Oltre la sedia
29 Aprile 2024
Ulteriore iniziativa all’interno del progetto #allyoucanmeet Web Radio Giovani di Romans
“Questi sono i santi dei nostri giorni” si apprestava a commentare una partecipante in coda alla presentazione dell’associazione “Oltre la sedia” di Trieste, tenutasi martedì 16 aprile alle ore 18.30 presso la Domus del centro Galupin di Romans. Un incontro che, oltre ogni aspettativa, ha dato respiro e ha allargato il cuore a tutti gli intervenuti, portandoli ad indugiare all’uscita con commenti e considerazione che vanno al di là delle semplici attestazioni di apprezzamento ma muovono il desiderio di seguirne le orme.
Marco Tortul è il fondatore di un’impresa titanica iniziata nel 2004 con un teatro sperimentale dove tutti potevano essere protagonisti della propria esistenza e confluita in uno spettacolo per il quale si è formato un gruppo che è diventato un’opportunità per rinnovarsi in un percorso di ricerca di Sé.
Da questa ricerca sono scaturiti nuovi codici comunicativi che hanno creato modalità di relazione alternative con sé e con gli altri. “La vita che vorrei” è l’innovativo progetto – ponte che ha coinvolto un gruppo di lavoro in cui sono impegnati anche operatori del sociale che hanno il compito di individuare le potenzialità che albergano dentro le persone “etichettate” perché diverse, perché fragili, perché affette da sindromi che le ghettizzano.
Queste risorse sono state stimolate in modo naturale in un percorso verso la libertà creando, con la forza del gruppo e il coraggio di ognuno, uno spazio educativo, fuori dalla famiglia, dove ciascuno può fiorire e portare alla luce le capacità inespresse necessarie per accedere all’autonomia.
E a raccontarlo al pubblico è stata Cristina, una donna di 35 anni, entrata nell’associazione a 21 e dopo 14 anni di percorso ora in grado di vivere da sola in un appartamento dove si gestisce in modo indipendente, organizza la sua giornata, va a fare la spesa, cucina, riordina e fa la “maestra” in una scuola dell’infanzia dove porta la sua testimonianza e la sua collaborazione e i bambini l’aspettano con gioia. Insieme ad altri due giovani, loro stessi autodefiniti autistici e dal responsabile Marco Tortul, lo hanno aiutato a presentare il percorso intrapreso da Oltre la sedia e si sono esibiti in una piccola parte di uno spettacolo, animato dalla musica e liberamente interpretato con l’aiuto di una sedia.
Un gioco di creatività e movimento. Giovani che appartengono al consistente numero di associati attivi che frequentano a vario titolo l’associazione e molti dei quali vivono fuori dalla famiglia, inizialmente un giorno alla settimana, poi in modo progressivo tutta la settimana, occupando i sei appartamenti di Trieste che sono ad oggi affittati per le finalità del progetto. Da 2 famiglie coinvolte nel 2004 sono oltre 40 quelle attualmente impegnate e oltre 800 gli interventi che i destinatari svolgono all’anno sul territorio, nelle scuole, per il Comune, nel servizio Civile, con le altre associazioni…
Una presenza preziosa, ricca, importante.
Il progetto non si ferma, va avanti coinvolgendo istituzioni e volontari ma sempre nello spirito della libertà e dello sviluppo della persona per garantire a tutti la possibilità di una vita dignitosa.
“Io sono possibile” hanno ripetuto a turno tutti e tre i gioiosi protagonisti della serata e lo hanno urlato con tutta la convinzione che usciva dal loro cuore e dalla loro mente perché essere possibili è un diritto inalienabile che deve essere garantito a tutti, oltre ogni etichetta.
Ma l’atmosfera creata lo scorso martedì, malgrado fuori imperversasse un violento temporale, ha portato il sereno e una luce nuova che ha fatto apprezzare gli sforzi e le fatiche di Marco Tortul, supportato in primis dalla sua famiglia nel credere con coraggio, determinazione e passione all’intera opera.
Di fronte a queste testimonianze nasce spontanea una domanda che è anche una considerazione che dà ragione ai commenti del pubblico: – Da dove viene tutta questa forza? Un credente non può che vedere in queste opere lo Spirito che lavora e s’ingegna e allora sì, possiamo concludere, questi sono i santi di oggi -.
Daniela Antonioli
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