Quaresima: il tempo di riconciliarci con l’amore di Dio

È iniziata riprendendo le parole dell’apostolo Paolo l’omelia dell’arcivescovo Carlo pronunciata nel mercoledì delle ceneri, lo scorso 14 febbraio, nel corso della concelebrazione eucaristica in cattedrale.
“L’apostolo Paolo nella seconda lettura di stasera ci invita a non perdere questo momento favorevole, questo tempo di grazia – le parole di Redaelli -. Ovviamente san Paolo non sta tenendo un quaresimale ai fedeli di Corinto e la sua esortazione riguarda tutto il tempo della vita cristiana e non solo la Quaresima. Ma è significativo che la Chiesa abbia scelto questo brano di una sua lettera per farci cogliere il senso di questi quaranta giorni che ci porteranno a Pasqua”.
Ancora citando l’apostolo, monsignor Carlo ha ricordato come “nello stesso passo l’apostolo parla anche di riconciliazione con Dio. Ma in che cosa consiste questa riconciliazione? Non si tratta tanto di fare pace con Dio o che lui la faccia con noi come se avessimo litigato. In realtà la questione è molto più profonda. Mi ha aiutato a capirla un libretto che ho letto sull’aereo tornando dalla visita al limina. Nel volumetto, scritto dal domenicano p. Adrien Candiard, l’autore interpreta le parole di Gesù, con le quali descrive una situazione di violenza, di conflitti, di terremoti, di carestie, di un pullulare di falsi profeti, non come il preannuncio della fine del mondo, ma come la descrizione della reazione all’annuncio della buona notizia del Vangelo. Questa buona notizia è semplicemente il fatto che Dio ci ama. Oggi è anche san Valentino e so che sono presenti qui in chiesa diverse coppie, uomini e donne che si amano. Non so se siano d’accordo con le affermazioni di questo padre domenicano. Ma per quanto capisco è più facile amare che lasciarsi amare. In ogni caso sono convinto che questo avviene nel nostro rapporto con Dio”.
L’arcivescovo Carlo si è quindi rivolto a tutti i presenti, con una “provocazione”: “Proviamo a pensare se è davvero così nella nostra esperienza di fede, di rapporto con il Signore. Oso dire che se non è così, significa che non abbiamo ancora incontrato per davvero l’amore di Dio, non ci siamo ancora avvicinati – per nostra colpa, distrazione, superficialità o anche solo perché non ce ne è stata data ancora la grazia – a quella fiamma che brucia che è il suo amore appassionato per ciascuno di noi. Che cosa ci viene chiesto di fronte a questo amore? Cedo ancora la parola al nostro autore: “La nostra vita spirituale altro non è che l’accoglienza paziente di questo amore che un giorno si autoinvita nella nostra esistenza””.
“Qual è allora l’invito che ci viene rivolto per questa Quaresima? – ha chiesto quindi monsignore Redaelli, ancora rivolgendosi ai fedeli presenti in cattedrale – Quello di riconciliarci con l’amore di Dio, quello di lasciarci amare da Dio, di avvicinarci – come ha fatto Mosè nel deserto quando è stato chiamato da Dio – al roveto ardente del suo amore”.
Tre quindi le strade suggerite dal nostro arcivescovo: la prima, riflettere sul nostro rapporto con Dio partendo dalla nostra concreta esperienza d’amore. “Tutti, in un modo o nell’altro, amiamo e siamo amati e quindi abbiamo qualche esperienza per comprendere il nostro rapporto con Colui che è l’Amore con la “a” maiuscola”.
Un secondo percorso è quello dell’ascolto della Parola di Dio: si può amare se si comunica, se si riceve dall’altro le sue idee, i suoi progetti, i suoi sogni, le sue emozioni. Nel Vangelo e nella Bibbia Dio ci parla così.
La terza via, preparare lungo tutta la Quaresima il momento della confessione in preparazione della Pasqua. Non con un puntiglioso e logorante esame di coscienza, ma semplicemente rispondendo a questa domanda: “mi lascio amare dal Signore?”

(foto Sergio Marini)