Ivana Cossar: testimone del Vangelo in Burkina Faso

È stata una giornata ricca di emozioni quella vissuta domenica scorsa dalla missionaria laica Ivana Cossar presso la basilica patriarcale di Aquileia.
Al termine della messa presieduta dall’arcivescovo Carlo, l’Ambasciatore del Burkina Faso presso la Santa Sede, Régis Kévin Bakyono, le ha conferito, infatti, l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito delle Palme Accademiche del Burkina Faso.
Molte le rappresentanze dell’arcidiocesi che per tanti anni hanno collaborato con Ivana sostenendone il lavoro in missione e che hanno voluto esserle vicine in questo momento così importante della sua vita.
La messa, che celebrava l’ascensione di Gesù al cielo, oltre che dall’arcivescovo Carlo è stata concelebrata dal vescovo di Dédougou (Burkina Faso), monsignor Prosper Bonaventure Ky, da don Boldrin direttore del Centro Missionario Diocesano, dal parroco di Aquileia, monsignor Mirko Franetovich e da don Pierpaolo Soranzo già missionario in Costa d’Avorio: il rito è stato accompagnato dal coro parrocchiale diretto da Andrea De Cubellis e da un gruppo di strumentisti dell’associazione musicale “San Paolino” di Aquileia diretti da Flavio Sgubin.
Nella sua omelia l’arcivescovo Carlo, dopo essersi soffermato sul significato della solennità dell’Ascensione, ha voluto dedicare una parte del suo intervento per ringraziare Ivana di essere stata per tanti anni testimone del Vangelo di Gesù in Burkina Faso, in particolare attraverso una preziosa azione educativa. “Un dono – ha sottolineato mons. Redaelli – che è stato affidato a lei e che lei ha saputo accogliere con disponibilità e generosità. Ma è un dono che è per tutta la Chiesa in particolare per la nostra Chiesa di Gorizia che grazie alla testimonianza di Ivana e di tante altre persone, preti, religiose e religiosi, laici e laiche partiti dalla diocesi per le varie parti del mondo, ha saputo aprirsi alla missione, alla cattolicità, alla fraternità universale”.
“Cogliamo questa occasione – ha proseguito l’arcivescovo – per domandare al Signore che ci conceda in particolare tre grazie. Anzitutto il dono della pace, della sicurezza e della serenità per il Burkina Faso e in particolare per la Chiesa di quella nazione affinché possa testimoniare con gioia il Vangelo e possa vivere in pace e concordia con i fratelli e le sorelle di altre religioni. Una seconda grazia è per le nostre due Chiese, affinché cresca il rapporto tra di noi con un arricchimento reciproco, nell’intento comune di testimoniare il Vangelo in contesti sociali differenti, ma sempre bisognosi dell’annuncio del Regno di Dio. Un terzo dono infine che chiediamo al Signore è per la Chiesa di Gorizia affinché non perda, anzi rafforzi il suo slancio missionario, qui e altrove in collaborazione con altre Chiese, e possa vedere ancora al suo interno la fioritura di vocazioni missionarie”.
A conclusione della liturgia eucaristica si è svolto il momento in cui Ivana ha ricevuto il riconoscimento dalle mani dell’Ambasciatore del Burkina Faso presso la Santa Sede, Régis Kévin Bakyono.
Da parte sua il diplomatico ha voluto sottolineare il suo grandissimo grazie per l’impegno e la dedizione della missionaria friulana al suo Paese espressi per tanti anni anche attraverso l’attuazione di tanti progetti sociali, educativi e caritativi, principalmente nelle diocesi di Nouna e Dédougou. Il rappresentante del Governo burkinabé ha ricordato il lavoro per l’accesso di molte persone alla scrittura e alla lettura: intuizioni che hanno contributo alla promozione del sapere nelle lingue locali del Burkina Faso, soprattutto per gli adulti che non hanno avuto la fortuna di essere scolarizzati senza distinzione di religione né di appartenenza sociale o etnica.
“Il miglioramento delle condizioni delle donne – ha continuato l’ambasciatore – è stato anche al centro delle vostre azioni in Burkina Faso. Oltre ad organizzarle in associazione le avete accompagnate e formate in attività come il giardinaggio, la sartoria, il parrucchiere, il commercio… Lei è stata anche attenta alle sofferenze dei più vulnerabili, in particolare dei bambini e dei giovani provenienti da famiglie bisognose. Ha lavorato per offrire loro un futuro migliore, aiutando a costruire aule e biblioteche in diverse scuole, investendovi nel sostegno degli alunni provenienti da famiglie povere affinché possano avere accesso alla scuola. Questo continua ancora oggi. Nel difficile contesto di sicurezza che vive attualmente il Burkina Faso, avete intensificato questo aiuto ai bambini e ai giovani con donazioni umanitarie”.
Uno scrosciante applauso ha accompagnato il momento in cui veniva consegnato il riconoscimento. Dopo il “grazie” anche da parte di monsignor Prosper Bonaventure Ky, ha preso la parola Ivana.
La missionaria ha voluto ringraziare, spiegando che da servitore qualunque ha vissuto l’esperienza missionaria ad gentes, come un trattino d’unione, un ponte tra la millenaria Chiesa aquileiese e la giovane Chiesa africana, prima in Costa d’Avorio e poi nella Chiesa Famiglia di Dio del Burkina Faso, condividendone le gioie, i dolori e la speranza. “Se abbiamo potuto seminare qualcosa di buono – ha continuato Ivana – è grazie allo Spirito del Signore, che sa far nuove tutte le cose. In terra di missione sono stata le vostre mani, le vostre orecchie, i vostri occhi, i vostri piedi, ma soprattutto il vostro cuore. Come avrei potuto immaginare che di quel Vangelo trovato nella mia cassetta postale del Campus Universitario negli Stati Uniti avrei distribuito migliaia di copie in Africa” (riferendosi alla stampa curata dal Centro missionario diocesano di oltre 7000 copie del Vangelo in lingua San distribuite alla parrocchia del Sacro Cuore di Toma). “E pensare – ha concluso – che avevo avuto la presunzione di credere che avrei offerto due anni della mia vita al Signore! Era nel lontano 1974! Il Signore, nella sua generosità e misericordia mi ha regalato tutti gli altri”.

Livio Nonis