Maddalena Malni Pascoletti: la centralità della persona

Un anno fa ci ha lasciato Maddalena Malni Pascoletti. La chiesa di Sant’Ignazio si è rivelata troppo piccola per contenere la folla che l’ha voluta accompagnare nel momento dell’ultimo saluto. I dodici mesi trascorsi non soltanto non hanno indebolito il ricordo, al contrario hanno consentito di conoscere meglio ciò che è stata – e continua a essere – per i suoi cari, per i collaboratori e per tutti gli abitanti di Gorizia.
Il 19 marzo 2023, poco prima di morire, dal letto dell’ospedale nel quale era ricoverata, aveva trovato parole di grande speranza ed empatia, che vale la pena di riportare per entrare nella sfera più intima e umana della sua personalità.
Aveva voluto condividerle con tutti i Goriziani, chiedendone la pubblicazione, come “lettera firmata”, sul settimanale Voce Isontina che ha autorizzato la diffusione:
Da tre settimane sono ricoverata nel reparto Medicina B dell’ospedale di Gorizia, per poter affrontare delle cure impegnative nella battaglia contro quello che chiamiamo un brutto male. Questa esperienza mi ha dato modo di conoscere un mondo pieno di persone meravigliose e di esprimere tutta la mia gratitudine. Tutto il personale è ammirevole. Ma vorrei aggiungere un’osservazione che desidero condividere con i lettori di Voce Isontina. Sono in una linda stanza, separata dal mondo e il mondo la riempie con tutta la sua ricchezza di persone, di gentilezza, di attenzioni. Qui. Insieme a me c’è la Mauritania, il Santo Domingo, il Perù, lo Sri Lanka, per non parlare delle regioni italiane, la Calabria, la Campania, l’Abruzzo. Tutti con i loro talenti, i loro sorrisi, le loro attenzioni, la loro professionalità. Tutto il cosmo in questo microcosmo di solidarietà, condivisione e amore. Sono veramente grata di questa bella esperienza. (da Voce Isontina)
Il suo percorso terreno inizia nel 1945 e interseca la storia con l’arte, la cultura e la spiritualità.
Cresce nel tormentato dopoguerra, interpretando sempre l’affascinante complessità della città come una ricchezza e la diversità linguistica come una straordinaria opportunità. Nasce in una famiglia attenta alla dimensione dell’arte e della bellezza. Approfondisce, con grande esperienza e puntigliosità, gli aspetti più interessanti e spesso meno conosciuti della storia dell’arte cittadina. Da una parte scrive innumerevoli testi letterari e articoli scientifici su grandi artisti del passato antico e recente, su luoghi che ha aiutato a riscoprire, su chiese scrigno di opere importanti. Dall’altra svolge un ruolo tecnico importante, come consulente nella realizzazione di grandi mostre ed esposizioni, come parte del direttivo e presidente della benemerita associazione Italia Nostra e anche per tanti anni come componente del Curatorio della prestigiosa Fondazione Coronini Cronberg.
Sempre presente, con convinzione e incisività, nei momenti principali della vita culturale, ha sempre portato una ventata di contagioso entusiasmo, invitando a superare critiche e difficoltà sempre con il suo simpatico sorriso e con un’invidiabile dose di delicata ironia.
È ricordata dagli studenti che l’hanno conosciuta come insegnante di storia dell’arte, ma anche di lingua e letteratura italiana negli istituti cittadini come pure presso il Collegio del Mondo Unito di Duino. Anche al di fuori del mondo scolastico, è sempre stata disponibile a offrire il proprio consiglio e il proprio punto di vista, in ogni circostanza. Parlare con lei di arte era un’esperienza difficilmente dimenticabile, data la sua capacità di coniugare la bellezza alla responsabilità, lo sguardo al passato con la passione per il presente.
Insieme al marito Renato Pascoletti, ha trasformato la sua casa in un luogo di incontro e di amicizia, sempre aperto a chiunque bussasse alla porta. L’attenzione e la centralità della persona, in ogni sua dimensione, è stata una caratteristica del suo modo di intendere le relazioni, a partire da un’appartenenza convinta e costruttiva alle dinamiche della comunità cristiana. Da questo punto di vista, come per centinaia di “giovani” degli anni ’70, è stato per lei decisivo l’incontro con don Silvano Cocolin e il gruppo di Gioventù Studentesca. In quell’ambito è stata un punto di riferimento imprescindibile per le nuove generazioni di “giessini” che trovavano in lei una fonte inesauribile di conoscenza, in grado di avvicinare tutti alla contemplazione della bellezza e a uno studio appassionato e attento al mistero dell’Uomo.
Con la “partenza” della Mada, lo scorso 13 aprile 2023, la città è stata indubbiamente privata di una testimone discreta, costruttiva e più che competente di quanto Nova Gorica con Gorizia meritino il titolo di capitale europea della cultura. È un onore che non sarebbe mai stato possibile immaginare, senza l’apporto culturale ed esistenziale, nel contempo silenzioso ed eclatante di persone esperte, umili e nel contempo eccezionali come è stata lei.

Andrea Bellavite