“Cominciamo, fratelli, a servire il Signore”

Carissimi, era da tempo nei miei pensieri, l’idea di offrire un cambio alla Comunità parrocchiale, anzi, dopo tanti anni è doveroso! Sono cosciente di aver “tirato” un po’ troppo, specialmente in questi ultimi 11 anni, dopo le mie ben note vicende di salute e ospedaliere, anche se devo dire che lo Staff dei collaboratori mi ha sempre sostenuto e, anzi, sollevato da tutte quelle incombenze burocratiche che oggi pesano quanto mai nella vita del sacerdote.E con tutta onestà, potevo fare di più, anche se con il fare va anche l’essere… ce lo ricorda Francesco d’Assisi che prima di morire disse ai suoi frati: “Cominciamo, fratelli, a servire il Signore”, come se non avesse fatto niente, perché ci dev’essere la coscienza della nostra povertà e nullità. È difficile, in questo momento, ricordare tutte le cose fatte insieme, le esperienze, le sorprese pastorali. A partire da tante persone particolarmente significative venute negli anni in mezzo a noi: don Benzi, Ernesto Olivero, mons. Riboldi, il parroco di Lampedusa don Stefano, e tanti vescovi amici tra cui il nostro arcivescovo titolare mons. Bacqué. Tanti altri contatti che ho avuto, non ho voluto tenerli privatamente per me, ma parteciparveli, perché credevo potessero aiutarci nel nostro cammino di fede: l’amicizia con persone della Chiesa di Molfetta, don Simone di Poggio Renatico… Altri eventi sono stati una grazia che non solo io ho toccato con mano: la riscoperta della bella e santa figura di don Coassini, al quale abbiamo dedicato una cappella in Oratorio; la visita delle insigni Reliquie di Sant’Antonio che ce l’hanno fatto riscoprire patrono di Gradisca, come è annotato negli antichi volumi delle Cronache e come è presente in ogni chiesa della città; la discesa storica dell’icona della Madonna del Lussari tra noi; quel Triduo di grazia che ci ha sfiancati, ma resi felici, in occasione della canonizzazione di San Giovanni Paolo II con la venerazione della sua Reliquia. E poi le opere realizzate con il concorso di tutti: santo Spirito, San Valeriano, la canonica del Duomo, l’Oratorio Coassini e, da ultimo, l’intervento non definitivo della Chiesa dell’Addolorata. Ma il valore vero non sta nelle opere materiali bensì nelle relazioni che siamo stati capaci di intessere. In particolare mi rimarranno preziose quelle con le coppie; con il gruppo Cana; con l’indimenticabile esperienza, partita gli inizi di questo lungo cammino pastorale, quella della Carovana, l’apertura del Gruppo Scout Gradisca 1°; l’Azione Cattolica; la nascita e crescita del Gruppo degli Scampanotadôrs e, ultimamente, quello della Fraternità “don Tonino Bello” e l’esperienza del Rinnovamento nello Spirito Santo. E poi le realtà corali parrocchiali, in primis il coro parrocchiale di un tempo con l’indimenticabile e caro maestro Vecchies; il grande gruppo di amici-coristi di Vanni da oltre vent’anni impegnati in un servizio che dura tutto l’anno (una famiglia!); il piccolo ma importante coro di san Valeriano e le altre realtà più piccole ma preziosissime, il maestro Fiorenzo con le sue cantore… Enza, Marco, Vanni con i Cantores Theresiani e altri organisti amici e corali amiche (di fuori parrocchia) che hanno garantito sempre celebrazioni curate, una liturgia viva e non meramente “letta”. In questo lungo cammino poi, voi lo sapete, ho avuto costante la presenza, e poi l’intercessione, del mio amatissimo arcivescovo padre Antonio Vitale Bommarco e quella immeritata di San Giovanni Paolo II, che sono stati e sono “una luce interiore” per me, e di riflesso -quanti me l’hanno costantemente detto! anche per molti altri… Devo confessarvi che dal 2009 un’altra presenza viva ho sentito forte che tanti “nodi pastorali” ha sciolto, quasi un parafulmine per la comunità come mi è stato profetizzato da un santo frate della Basilica di Padova: la presenza di Sant’Antonio che tanta devozione suscita. Tenetelo caro! Dimenticato per secoli nei “volumi polverosi” della nostra storia, ora brilla in mezzo a noi, in Duomo, con la sua Reliquia. Grazie ai diaconi: Renato e la sua famiglia, che con me hanno iniziato nel 1998 questo lungo cammino ed impegno; grazie a Franco venuto dalla Toscana nel 2004 al tempo della mia tribolazione e a Giorgio che dal 2009, come gli altri due offre il suo servizio diaconale alla nostra comunità. E poiché dietro ogni diacono, c’è però una moglie che condivide con lui l’avventura pastorale, il mio grazie sincero va alle loro mogli che li sostengono e li aiutano nel loro ministero.Grazie ai catechisti, per un impegno e servizio che si è dimostrato ogni anno più difficile e impegnativo, a motivo di questo mondo che cambia e che è cambiato profondamente in questi decenni. Tutti giovani genitori per i quali conciliare famiglia, lavoro e parrocchia, lo so, non è stato facile. Permettete che lo dica: dalle mail che mi arrivavano, lavoravano spesso fino a notte fonda! E così un pensiero riconoscente ai Capi ed Educatori delle nostre Associazioni per quella dedizione che è fatta di condivisione della strada, oltre gli orari, gli appuntamenti l’attività associativa; e da tre anni, specialmente, all’A.C. che ha ripreso il Grest estivo a servizio dei più piccoli. Non sono riuscito a star loro molto vicino per i tanti anni rimasto da solo in parrocchia, come sacerdote, ma soprattutto per il moltiplicarsi in questi ultimi tempi, dei problemi dentro le nostre famiglie che richiedevano presenza e tempo… e in un certo senso precedenza per questioni più pesanti e delicate che potete ben capire.Grazie alle persone che hanno svolto e svolgono, con amore e passione la cura delle nostre chiese: i sacrestani, i gruppi Marta, gli uomini, specialmente per il Duomo, che è una chiesa che tante volte, durante l’anno, dev’essere come si dice “svestita e vestita a festa”…  e per la sua storia è ricca di appuntamenti liturgici nel corso di tutto l’anno.Grazie agli storici segretari dell’Ufficio parrocchiale, una presenza costante che non conosce ferie e che tanto tempo hanno fatto risparmiare nella burocrazia ecclesiastica, nelle ricerche, sollevandomi da mille incombenze; ma anche nell’aprire la porta, nell’accoglienza di coloro che avevano bisogno di carte, appuntamenti, una parola e non solo. Grazie alle tante persone dei Consigli parrocchiali che si sono avvicendate in questi anni e tra queste a chi ha portato di più il peso, si è data generosamente e con passione… Grazie ai ragazzi scampanotadors che dal nulla, grazie ad Andrea, sono cresciuti e assieme a pochi altri appassionati hanno salvato questa bella tradizione, non solo a Gradisca, ma anche in gran parte dell’arcidiocesi e dell’Isontino… facendosi carico di rivitalizzare, organizzare, esserci sempre! Grazie ai volontari della Caritas (non solo quelli operanti al Centro Caritas parrocchiale) ma anche di quella realtà nascosta e diffusa sul territorio, tra le case… Grazie per quel servizio e impegno che si è dimostrato, ogni anno, più difficile e impegnativo, a motivo di questo mondo che cambia e che è cambiato: il loro impegno di carità è stato il timbro di credibilità della testimonianza di fede della comunità tutta: lo dice il Vangelo che ciò che resta è la carità!Un grazie alla Fondazione C.R.GO. che, fino all’ultimo, nella persona del suo Presidente dottor Chiozza, ha tenuto alla parrocchia di Gradisca e alle sue molteplici attività quasi fosse la sua parrocchia! Ma l’ultima riconoscenza va a tutte quelle persone semplici, che forse senza saperlo, sono state di grande aiuto morale: tantissime volte i bambini, i giovani e poi gli ammalati, i penitenti che sono una grazia particolare per i sacerdoti nell’esercizio del sacramento della Riconciliazione. Ma anche quelle persone che mi dicevano sempre che non vogliono apparire e che tanto hanno fatto concretamente per la parrocchia e per la mia persona. Diciassette anni sono una vita: come fare a dire “grazie” a sufficienza? Dimenticherò qualcuno, ma qualcuno che non ho menzionato resta nel cuore, davanti al Signore: sappiatelo che è presente, non è dimenticato. A te grazie Signore Gesù per la tua misericordia, che rafforza e rende salvifica anche quella, di cui ho bisogno, dalle persone che ho incontrato e non amato e servito abbastanza. Solo a Te Signore la lode e la gloria nei secoli dei secoli Amen.