Dalla Marcelliana a Roma per l’incontro delle corali

Dal 7 al 9 giugno diversi cori della nostra Arcidiocesi, tra cui anche quello della Marcelliana, sono stati accolti dal coro della Diocesi di Roma per il Convegno mondiale dei cori e delle corali.
In Vaticano, tra l’aula Paolo VI e la Basilica di San Pietro, circa 6.000 coristi e coriste si sono confrontati con esperti di canto ed animazione liturgica, alternando gli interventi parlati con canti del vasto repertorio del canto religioso, intonati dall’assemblea che si è così costituita in un grandissimo coro universale.
In particolare, sabato mattina c’è stata la visita del Santo Padre che ha avuto parole di sprone per chiedere ai partecipanti di proporre l’animazione delle liturgie in armonia, in comunione e con gioia.
Nel pomeriggio l’aula si è riempita per il concerto celebrativo dei 40 anni del coro della Diocesi di
Roma.
A cantare, accompagnati da un’incredibile orchestra, non erano solo i romani: tutti i presenti sono stati invitati a farlo, suddivisi nelle canoniche quattro sezioni (soprani, contralti, tenori e bassi). Cantare tutti assieme ha permesso di “testare sul campo” la forza di comunità e armonia con una gioia indicibile al termine.
La musica rappresenta per me, da sempre, una sorta di mondo in cui posso rifugiarmi, posso provare emozioni e posso aiutare altri a provarle. Ma anche suonando l’organo mi rendo conto che aiuto tante persone a sentirsi parte dell’armonia per vivere momenti di preghiera e serenità.
Provo un particolare legame con la musica sacra, non quella colta e dotta, ma quella popolare, quella che si canta a messa alla domenica, per intenderci.
Tornando all’esperienza di Roma ho finalmente intuito perché ho questa predilezione istintiva verso la musica sacra.
Immersi nella bellezza delle chiese della città eterna, dei loro tesori mi è parso chiaro che, così come attraverso la pittura, l’artista ha cercato di trasmetterci il suo cammino verso Dio, la sua percezione del divino e dei fatti che ci sono stati tramandati, per poterci avvicinare a nostra volta al Creatore, così i compositori di musica sacra attraverso le sette note ci aiutano ad entrare nel mistero, a penetrarlo con il nostro cuore e in questo modo ci permettono di cogliere nella nostra intimità la bellezza e la grandezza del Padre.
La musica può fa star meglio, aiuta a far pulizia nei pensieri, sollecita la sensibilità, ma la musica sacra fa percepire la grandezza dello Spirito, lo mette in contatto con il nostro essere ed io credo che dobbiamo sentire un forte impegno nel trasmettere questi sentimenti, queste sensazioni, agli altri: questo è un compito meraviglioso.

Enrico Altran

(in foto i componenti del coro della Marcelliana con mons. Frisina)