Fare la differenza?

In questo tempo in cui ci sentiamo chiamati a “camminare insieme” come Popolo di Dio mi è venuta spontanea una domanda: noi facciamo la differenza?
Cioè siamo capaci di ascoltare, condividere, discernere?
O meglio, siamo aperti a camminare insieme, stringerci le mani, accogliere tutti, sederci ad un tavolo senza aver già scelto la via per l’obiettivo, lasciando così spazio alla fantasia e disponibilità di chi sta con noi?
Penso che se non ci poniamo costantemente queste domande rischiamo facilmente di “farci prendere” dall’attivismo, anche se dettato dalle più sincere motivazioni.
E quindi, come fare la differenza?
Sicuramente il valore della testimonianza personale, che molto spesso nel silenzio scava fondamenta, pone piccole pietre per creare spazi, inizia a posizionare mattoni.
E poi il passaggio dall’io al noi: e qui la strada si fa più tortuosa.
Se usciamo dai luoghi comuni delle frasi fatte, ci riconosciamo in difficoltà: quanto spesso è più semplice fare che coinvolgere, perché… la giustificazione la si trova… faccio io altrimenti non lo fa nessuno, se mai si comincia, intanto è fatto poi vediamo…
Ma se i discepoli di Emmaus, una volta riconosciuto il Signore, non fossero tornati indietro?
Forse fare la differenza è un passo diverso.
Fare Sinodo è una spinta in avanti se l’idea è condivisa, è una spinta a lasciare veramente una porta aperta ed educare al confronto, senza temere il contraddittorio.
Per questo il cammino sinodale oggi ci chiede, anche a livello locale, di imparare a discernere: imparare a prendere decisioni lasciandosi interrogare dal Signore con l’aiuto dello Spirito.
Un aiuto ci viene dato dagli Orientamenti metodologici per i discernimento nella “fase sapienziale”. Sono sei i criteri che si rifanno al Vangelo di Emmaus:
– lasciarsi interrogare dal Signore, per capire dove siamo e dove vogliamo andare;
– ascoltare le scritture, che si compiono nella Pasqua del Signore;
– mantenere l’atteggiamento itinerante, per mettersi in cammino con tutti i fratelli e le sorelle;
– creare sempre un cammino di accoglienza e di ospitalità, perché nessuno si senta escluso;
– celebrare con gioia, solennità e semplicità il mistero eucaristico, fonte e culmine della vita della Chiesa;
– tenere fermo l’orizzonte della missione, vincendo il ripiegamento, nel confronto costante con i pastori.

L’obiettivo della fase sapienziale consiste nel realizzare il “discernimento ecclesiale”, cioè nell’approfondire quanto ascoltato e sperimentato nella fase narrativa e nell’elaborare scelte concrete da presentare poi nella fase profetica e decisionale, in vista della conversione sinodale e missionaria della Chiesa.
Questo processo di discernimento si realizza approfondendo ciò che lo Spirito oggi dice alla Chiesa locale e contribuendo così anche al discernimento di tutte le Chiese in Italia, in vista di decisioni che saranno prese nel Cammino sinodale a livello nazionale.
Il discernimento pastorale entra così in una realtà che non è fatta di solo bianco e nero ma in una “concretezza delle varie gradazioni di grigio”: si discerne, ovvero si formula un giudizio o si sceglie un determinato comportamento, ma lo si fa imparando a sentire in noi lo Spirito.
Ecco, forse è questa la differenza.
Maria Luisa Giusti, Componente équipe sinodale diocesana


Consiglio diocesano al lavoro sui macrotemi

Il Sinodo della Chiesa procede nel suo percorso e anche noi siamo chiamati a contribuire, anche nelle nostre realtà, per il cammino della Chiesa italiana e universale. Infatti molti dei punti che sono stati richiamati nell’Assemblea diocesana di ottobre erano stati evidenziati anche dalle sintesi dei due anni della fase “di ascolto”.
Il percorso nazionale ci invita a proseguire il discernimento e ci indica 5 macro temi su cui lavorare.
1) la missione secondo lo stile di prossimità
2) il linguaggio e la comunicazione
3) la formazione alla fede e alla vita
4) la sinodalità e la corresponsabilità
5) il cambiamento delle strutture
Sarà il Consiglio Pastorale diocesano a impegnarsi – a nome della diocesi – in questo cammino.

Per i membri del Consiglio Pastorale diocesano
Sarà inviato a tutti una breve scheda con preghiera di prenderne visione per poter poi lavorare alla prossima riunione. Tutto sarà disponibile anche nel sito.

Per i membri dei Consigli Pastorali di UP
In questo momento, in cui sono stati costituiti i nuovi consigli pastorali di UP, potrebbe essere interessante affrontare anche a livello di UP qualche spunto fra quelli evidenziati perché questo porti verso una vera comunione. Per questo vi invitiamo a chiederci informazioni sul tema che ritenete necessario affrontare, siamo a disposizione con schede e domande “facilitatrici” che potete adattare alla vostra realtà.

Per gli Insegnanti di Religione
È stato elaborato un percorso anche per gli insegnanti di religione che, nel limite del programma scolastico, potranno proseguire il lavoro già iniziato due anni fa.
Sul sito diocesano (www.diocesigorizia.it) – nella sezione “Sinodo” – trovate le sintesi dei primi due anni e il materiale per questo terzo anno. Rimane a disposizione per ogni chiarimento la casella di posta: sinodo@arcidiocesi.gorizia.it
Equipe sinodale diocesana