Le opere di Paolo Orlando per la Rotonda di S. Elio

Ha lavorato per settimane per portare a termine il lavoro: Paolo Orlando, artista monfalconese noto a livello internazionale per le proprie opere pittoriche a carattere sacro, è l’autore della nuova decorazione della Rotonda di S. Elio a Capodistria. Un gioiello di storia e architettura che, riaperto al pubblico e al culto il 14 giugno, ora non solo è nuovamente visitabile ma ha acquisito una nuova veste.
L’edificio è un vero e proprio gioiello dell’arte romanica riportato ai fasti di un tempo grazie ad un lavoro di restauro durato tre anni. Sono stati mantenuti gli elementi originali in pietra con l’aggiunta di elementi moderni, come il nuovo pavimento in cotto che ricopre quello originale, e il nuovo sistema di illuminazione, una struttura in legno a forma di aureola, che ne esalta gli interni. Tra le nuove sistemazioni anche un pluteo del sesto secolo scoperto durante i lavori nella cattedrale e che si collega direttamente, per forme e decorazioni, alla Basilica di Sant’Eufemia a Grado.
La Rotonda dell’Assunta o del Beato Elia ha ricevuto la benedizione del vescovo monsiglior Jurij Bizjak che, durante l’inaugurazione del 14 giugno, ha ricordato come l’edificio fosse “un battistero, come sappiamo tutti. Il battistero serve sempre per trasformare i figli degli uomini in figli di Dio, ecco questo è semplicemente il battistero. Il mio augurio è che adesso sotto questo tetto rinnovato e anche il pavimento rinnovato, ognuno che sta sotto e che sta sopra questo suolo, diventi sempre più uomo e figlio di Dio. Veramente è un edificio che desta rispetto, desta tanta gioia perché è un edificio antichissimo e ricchissimo”.
A chiamare Orlando a Capodistria il parroco, don Primož Krečič, seguendo una lunga amicizia e un rapporto di reciproca stima. “I santi che sono stati realizzati sono santi delle nostre terre, italiani, sloveni e croati. Santi lontani nel tempo ma vicini a noi ma anche santi dell’ultimo secolo”, racconta il parroco.
Il lavoro fisico è stato completato nell’abside della cattedrale e poi le opere sono state spostate nella Rotonda. “In questi giorni di lavoro si è creata una fraternità tra noi – così Orlando – perché sono stato ospite di don Primož, preghiamo assieme”.
Tra i santi scelti per essere rappresentati nell’opera non solo Leopoldo Mandic, per anni confessore in città, ma anche Egidio Bullesi, Miroslav Bulešic e Filip Tercelj, due di essi vittime dei totalitarismi del secolo scorso. Questi martiri ci aiutano a riappacificarci con noi stessi e con la nostra storia, diventano anch’essi parte di quella fraternità”. Un racconto della storia agiografica cittadina e dell’intero territorio accomunati dal linguaggio universale dell’arte.
I.B.