Il Convegno, come l’abbiamo vissuto
18 Novembre 2015
Lunedì 9 novembrePuntuali alle ore 9.00 siamo partiti da Gradisca alla volta di Firenze per partecipare al 5° Convegno Nazionale ecclesiale della Chiesa Cattolica: Don Moris, Fulvio, Suor Maria Elena, Denis e noi due, Martina e Michela, a rappresentare l’Arcidiocesi di Gorizia insieme al vescovo Carlo.La giornata è stata positiva e ricca di entusiasmo: nel pomeriggio, dopo aver lasciato i bagagli all’albergo assegnatoci, ci siamo recati nella Basilica di Santa Maria Novella, dove ci siamo radunati assieme ad altri convegnisti provenienti da diverse diocesi. Da qui è partita la processione tra le vie del centro città, che aveva come punto d’arrivo la Cattedrale di Firenze, nella quale sono confluiti altri convegnisti partiti da altre tre cChiese della città.Si è svolta qui la cerimonia di apertura, durata un paio d’ore, che ha visto quale intervento principale quello di Mons Nosiglia, Vescovo di Torino e presidente del comitato organizzatore.Il momento più emozionante della giornata è stato senz’altro quello della processione: un fiume umano che si è snodato per le vie della città gigliata, alla volta della Cattedrale, con davanti la Croce, i Vescovi ed Cardinali e dietro tutti i laici. E la gente che ci guardava passare si è riversata incuriosita fuori dai bar per vedere “cosa stesse succedendo”, incredula, stupita di tanto movimento.La cattedrale ci ha accolto in tutta la sua bellezza e maestosità e l’accoglienza degli organizzatori è stata eccezionale. Nel sistemarci e nel percorrere le vie di Firenze siamo, sin dal primo momento, stati aiutati dall’esercito di volontari che silenziosamente e garbatamente ci hanno offerto tutte le informazioni necessarie per muoverci nella città e ci hanno accompagnato nelle diverse destinazioni …. e questo è solo l’inizio.
Martedì 10 novembreIn una giornata baciata da un caldo e radioso sole autunnale i partecipanti al Convegno e la città di Firenze hanno accolto Papa Francesco. Il Papa ha incontrato in mattinata i partecipanti nel Duomo di Firenze; le sue parole sono state precedute da tre testimonianze: il percorso di fede di Francesca Masserelli, la storia di Pierluigi e Gabrielle Proietti, divorziati e risposati dopo la nullità, e la splendida e commovente testimonianza di don Bledar Xhuli, arrivato in Italia dall’Albania, accolto e salvato da un prete, ora è parroco in una parrocchia fiorentina.Il Papa ha presentato tre sentimenti di Gesù che danno forma all’umanesimo cristiano; innanzitutto, l’umiltà: non dobbiamo avere l’ossessione di perseverare la propria gloria, ma la gloria di Dio. In secondo luogo il disinteresse, ovvero la ricerca della felicità di chi ci sta accanto, l’impegno per rendere questo mondo un posto migliore. Infine, la beatitudine: la ricchezza del sacrificio e della solidarietà, del condividere, in quanto il cristiano ha in sè la gioia del Vangelo. Con due tentazioni da sconfiggere: il pelagianesimo e lo gnosticismo. Si tratta di parole importanti, intense e che andranno ancora approfondite, visti i molteplici spunti che offrono al cammino che la Chiesa è chiamata a fare.Al pomeriggio ci siamo trasferiti allo Stadio Franchi, dove il Papa ha celebrato la messa; la città ha accolto il Santo Padre con tanto entusiasmo, gioia ed affetto (oltre ad un’organizzazione impeccabile).In serata ci siamo ritrovati alla Fortezza da basso, dove siamo stati introdotti ai lavori veri e propri del convegno, con un dialogo sulle cinque vie, grazie agli ottimi e ricchi interventi di don Mauro Mergola sdb, della prof.ssa Valentina Soncini, del dott. Vincenzo Morgante, del prof. e scrittore Alessandro D’Avenia e di p. Jean Paul Hernandez sj.
Mercoledì 11 novembreLa giornata di oggi è stata caratterizzata dai lavori di gruppo che hanno occupato quasi tutto il giorno.Dopo una Santa Messa molto raccolta alle sette del mattino e celebrata presso la Basilica di Santa Maria Novella dal Card Angelo Bagnasco, la giornata è poi proseguita con i lavori di gruppo nella Fortezza da Basso, capolavoro dell’ architettura militare del rinascimento e dal 1967 principale struttura del polo fieristico di Firenze: e’ questo il luogo in cui si è svolto il convegno: dopo un primo momento comunitario nella sala plenaria dove abbiamo ascoltato gli interventi del prof Mauro Magatti e il prof Mons. Giuseppe Lorizio, è seguita la divisione in gruppi per l’avvio dei lavori secondo le cinque vie.Ognuno di noi è stato assegnato ad un tavolo composto da dieci persone, in una sala che ne conteneva alla fine un centinaio di partecipanti.Io ero in uno dei tavoli in cui si è affrontato il Verbo ABITARE. E’ stata una bellissima esperienza, perché mi sono ritrovata con 9 persone provenienti da diverse diocesi italiane, che coprivano da nord a sud tutta l’Italia: da Asti a Catanzaro, con la presenza anche di un rappresentante della Sardegna. Le quattro ore di lavori, tanto temute, sono passate velocemente.Alla sera ci siamo concessi una bella e piacevole passeggiata per le vie del centro di Firenze.Per domani c’è in serbo l’incontro dei convegnisti con la Città di Firenze: io ho scelto una parrocchia di periferia… pronti per un’altra avventura che non può che arricchirci dentro!
Giovedì 12 novembreLa giornata odierna prevedeva un programma particolarmente ricco e variegato. Dopo la celebrazione eucaristica mattutina ci siamo ritrovati alla Fortezza per la preghiera ecumenica, presieduta da mons. Galantino e arricchita dalle riflessioni di p. Georgij Blatinskij, arciprete della Chiesa ortodossa russa di Firenze e della prof.ssa Letizia Tomassone, pastora della Chiesa Valdese di Firenze, nonchè dai saluti dell’imam di Firenze Izzedin Elzir e del rabbino capo della comunità ebraica di Firenze Rav Joseph Levi. A seguire sono proseguiti i lavori di gruppo: innanzitutto i delegati hanno contribuito alla redazione della sintesi del lavoro di ogni singolo tavolo, dove si è cercato di evidenziare soprattutto le note positive emerse e presentare alcune proposte concrete. I facilitatori hanno poi brevemente presentato le sintesi, a seguire c’è stato ancora un momento di confronto sulle stesse.Nel pomeriggio i delegati hanno incontrato la città di Firenze: gli organizzatori hanno individuato 30 realtà, poi divise in tre grandi ambiti: Firenze e la sua Chiesa, storia e testimoni; Vita pastorale della Chiesa fiorentina oggi; Realtà ed esperienze sociali e culturali a Firenze. Io, ad esempio, ho avuto modo di conoscere il Centro internazionale studenti La Pira che accoglie e aiuta nell’inserimento sociale (sopratutto con l’insegnamento della lingua) bambini e giovani che studiano nelle scuole e università fiorentine. In serata, noi delegati dell’Arcidiocesi di Gorizia, abbiamo anche visitato la mostra Bellezza divina, allestita per l’occasione a Palazzo Strozzi, dov’era esposta anche la Crocifissione bianca di Marc Chagall, una delle opere d’arte più apprezzate da Papa Francesco.
Venerdì 13 novembreE siamo così giunti alla fine del 5^ Convegno nazionale ecclesiale della Chiesa Italiana, che attraverso l’analisi dei cinque verbi, uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare, ha tracciato il percorso che la Chiesa italiana farà nel prossimo decennio.Nella mattinata sono state presentate le “corpose sintesi” elaborate da cinque esperti, che hanno avuto l’arduo compito di riassumere tutti i lavori fatti nei gruppi il giorno precedente, ognuno per la via assegnata: una ventina di minuti in cui sono state fatte emergere le diverse opinioni su come viene effettivamente vissuto il verbo assegnato nelle diverse comunità e a seguire le proposte concrete nate dallo scambio nei tavoli. Si sono rivelate molto interessanti e complete a mio avviso le relazioni dell’abitare, dell’annunciare e del trasfigurare, facendo emergere a mio parere invece un po’ di cose già sentite o vissute le vie dell’uscire e dell’educare.La conclusione è spettata poi al Card Angelo Bagnasco, che con molta pacatezza e umiltà, ha ripreso nuovamente le cinque sintesi esortando poi tutti a trovare il coraggio di uscire e di incontrare e di operare con uno stile sinodale, accettando anche le debolezze della Chiesa.Prima di lasciare Firenze abbiamo pranzato per l’ultima volta tutti assieme alla Fortezza da Basso e stavolta siamo capitati vicino ai delegati della Diocesi di Vicenza, con i quali abbiamo passato un bel momento conviviale chiaccherando piacevolemente sulle nostre realtà… e anche questo è valore aggiunto per una Chiesa che cambia.Ore 15.00 puntuali per la partenza, per fare ritorno nelle nostre case, nelle nostre comunità.E adesso sì che inizia l’avventura!
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