“Come fuoco vivo”
24 Aprile 2024
“Come fuoco vivo si accende in noi un’immensa felicità…”
queste le parole del canto d’ingresso della Santa Messa presieduta dal Vescovo Carlo sabato 13 aprile nella Basilica di Aquileia, in occasione della Festa dei Cresimandi – prima edizione -, ed è proprio così che si è sviluppato il pomeriggio: come il fuoco.
Poco meno di 200 ragazzi, provenienti da diverse realtà della nostra diocesi, si sono radunati nel pomeriggio di sabato nella piazza antistante la basilica di Aquileia.
Proprio come il fuoco all’inizio è calmo, timidamente danzante, così i ragazzi osservavano noi adulti, scambiandosi battute e occhiate complici, in attesa di sapere quale fosse il motivo e lo scopo della loro presenza in quella piazza.
Pur avendo ricevuto l’invito dai propri catechisti, erano assolutamente ignari delle attività che avrebbero fatto e delle emozioni che avrebbero vissuto.
Ed ecco che quella piccola fiammella, grazie a Luca e Lele, ha iniziato a prendere vita.
I due animatori non hanno avuto lavoro facile, ma la voglia di divertirsi, si sa, è contagiosa e piano piano, grazie alla loro allegria e bravura, anche i ragazzi hanno iniziato a ballare e a lasciarsi andare condividendo sguardi divertiti con i coetanei sconosciuti che avevano al loro fianco.
I ragazzi e le ragazze sono stati poi divisi in squadre…ed in quel momento è sembrato che il fuoco si spegnesse: le squadre, infatti, sono state formate mescolando ragazzi di realtà diverse, fatto che ha fatto smarrire i giovani, sempre più abituati ad essere circondati dalle stesse persone.
Lo smarrimento è durato poco, giusto il tempo di capire che, in fondo, erano tutti lì, sul prato dietro al battistero, per divertirsi e per provare a mettersi in gioco…il fuoco ha iniziato ad ardere.
La comunità di Cormòns ha organizzato una serie di attività, centrate sul tema della pace, per far conoscere, divertire e riflettere i ragazzi.
il fuoco ha trovato sempre più di che essere alimentato: la gioia, la curiosità, la sincerità e la collaborazione dei ragazzi.
Terminate le attività, alle 18.30, è stata celebrata la Santa Messa nella basilica.
La solennità del luogo non ha vietato che la celebrazione fosse estremamente semplice e di impatto in modo da far sì che entrasse nel cuore dei presenti senza orpelli inutili.
I canti scelti dagli educatori di Aquileia e Fiumicello per accompagnare il rito hanno sottolineato il significato del mandato al quale saranno chiamati questi giovani quando riceveranno i doni dello Spirito: essere testimoni di un Amore immenso.
L’omelia del Vescovo, tanto quanto la celebrazione, è stata all’insegna della semplicità e della chiarezza: nulla doveva e poteva essere frainteso.
Si è rivolto direttamente ai cresimandi, dicendo loro che Gesù è felice di loro: perché sono liberi, perché hanno dei sogni e perché sono assieme.
Ognuno dei ragazzi presenti segue liberamente il cammino che li ha portati ad essere presenti all’incontro; essere liberi è anche aver voglia di scegliere, ma soprattutto, se una persona è libera deve essere responsabile per le scelte che fa.
I sogni, sono importanti, sono progetti per realizzare qualcosa di bello nella vita e per costruire un mondo migliore.
Lo stare insieme è fondamentale perché ognuno dei ragazzi ha i propri doni, ma la bellezza sta nel condividerli con gli altri e metterli assieme a quelli degli altri.
Ha poi sottolineato come lo Spirito Santo viene associato ad immagini vive: il fuoco, la sorgente ed il vento.
“Lo Spirito è creativo, è un vento che è amore in unione.”
A conclusione del pomeriggio assieme, con l’aiuto degli Alpini e della Protezione Civile di Aquileia, ragazzi, catechisti e sacerdoti hanno potuto scambiare due chiacchiere durante la cena (apprezzata da tutti) offerta sul retro della sala romana.
La festa dei cresimandi è finita, ma quel fuoco timido del pomeriggio, si è rafforzato sempre di più, fino far si che, alla sera, ciascuno di quei duecento, diventasse fiamma viva per portare la gioia dell’Amore di Cristo, nelle proprie case, nei propri gruppi di catechismo e nelle proprie parrocchie…e chissà, forse anche fra i propri amici che non frequentano la Chiesa. Quel fuoco ardente ha fatto scoprire ai ragazzi la bellezza di condividere del tempo con persone sconosciute che forse un giorno diventeranno amici. Quel fuoco ardente ha reso quei duecento ragazzi consapevoli di non essere soli al seguito di Cristo. Quel fuoco ha dato energia a noi catechisti.
Di cuore un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile il pomeriggio, fra tutti grazie a don Mirko e all’Unità Pastorale di Aquileia-Belvedere-Fiumicello.
Michela, catechista U.P. Sistiana
Notizie Correlate