Quando il ridere è terapeutico

Con una conferenza su “La Gelotologia” si è presentata al pubblico, il 29 febbraio scorso, nella sala dell’ Oratorio Mons. Oliviero Foschian di Monfalcone una nuova collaborazione tra La Farfalla, Associazione isontina ODV (Organizzazione Di Volontariato) per i malati di Parkinson e i loro familiari e La Compagnia dell’Arpa a Dieci Corde – clown-dottori APS (Associazione di Promozione Sociale) di Trieste.
Ma cos’é la gelotologia? È un termine importante, eppure poco conosciuto, che la definisce disciplina che studia il fenomeno del ridere (dal greco gelos-riso), con particolare riguardo alle sue potenzialità terapeutiche e al benessere psicofisico della persona. Si tratta di una tecnica che si fonda sulle più moderne ricerche mediche che hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione tra sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario: psiche, cervello, sistema immunitario e corpo non sono tra loro isolati ma connessi.
Attraverso il fenomeno della risata viene favorita la produzione di endorfine e di altri “ormoni del benessere” che rafforzano le difese immunitarie. La gelotologia studia e applica la risata e le emozioni positive in funzione di prevenzione e riabilitazione, concorrendo così al processo di cura della persona malata che non è vista solo e unicamente in funzione della sua malattia, ma nella sua unità-totalità. Ben si colloca questo nuovo intervento, che i Clown-dottori chiamano “Il corpo poetico”, nell’articolato Progetto “Contrasto alla Solitudine” ideato da La Farfalla, perché può essere di stimolo e sostegno alla gestione delle manifestazioni non motorie della malattia di Parkinson, affiancandosi al Supporto Psicologico di gruppo ed alla Logopedia che già sono attivate nel suddetto Progetto. Anche perchè la Compagnia dei clown-dottori ha alle spalle una vasta campagna più che ventennale per la diffusione della comicoterapia nella nostra regione svolgendo servizi presso ospedali, comunità, case di riposo, Hospice.
Ed a Monfalcone essa si è presentata con i suoi attori che prima indossavano il camice del medico e che un attimo dopo apparivano travestiti da clown, naso rosso e abiti sformati e coloratissimi. Hanno saputo mettere in scena uno spettacolo agile e accattivante, inframezzato da simpatici sckech che si alternavano al racconto dei tempi e dei modi in cui nella storia è stato dato spazio al ridere, all’ironia, all’umorismo, al sarcasmo… attraverso le figure dei giullari, dei trovatori, dei saltimbanchi, dei comici dell’arte. Fino a quando nell’800, nei primi circhi che spettacolarizzano la morte, il clown con i suoi giochi porta la vita, stempera la tensione. Agli inizi degli anni 80, poi, la figura del clown entra in ospedale portando nell’ordine il caos ma anche il buon umore, personaggio gradito dai bambini ma anche dagli adulti. Perché “Il sorriso è un mezzo per affrontare il mondo, Il clown usa questa modalità. Usa la terapia del sorriso, con uno spirito che spinge a scoprire le cose belle che si hanno dentro e poi comunicarle, liberando la fantasia e recuperare il proprio corpo per amare se stessi, comunicare con gioia e diventare capaci di costruire amore ed amicizia.” Ritrovare. insomma, nel linguaggio del corpo il valore di una stretta di mano, un abbraccio, un bacio, una carezza, e, perché no, un pugno sul tavolo, gesti che sono più significativi di mille discorsi.”
Ed infine l’invito: “Cercate di esprimere sempre quello che pensate e provate. Trovate sempre motivi di amore per quello che fate in ogni momento della giornata; questa valorizzazione dell’azione presente, del piccolo gesto, anche apparentemente inutile, vi offre motivazione a vivere, dà senso a quelloche fate, aiuta a stare concentrati sull’azione e a trovarne dei lati positivi”.
Il Progetto “Il corpo poetico”prevede altri incontri, che si svolgeranno il giovedì alle ore 15 presso la sede dell’Associazione La Farfalla in Via Duca d’Aosta,111 a Gorizia, riservati ai soci e familiari dell’ Associazione, con il seguente calendario: il 18 aprile (Il nome), il 16 maggio (La poesia), il 19 settembre (La trasformazione degli oggetti), il 17 ottobre (Pantomima e Mimo) e il 21 novembre (La musica come compagna).

Luigina Morsolin