Alla ricerca del B-24 abbattuto…
2 Aprile 2024
Durante la seconda guerra mondiale sul Friuli passarono migliaia di aerei alleati, che bombardarono diversi obiettivi locali, ma che soprattutto andavano a colpire le città tedesche. Nell’andata o nel ritorno diversi di loro furono intercettati dalla contraerea o dalla caccia tedesca e della RSI, venendo abbattuti.
Così capitò a un B-24 “Liberator” americano il 15 dicembre 1944. Già colpito mentre bombardava il nodo ferroviario di Innsbruck, prese la via del ritorno verso le basi dell’Italia Meridionale, ma perdeva continuamente quota.
Sopra Udine fu raggiunto da altri colpi della contraerea per cui il comandante ordinò di abbandonare l’aereo, che andrà a cadere presso Medeuzza.
Gli avieri (dieci) si salvarono con il paracadute. Quattro furono catturati dai tedeschi, ma sei vennero recuperati dai partigiani garibaldini nelle zone del Friuli orientale e portati in salvo verso la Slovenia. Due erano feriti. Furono dapprima curati in un ospedaletto nascosto nella boscaglia, poi condotti all’interno della Slovenia, dove rimarranno fino al marzo 1945.
Di questi fatti recentemente si è interessato un ricercatore sloveno Stanislav Mihev, che ha già raccolto quasi tutta la documentazione sugli aerei sia alleati che tedeschi caduti in Slovenia. In questo caso l’aereo era caduto in territorio italiano, ma il legame con la Slovenia come abbiamo visto c’è e quindi egli voleva saperne di più, in particolare sul luogo di caduta del velivolo e se c’era magari ancora qualche resto di esso. Si è portato alcuni mesi fa a Chiopris per poter saperne di più e perché risultava caduto tra Chiopris e Medeuzza e così ha girato per le vie di Chiopris alla ricerca.In quell’occasione ha così preso contatto quasi per caso con Carlo Schiff che lo ha poi indirizzato presso la zona, accompagnato dai ragazzi Filippo, Giorgia, Francesco e Sofia che sono stati coloro nella realtà hanno permesso che si potessero incrociare quando dalla Slovenia vennero l’anno scorso una Professoressa del museo di storia naturale di Lubiana ed uno studioso della materia alla ricerca di testimoni e dei resti; chiedendo sono stati indirizzati verso Carlo Schiff che a sua volta ha interessato altri ricercatori della zona: Stefano Perini, Dario Kenda e soprattutto Alfredo Furlan, profondo conoscitore della storia aviatoria in Friuli nella Seconda Guerra Mondiale, che ha anche collaborato con gli americani nel recupero di ciò che resta di alcuni aerei caduti nelle nostre zone e dei corpi degli aviatori. L’incontro con Mihev è avvenuto a Chiopris il 2 marzo. Un colloquio in cui si sono incrociati i dati in possesso dei ricercatori. Poi alla ricerca del luogo di caduta, seguendo ciò che alcuni testimoni avevano detto in passato.
A essi si è aggiunto Diego Odorico, allora un bambino, ma che bene si ricorda il sito preciso, cioè la zona dell’attuale via Chiopris a Medeuzza, nei pressi del luogo dove poi egli costruì la sua casa di abitazione.
La località è ora ampiamente urbanizzata. Ricorda che l’aereo scese quasi planando per cui l’impatto con il suolo non fu devastante per la struttura. Il relitto venne rapidamente saccheggiato dalla popolazione alla ricerca di cose utili per la sopravvivenza quotidiana. Il resto lo fecero i tedeschi per cui di esso in loco non rimase nulla. Anzi no, una cosa c’è ancora. È proprio Odorico a tirarla fuori. Certo un frammento, un tubicino di metallo che potrebbe essere stato parte dell’impianto idraulico o del carburante. Poca cosa, ma comunque ancora esiste e a Odorico è stata utile in diverse occasioni.
Storie di tanti anni fa, piccoli momenti di una grande tragedia, ma in realtà importanti per coloro che vi presero parte, anzi importanti per tutti noi perchè appartengono alla nostra storia e perché non vogliamo che simili avvenimenti abbiano a ripetersi.
Si può ricordare ancora che uno degli aviatori dell’aereo in questione, Magnus Gorszewski, fu esattamente trent’anni fa in Friuli e in Slovenia a ritrovare i luoghi in cui fu curato e poi nascosto dai partigiani.
Stefano Perini
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