Suor Sylvia ha rinnovato il suo “sì” alla chiamata del Signore

Le Suore di San Giuseppe di Mombasa vivono un percorso di avvicinamento alla professione solenne composto da più tappe: in questo contesto, per due volte, viene ripetuta la professione temporanea a distanza di tre anni ciascuna.
In questo percorso di fede e di testimonianza anche suor Sylvia, che presta il proprio servizio nell’Unità pastorale cervignanese ha pronunciato i voti di castità, povertà e obbedienza nelle mani della madre superiora della sua Congregazione.
Durante l’eucarestia di domenica 3 dicembre, la religiosa è stata invitata a pronunciare (nella sua lingua madre, lo swahili) il suo giuramento: “Io suor Sylvia, alla presenza di Dio onnipotente, con il desiderio di seguire Gesù Cristo per tutta la mia vita, alla presenza di Lei, don Sinuhe Marotta, rappresentante del Vescovo Martin Kivuva Musonde della diocesi di Mombasa e nelle mani di suor Petronilla Mwaka, rappresentante della Madre Generale delle Suore di San Giuseppe di Mombasa, suor Jane Irene Awuor, rinnovo un’altra volta per tre anni i voti di castità, povertà e obbedienza, secondo le Costituzioni e le Direttive Generali della nostra Congregazione.
Io offro nuovamente me stessa con tutto il mio cuore alla Congregazione, così che, con la grazia dello Spirito Santo, con l’aiuto di Nostra Madre Maria e sotto la protezione di San Giuseppe, io possa essere capace di cercare la perfezione nella carità, al servizio di Dio e della Chiesa”.
Tutta l’assemblea ha pregato per lei e successivamente, alla fine della messa, le quattro suore presenti hanno espresso la loro gioia per questa scelta importante con una danza di ringraziamento, tra lo scrosciante applauso di tutti i presenti.
Suor Sylvia, e con lei tutte le religiose e i religiosi, ci ricordano che nella vita è possibile darsi del tutto e non soltanto trattenersi, quando si vive a fondo anche la vita cristiana in una cultura che non è solo quella “dell’io” ma piuttosto dell’offerta di sé.
E nella consacrazione ci si può dare del tutto.
Livio Nonis