Un secolo di scoutismo a Monfalcone

Sabato 27 gennaio 2024 piazza della Repubblica a Monfalcone sarà “il luogo” del rinnovo della promessa scout degli aderenti all’Agesci dei Gruppi Monfalcone 1°, Monfalcone 3° e Staranzano.
Una solennità voluta dallo scoutismo monfalconese (Gruppi e AVGS) per celebrare l’anniversario dei cento anni dalle prime promesse pronunciate alla Marcelliana nel 1924. La cerimonia inizierà alle 16.45 con il saluto dei Capi Gruppo, del sindaco della città di Monfalcone, dei responsabili Agesci di zona e regionali. “Radici nel passato, cuore nel presente, sguardo al futuro” è il titolo con il quale Maria Zanolla, già presidente nazionale Agesci, ricorderà le tappe principali dei cento anni di presenza degli scout a Monfalcone.
Dopo la lettura della Legge scout ci sarà il solenne rinnovo della ’promessa scout’ dei Gruppi e di quanti hanno vissuto l’esperienza dello scoutismo e vorranno partecipare a questo evento, al quale sono naturalmente invitati. Sarà poi presentato il logo del centenario, nato attraverso un concorso di idee all’interno dell’Agesci.
Un logo che accompagnerà per tutto l’anno diverse iniziative che un’apposita ’Pattuglia’ ha predisposto per far conoscere l’attività del passato e del presente e le prospettive per il futuro dell’Agesci.
Al termine della cerimonia in Piazza della Repubblica, i partecipanti si sposteranno nel vicino Duomo per la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo Carlo e concelebrata dall’Assistente di Zona Gorizia don Flavio Zanetti. La celebrazione avrà inizio alle ore 18.00.

La nascita ed i primi anni
Molte case distrutte, la chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio in macerie, una popolazione che tornava dai luoghi dove era stata ’sfollata’, una grande povertà materiale, il Cantiere Navale Triestino in ricostruzione. La Grande Guerra (1914-1918), combattuta anche sul nostro Carso, aveva portato per la prima volta il tricolore italiano a Monfalcone, ma aveva lasciato grandi ferite nel Territorio e nell’anima dei suoi abitanti. Per la Chiesa cattolica non erano tempi facili. I nuovi governanti, che sostituivano la precedente autorità imperiale austriaca, diffidavano del clero e dell’associazionismo cattolico. Lo spirito liberal-massonico e il socialismo ateo combattevano la presenza della Chiesa. In questa situazione, Panzano, il quartiere operaio voluto dai Cosulich, non brillava certo per la frequenza alla messa nella chiesa della Marcelliana, affidata ai Padri Spagnoli come curazia della parrocchia di Sant’Ambrogio. L’ideologia fascista, che si apprestava ad occupare le istituzioni della Stato italiano, non sopportava la presenza di associazioni cattoliche, tanto più se indirizzate all’educazione dei giovani. La lettura di quella situazione ci dà la misura della convinzione, della fede e del coraggio di chi si impegnò, in quegli annu, a far nascere un Riparto scout a Monfalcone, per la precisione alla Marcelliana, in Panzano. Anche in questo il Cantiere ha avuto il suo ruolo, perché Piero Visintini, giovane proveniente da Muggia, assunto al CNT, ha fatto proprio l’insegnamento del fondatore dello scoutismo Baden Powell e lo ha unito al desiderio di togliere dalla strada ragazzi e adolescenti, soprattutto quelli che il Circolo ricreativo del Cantiere non accettava perché turbolenti o maleducati. La ragione di questo impegno, l’ha scritta lo stesso Visintini: “sensibilizzare la gioventù alla vita cristiana, aiutando indirettamente i Padri Spagnoli nella loro missione di apostolato”. Era una ragione che correva sulla stessa linea delle Direttive ASCI (Associazione degli scout cattolici italiani) del 1922. Lo scopo dell’Associazione era così descritto: “sviluppare tra i giovani italiani di religione cattolica, iscritti all’ASCI, le doti del buon cristiano e del buon cittadino, formandone il carattere, dando loro abitudini di osservazione, di disciplina, di fiducia in se stessi; inculcando la lealtà e la carità verso gli altri, insegnando loro servizi di utilità pubblica e mestieri utili anche a loro stessi e promuovendo il loro sviluppo fisico nelle regole dell’igiene e con la vita all’aperto, in conformità del sistema scoutistico del Generale Roberto Baden Powell”. Con Piero Visintini nasce a Monfalcone lo scoutismo, che ha visto le prime promesse alla Marcelliana, dove un blocco di pietra carsica ricorda quel 27 gennaio 1924. A rafforzare l’impegno di Visintini arrivarono poi Giovanni Bullesi, Giovanni Marassi, Matteo Radossi, Bruno Franceschini. Il Riparto si chiamò Monfalcone 1° – San Michele. I primi capi squadriglia: Aldo Spitalschi, Antonio Pacor, Duilio Cerigioni e capo dei lupetti Arrigo Tuiti. “San Michele” è la denominazione suggerita dai Padri Spagnoli che avevano indicato l’arcangelo come l’esempio di chi combatte contro il Male. Non ha nulla a che fare con la denominazione dell’oratorio San Michele, all’epoca in progettazione da parte del parroco monsignor Mazzi (cognome di origine Meizlich). Il 30 agosto 1925 i Padri Spagnoli lasciavano Monfalcone. La curazia della Marcelliana fu affidata a don Ferdinando Tonzar, che sosterrà con convinzione il Riparto ed i suoi capi fino all’autoscioglimento del 30 gennaio 1927. Il fascismo aveva decretato, con una legge del 9 gennaio 1927, la soppressione dell’Asci, prima nelle città inferiori ai 20.000 abitanti e poi in tutta Italia. Il clima era pesante e giungeva anche a Monfalcone la notizia di sedi Asci attaccate dalle squadracce fasciste in varie parti del Paese. Nella predica di quel 30 gennaio, che cadeva di domenica, don Tonzar, con immensa tristezza diceva: ” Il Santo Padre prima di permettere che altri ci mettano le mani addosso, su cui non hanno diritto, ci offre la morte volontaria…e noi accettiamo…Giovani esploratori addio, però coraggio!”. Per tutto il periodo della dittatura fascista, i capi e diversi scout si impegnarono in altre associazioni cattoliche che il regime non aveva soppresso, e mantennero lo spirito della loro promessa, diventando il seme che farà rinascere lo scoutismo a Monfalcone.
Guido Baggi