“Storie di montagna a Palazzo Coronini. Julius Kugy e donne in quota”

Una mostra che racconta una storia, anzi: due. Si tratta di “Storie di montagna a Palazzo Coronini. Julius Kugy e donne in quota”, il nuovo allestimento realizzato nelle Scuderie di Palazzo Coronini Cronberg di viale XX settembre a Gorizia.
Non un’esposizione nel senso classico del termine: pochi gli oggetti originali presenti, molti invece i pannelli e le bacheche in cui sono riportati dei testi che raccontano appunto delle storie in italiano e inglese (con la possibilità, tramite qr code, di scaricare il pdf in sloveno e tedesco).
Curata da Valentina Randazzo, seguita per progetto grafico e allestimento dall’Associazione Examina, la mostra si divide in due parti che hanno come comune protagonista la montagna. “Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario dalla morte di Kugy, che peraltro è nato proprio nella villa che si trova di fronte alle Scuderie. Il secondo motivo è legato al ritrovamento nell’archivio Coronini di una lettera che l’esploratore ha inviato nel 1926 a Nicoletta per renderla partecipe del successo che stava riscontrando il suo primo libro “Dalla vita di un alpinista”, esprimendole nel contempo la volontà di scriverne altri. Inoltre abbiamo scoperto un ulteriore legame fra i Coronini e Kugy il cui cognato Victor Pozzi è stato l’amministratore dei beni della nobile famiglia”. E se queste sono le ragioni che hanno dato il via alla mostra sull’alpinista goriziano, a sollecitare un’esposizione dedicata alle donne in montagna e alle donne di montagna è stato il ritrovamento di una foto che ritrae Carmen Coronini su una vetta delle Dolomiti.

La mostra dedicata a Kugy
Al pianoterra e nella prima sala al piano superiore delle Scuderie si trova la parte dedicata a Kugy, articolata in sezioni che ricordano le sue passioni a cominciare dalla musica, con un video e un sottofondo curati da Examina riprendendo musiche tradizionali della montagna modernizzate anche con l’ausilio di suoni ripresi direttamente in natura in diverse zone della Carnia, dove sono state anche girate le immagini del filmato.
La seconda sezione è dedicata alla botanica e all’incessante quanto inutile ricerca della Scabiosa Trenta, un fiore mitico che ha permesso all’alpinista di scoprire luoghi per lui inediti e affascinanti. La terza parte è invece riservata a Kugy scrittore, con un tavolino sul quale è conservata la lettera inviata a Nicoletta Coronini mentre all’interno di quattro bacheche sono custodite ambientazioni legate alle parole che l’alpinista ha dedicato alla notte e al bivacco, alla Valbruna e alla sosta come momento topico dell’esplorazione.
Una teca nell’angolo della sezione raccoglie invece il carteggio fra Kugy e Gino Tornari, alpinista e fotografo goriziano che realizzò alcuni degli scatti di “Le Alpi Giulie attraverso le immagini”: grazie alla collaborazione dei nipoti di Tornari, accanto ai documenti sono esposte anche alcune delle sue macchine fotografiche. L’ultima parte del percorso dedicato a Kugy riguarda la Prima Guerra, momento che segna la fine della sua esperienza alpinistica ma anche l’incarico di referente alpino che gli valse la medaglia al valore militare per aver aiutato i soldati a conoscere la montagna e i suoi pericoli.

La sezione “Donne in quota”
La seconda sala al primo piano delle Scuderie è riservata alle donne che per prime hanno affrontato la montagna o che sulle vette vivevano. Si parte dal ricordo delle pioniere dell’alpinismo europeo, passando quindi all’alpinismo femminile nostrano con le imprese delle sorelle Grassi, che nel 1878 raggiungono il Monte Canin assieme a Giovanni Marinelli, fondatore e presidente della Società Alpina Friulana che le usa come “cavie” per testare la capacità alpinistica delle donne. Donne che si arrampicavano con corpetti e voluminose gonne fino all’inizio del Novecento. L’ultima sezione è infine riservata alle donne della montagna, le portatrici che già prima della Grande Guerra nelle voluminose gerle trasportavano corde e picozze per agevolare gli alpinisti.

Eventi collaterali e promozioni
“Ciò che più mi rende fiera di questa mostra è che sia il frutto di una vera cordata, con numerosi parternariati pubblici e privati” ha dichiarato Valentina Randazzo prima di illustrare i numerosi eventi collaterali che verranno divulgati a cadenza bimestrale fino a catapultare la mostra nell’anno della Capitale europea della Cultura.
Non solo semplici conferenze ma anche escursioni a cura di diverse sezioni Cai regionali, del Soccorso Alpino regionale e del Collegio delle Guide alpine fino a ipotizzare, in ottobre, una gita che, partendo dalla visita alla mostra goriziana, porti poi gli aderenti in Valbruna, dove la Fondazione Coronini sta contribuendo alla realizzazione di un percorso urbano dedicato a Julius Kugy.
Interessante novità della mostra è la possibilità di avere un coupon timbrato al momento dell’acquisto del biglietto (del costo di 5 euro l’intero, 2 euro il ridotto). Con questo si potrà accedere a una vasta selezione di sconti in musei, negozi, attrazioni, ristoranti e alberghi non solo goriziani come il Kinemax, la palestra di roccia Deš di San Pietro, la telecabina del Monte Lussari.