache 1915 della Madri Orsoline, curato da Vanni Feresin ed edito dal Centro per la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco.Si presentano alcune pagine tratte dai mesi estivi del 1915, quando il conflitto stava diventando sempre più cruento.Il ricco patrimonio documentario conservato nell’Archivio storico delle M. M. Orsoline di Gorizia non lascia mai indifferente. Una parte fondamentale del fondo archivistico è dedicata alle cronache scritte fin dall’origine del convento (1672). Quelle inerenti il primo conflitto mondiale sono un strumento di eccezionale importanza per la ricostruzione storica di quel periodo che ha segnato in modo indelebile la fisionomia culturale, sociale e urbanistica della città.Le cronache sono vive e vivaci scritte dalla cronista o dalla madre superiora Cecilia Sablich, donna di preghiera, energica e decisa che seppe prendere con grande saggezza delle decisioni impegnative per salvare le sue consorelle e il convento.In quell’estate del 1915 non passava giorno che la città non fosse sotto attacco e lo testimoniano i dettagliatissimi racconti delle monache.
7 – 9 GiugnoBombardamento generale sui dintorni di Gorizia. Alle ore 9 ½ di sera gl’italiani cominciarono l’assalto colle grida: “Avanti Savoia! Abbasso l’Austria!” 300 canoni mandano il loro fuoco infernale sulle posizioni dei nostri. 1017 granate cadono sul monte S. Valentino.
12 GiugnoContinuano a cadere le granate sui monti di Gorizia.
25 GiugnoOggi mattina il nostro amministratore Sig. Luigi Sirca andò col carretto a Kronberg. Strada facendo lo ammonì una voce interna di far ritorno in città. Egli seguì la voce e fatto un pezzo di strada udì il rimbombo d’una granata che scoppiò appunto su quel posto, ove egli fece volta col cavallo. E gli sospirò e ad alta voce gridò: Gesù, Maria, salvatemi! E difatti, né lui, né il cavallo furono colpiti dalle palle che volarono sopra di loro in un nembo di polvere e terra.
29 GiugnoDurante la notte in un attacco al Monte Calvario cadde una bomba presso la dispensa della cucina, e perforando la rete della finestra, si fermò in un cantone della dispensa. Se ciò fosse successo durante il giorno avrebbe potuto ferire o anche uccedere qualcuna delle Sorelle cuoche. In ogni notte cadono pezzi di schrapnell nel cortile, nell’orto, sulla terrazza e di giorno li raccolgono le Suore e l’Educande e vi si divertono.
2 LuglioUna cinquantina di bombe cadde nei dintorni della nostra tenuta alla Bianca senza danneggiare la casa.
5 LuglioAlle 11 antim. cadde una granata del calibro di 15 cm. Sul nostro Convento. Il danno materiale non era rilevante, ma lo spavento era grande. M. Arcangela portava alcuni momenti prima il desinare per i sacerdoti; due minuti più tardi le avrebbero potuto portare la morte, l’Angelo custode la protesse mirabilmente. A ringraziamento di quest’insigne grazia, la Comunità religiosa tenne un’ora di adorazione presso il Santissimo.Gli attacchi del nemico si fanno sentire sempre più con sanguinosi combattimenti. La terra trema sotto i piedi i vetri delle finestre scricchiolano e le bombe volano per l’aria. Il rombo dei canoni viene senza interruzione dalle sponde dell’Isonzo fino a noi e non ci lascia in pace. Lo stesso avviene sui monti di Podgora, del Sabotino e del Calvario. I combattimenti di artiglieria si fanno sempre più forti e più vivaci.
15 LuglioContinua il bombardamento della città. Non passa giorno, che le granate italiane non facciano le loro temute visite ai disgraziati cittadini. Molti pezzi di schrapnell caddero sul Convento delle Rev.de Suore Scolastiche, per cui tutte le Suore, ad eccezione di quattro di loro, abbandonarono la Casa e partirono per Monaco, ove c’è la loro Casa Madre.
Non mancavano le continue partenze delle monache e delle educande vista la situazione precaria della città di Gorizia.
20 LuglioPartenza delle nostre ultime Educande, 12 di numero. Esse vanno con M. Mechtildis e Sr. Annunziata a Bischoflack. – E partono per Linz anche le Madri M. Pia, M. Clestina, M. Carmela, M. Johanna Oswald (nostra ospite del Conv. Di Lubiana) M. Agostina e Sor Francesca. Per Lubiana partirono: M. Rosalia, M. Liutgardis, M. Rosa, Sor. Matilde, Sor. Liduina, Sor. Maria, Sor. Sofia e Sor. Barbara.
21 LuglioPartenza di M. Pierina con 9 novizie per Bischoflack in compagnia di M. Giuseppina, M. Antonia, M. Eugenia, M. Eufemia, Sr. Eclecta, Sr. Aquina, Sr. Aurelia, Sor Marta, Sor Margherita, Sor. Notburga e Sor Elisabetta.
Il 24 luglio il convento subì il primo grande bombardamento: il nostro Convento subì quest’oggi la terribile catastrofe del bombardamento. Verso le 5 antim. l’artiglieria italiana prese di mira la nostra casa, sicché le prime due granate caddero a S. Lorenzo; la prima traforò il tetto della cantina, ove si trovarono riposte molte botti per il vino. La pressione dell’aria fu sì grande da sollevare da terra una botte della capacità di 12 ettol. e cacciarla fra i travi del tetto. Il nostro servo Andrea si trovò a 10 passi lontano da questo luogo disgraziato. Le altre granate ed i schrapnell erano tutti diretti sull’infermeria. Due ore durò il bombardamento. Uno sparo seguiva l’altro, un rotolare di sassi si vedeva sui tetti e nel cortile. Simile alla grandine cadevano dall’alto grossi pezzi di granate, di schrapnell, di sassi , di tegole e di palle.Il fumo e un asfissiante odore di zolfo penetravano in ogni luogo. Sembrava il finimondo. Con una celerità incredibile volavano attorno pezzi di granate, traforavano i muri, cadevano sui letti, rompevano i vetri delle finestre, aprivano porte chiuse a chiave, e alzandole sopra i cardini, le gettavano a terra.Nel Convento si trovavano allora ancora 27 religiose con a capo la R. M. Teresa Mirsky, Sottopriora. Tutte cercarono un nascondiglio sicuro nei sotterranei delle cantine. Anche le due Madri anziane, già da più anni nell’infermeria, furono portate laggiù: cioè M. Luigia d’anni 90 e M. Salesia d’anni 87.Tutte tremavano dallo spavento cercando un conforto nella preghiera. Anche l’ultima delle nostre Educande si trovava con loro. Intanto le granate cadevano come per caso qua e là, cagionando la più terribile devastazione.I più grandi tiri dei cannoni erano diretti però sul grande fabbricato della Infermeria, ove cagionarono i più grandi danni. A pianterreno distrussero le camere della stireria, facendo in pezzi la macchina da stirare e le tavole e seppellendo sotto le macerie la biancheria Imo piano: Presso il coro cadde il soffitto del IIdo piano e con esso vi caddero pure tre grandi armadi che si trovavano lassù nel corridoio presso le scale. Dalla pressione dell’aria furono infrante [Sic!] tutti i vetri delle finestre del Coro e della saletta e le porte gettate a terra.Nella cappella di San Giuseppe dell’Infermeria su sollevato il pavimento e le tavole fatte a pezzi. Per la finestra della IIda stanza a destra, nel IIdo piano, ove abitava M. Pierina, vi penetrò una granata, la quale, perforando il pavimento, cadde nella stanza della R. M. Provinciale nel Imo piano, ove esplose e conquassò le due celle dirimpetto e ne distrusse tutti i mobili.Uno schrapnell distrusse pure parte del pavimento del corridoio dell’Infermeria. Un’altra granata fracassò ogni cosa la stanza delle Novizie (IIdo piano) poi le sottostanti celle ove abitavano M. Johanna e M. Gabriella e poi ancora l’Infermeria dell’Educande. Anche il IIIzo piano soffrì grave danno, dacché anche qui le granate distrussero le camere, ove erano riposte le nostre coperte da letto e la cella ove abitava la Sor. Gerarda e fecero danno dappertutto. Anche la scuola esterna non ne fu risparmiata. Le imposte delle finestre furono fatte a pezzi e i vetri infranti. La stessa sorte ebbero le finestre del parlatorio grande e di quello di S. Gabriel. Si ritiene che la causa di questo bombardamento vi poteva essere il pozzo del cortile della scuola esterna, il quale osservato dagli aeroplani, a detta d’un militare, poteva sembrare a loro una batteria trincierata. Una granata cadendo, perforò la terrazzina di S. Marta e andò a finire, esplodendo, nella sottostante dispensa, ove conquassò il muro maestro. Dalla forte pressione dell’aria fu sollevato il pavimento terrazzo del lungo corridoio dell’entrata.
Nelle prime ore del 25 luglio giunse la Commissione Governativa per visitare il Convento danneggiato. Il danno ammonta a Cor. circa 80.000 – Oggi stesso la R. M. Teresa, Sottopriora, abbandonò con tutte le sue Consorelle il Convento.4 di loro andarono col R. P. Pussich a Bischoflack, 7 a Lubiana e 12 partirono colla R. M. Teresa per Tyrnau in Ungheria, accompagnate dal R. P. Zecchini d. C. d. G. Le due Madri Anziane, M. Luigia d’anni 90 e M. Salesa d’anni 87, furono condotte nell’ospedale delle Suore di Carità di Gorizia. A loro servizio fu destinata la nostra Sorella Ottilia. Arrivando le 4 profughe a Bischolflack, raccontarono che il Convento di Gorizia è stato evacuato dalle sue abitatrici, e che soltanto il Sig. Sirca, Economo nostro ne fa da custode. Allora M. Pierina e M. Mechtildis decisero di ritornare a Gorizia, e colla benedizione della Rev.da M. Priora Catterina Majhnic si misero in viaggio. Ma che? Arrivate il 28 corr. a Lubiana, fu loro negato il passaporto, e, come Dio volle esse ritornarono a Bischoflack.Allorquando la R. M. Priora , che stava già meglio di salute a Pressburgo, udì per mezzo di Mons. Faidutti e lo rilevò anche da una lettera dell’Arcivescovo che il danno cagionato al Convento, ammontava a Cor. 100.000, si risolse di andare a Tjrnau, ove si trovava da giorni la R. M. Teresa, Sottopriora con altre 12 Consorelle. Essa invitò la R. M. Angela, l’Economa, a portarsi con lei e colla R. M. Sottopriora a Pressburgo, ove si fermarono 2 giorni. – M. Angela resta a Pressburg.
14 AgostoMolte granate caddero anche quest’oggi sul Convento. Colte da grande spavento tanto M. Teresa Sottopriora che M. Rosa, dovettero partire da Gorizia.
27 SettembreContinuano le granate a cadere in città, facendo nuove rovine. Alcune di esse caddero pure presso l’edifizio del “Monte di pietà”, ove si trova una piccola statua della Vergine Addolorata. Una granata strappò alla medesima un braccio, e il velo che le copriva il capo, le si abbassò sulla faccia, quasi volesse coprire la mestizia dipintavi per le disgrazie avvenute. Ciò commosse tutti gli astanti. – Ogni qual volta che le granate nemiche volano per l’aria, la buona M. Priora si porta colle sue amate figlie nella piccola cucina presso il refettorio e là tutte recitano la coroncina “irresistibile” coll’aggiunta di altre preghiere. Si vive come in un piccolo paradiso nonostante il rombo dei cannoni, il cadere delle granate e lo scoppiare delle bombe”.
Queste alcune parti molto significative che danno solamente un’idea di ciò che soffrì la città e i suoi abitanti in quei tragici giorni di cento anni fa.
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