Ruda: tre intense giornate per ricordare le opere di don Cesco Plet
30 Settembre 2015
Don Cesco amava ripetere sempre questa frase a tutti coloro che incontrava, in particolare ai giovani, alle sue “animis discusidis” come monito e messaggio concreto di vita. Non si può entrare in questo luogo senza guardare con simpatia questa foto; in essa c’è tutto quello che è stato don Cesco: uomo di fede, aperto al mondo, uomo del sorriso e della disponibilità verso gli altri, uomo dal parlare schietto con tutti, uomo della convivialità… La sua passione per la vita, il suo desiderio di superare le barriere tra le persone, il suo slancio missionario hanno formato, in trent’anni di presenza a Ruda, generazioni di bambini che sono poi diventati giovani, adulti e hanno formato nuove famiglie. Con questo spirito, la comunità parrocchiale di Ruda – e in particolare questi giovani “cresciuti” con lui – hanno deciso di ricordarlo, a un anno dalla scomparsa, con una serie di iniziative che sono culminate domenica ultima scorsa con le celebrazioni di ringraziamento per i doni ricevuti. L’organizzazione non è stata facile, sia per le difficoltà di mettere in contatto tante persone ormai lontane fisicamente da Ruda, sia per la carica emotiva legata al ricordo di don Cesco, che è coinciso anche con il ricordo dei momenti più significativi delle esperienze umane ed ecclesiali di ciascuno. Alla fine ha prevalso la voglia di ritrovarsi e di ripensare al proprio cammino di fede guidato dalle scelte illuminate di questo sacerdote, nella convinzione che, in questo momento così difficile e problematico per tutte le comunità cristiane, il suo esempio e la sua memoria potessero contribuire a mantenere desto nelle persone il desiderio e l’entusiasmo di “essere per gli altri”.I tre giorni dedicati al ricordo di don Cesco sono stati all’insegna della riflessione e della condivisione tra passato, presente e futuro. Giovedì 17 settembre è stata celebrata la S. Messa di suffragio presieduta da mons. Tuni, caro amico di don Cesco, e concelebrata da numerosi sacerdoti delle parrocchie vicine. Un ritratto particolare di don Cesco, uomo e sacerdote, è stato tracciato da don Sponton, parroco di Sagrado, ma originario di Ruda, che ha ripercorso i momenti significativi del suo rapporto personale con don Cesco. Sabato 19 invece, nel Ricreatorio don Lepre, in una sala affollata e particolarmente coinvolta, don Giordani, partendo da pochi tratti significativi della vita di don Cesco (la sofferenza dell’infanzia per la perdita della madre, la durissima esperienza della guerra, la stagione esaltante ma complessa del Vaticano II) dopo una lettura attenta e critica della realtà contemporanea, ha offerto spunti di riflessione e prospettive concrete di rivisitazione e di progettazione della propria vita personale e comunitaria attribuendo alla conoscenza di se stessi, della società e all’assunzione di responsabilità di fronte alle sfide educative, la chiave per la creazione di un mondo “nuovo”.La festa è culminata poi domenica 20 con la S. Messa di ringraziamento, animata dai canti e dalle preghiere del Gruppo Giovanile Parrocchiale e dalla comunità tutta, che si è ritrovata a ringraziare il Signore per i doni ricevuti nei trent’anni di presenza a Ruda di don Cesco. La chiesa gremita, il risuonare dei canti, l’intensità della preghiera hanno fatto dimenticare per un attimo che il “festeggiato” non fosse lì in carne ed ossa a celebrare la S. Messa… Certamente il suo spirito era lì sull’altare. Al termine della celebrazione l’assemblea si è trasferita nel ricreatorio per un’ immersione nel passato più remoto e in quello più recente, grazie alla proiezione di numerose fotografie, donate da tante persone, che ritraevano don Cesco nei momenti più significativi della sua esperienza pastorale a Ruda. La proiezione è stata accompagnata dalla lettura di una lettera aperta che “i suoi giovani” gli hanno dedicato per ringraziarlo di tutto ciò che ha rappresentato per la comunità di Ruda. Subito dopo Franco Brussa, a nome di tutti i parenti di don Cesco, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua vita sacerdotale e ha ringraziato la Comunità per le attestazioni di stima e gratitudine per il bene ricevuto.Infine si è svolta la parte più solenne della mattinata: l’intitolazione della sala grande del Ricreatorio a don Cesco. Dopo i discorsi “ufficiali” del sindaco di Ruda Palmina Mian, che ha lasciato una testimonianza toccante e personale del suo rapporto con don Cesco, e del parroco di Ruda don Piero Facchinetti, che ha ricordato il passato di scout di don Cesco (una volta scout, sempre scout!) i parenti, commossi, hanno scoperto la targa che ricorda don Cesco con l’appellativo forse a lui più congeniale: “parroco”.Alla fine, l’emozione così a lungo trattenuta, l’ansia che tutto si svolgesse secondo quanto stabilito, la tensione per la buona riuscita dell’iniziativa, si sono sciolte e si è dato inizio al banchetto conviviale, reso possibile grazie alla disponibilità di tante persone che, dietro le quinte, hanno preparato il pranzo. Don Cesco avrebbe gradito il buon vino servito a tavola, l’allegria dei convitati, il vociare dei (numerosi!) bambini…e coi suoi occhi vivaci avrà sbirciato da lassù la festa in suo onore! A tutti i partecipanti è stato lasciato in dono un libretto che raccoglie il suo testamento spirituale, i ricordi di chi l’ha conosciuto davvero da vicino e le testimonianze dei numerosi gruppi e associazioni di Ruda, che hanno condiviso con lui una parte importante della loro storia. Al termine di questi tre giorni intensi e bellissimi per la carica di speranza che hanno portato con sé, giunga il più sentito ringraziamento a quanti hanno partecipato e si sono adoperati in mille modi (regalando soprattutto il loro tempo) non per ricordare una persona defunta, ma per celebrare la vita e l’eredità che egli ha saputo lasciare alla sua comunità e per mantenere desto il suo spirito generoso e il suo ottimismo verso la vita.
Notizie Correlate