Si farà il processo agli assassini di Giulio Regeni

Quello che è successo fisicamente a Giulio Regeni è stato ampiamente letto dall’autopsia svolta in Italia: dalla tortura procurata da mani esperte fino all’assassinio. ’Tutto il male del mondo’ si è scaricato su di lui tra il 25 gennaio ed il 3 febbraio 2016 nella capitale egiziana. Toccherà ora al processo, che inizierà il prossimo 20 febbraio nel Tribunale di Roma, raggiungere la verità giudiziaria su chi ha voluto e realizzato questo assassinio.
Quattro agenti del Servizi Segreti egiziani, imputati dalla Procura della Repubblica di Roma, saranno processati per questo crimine. Loro e le istituzioni egiziane avevano fatto di tutto, dai depistaggi fino all’impedimento a ricevere la notifica della Procura, per ostacolare il corso delle indagini ed evitare di dover rispondere davanti ad un giudice.
La Corte costituzionale ha però riconosciuto che, di fronte a questi delitti e agli impedimenti posti da organi istituzionali egiziani alle corrette procedure per l’avvio del processo, la ricerca della verità e della giustizia possa continuare nell’aula del Tribunale anche in assenza degli imputati.
E così, lo scorso 4 dicembre il Gup di Roma ha deciso il rinvio a giudizio dei quattro agenti egiziani.
Quando il processo inizierà saranno passati otto anni dall’assassinio di Giulio Regeni, allora ventottenne ricercatore universitario.
Sono otto anni nei quali la tenacia dei genitori Paola Deffendi e Claudio Regeni, la preziosa assistenza dell’avvocato Alessandra Ballerini, l’accurato lavoro degli inquirenti della Procura di Roma, hanno avuto il convinto sostegno di moltissimi cittadini, ormai nominati come ’popolo giallo’, di diverse istituzioni pubbliche e della ’scorta mediatica’ del mondo dell’informazione. “Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata” è stato il commento dei genitori di Giulio per la decisione del Giudice per l’udienza preliminare che ha rinviato a giudizio gli imputati. Il processo non sarà un percorso facile.
La solidarietà e l’affetto, che hanno sostenuto in questi otto anni la semplice e tenace richiesta di verità da parte dei genitori, continueranno perché di questo ci sarà ancora bisogno.
Nell’aula del Tribunale si ricostruiranno fatti e analizzeranno documentazioni che peseranno sull’animo di chi vi assisterà. Nel difficile e sofferto percorso fatto in questi anni, i genitori di Giulio hanno sottolineato, con forte consapevolezza e senso civico, che la ricerca della verità sulla morte del loro figlio non è solo un fatto riguardante la loro famiglia. Il rispetto della dignità ed i diritti della persona, che sono stati tragicamente negati a Giulio Regeni, devono essere patrimonio di tutta la società. Difendendo l’immagine e la vita del figlio, i genitori indicano la necessità di una azione forte e convinta per la difesa dei diritti della persona che, anche in Egitto sono ancora oggi palesemente violati.
La famiglia di Giulio non si è chiusa nel dolore, ma ha fatto di questo un motivo di impegno a rinforzare nella nostra società l’attenzione per un sempre maggiore rispetto dei diritti della persona.
Anche per questo il ’popolo giallo’ continua ad essere al loro fianco.
Guido Baggi