Il “grazie” al Padre per il dono del sacerdozio
8 Luglio 2024
Nell’articolo 6, al numero1537 del Catechismo della Chiesa Cattolica, sull’Ordine Sacro, troviamo l’etimologia di “Ordine”, di cui citiamo la definizione: la parola, nell’antichità romana, designava corpi costituiti in senso civile di coloro che governano e, “Ordinatio” – Ordinazione -, indicava l’integrazione in un “ordo” – ordine.
Nella Chiesa ci sono corpi costituiti che la tradizione chiama ordines, fra cui l’ordo presbyterorum -ordine dei presbiteri – in cui si viene integrati con la “consacrazione”.
Ogni data o anniversario che commemora tale celebrazione solenne, viene legittimamente ricordata dal presbitero, nell’intimità del suo essere, e festeggiata dalla Comunità.
Ogni fedele si sente grato e riconoscente per la presenza costante del proprio parroco, e non manca di partecipare a momenti commemorativi in suo onore.
Il desiderio di fare ala a don Bruno Sandrin, parroco di San Lorenzo Isontino nel 46° di sacerdozio, si è dipanato lentamente, sollecitato dalla mente storica del consigliere Albano Flaugnacco, mai dimentico di date e ricorrenze personali o comunitarie.
Ben presto l’attivazione!
Fruendo del passa parola, ognuno ha provveduto al suo ruolo: radunati i bambini, da poco beneficiari del sacramento dell’Eucarestia, e le loro famiglie, avvisati gli appartenenti al Consiglio Pastorale, i reperibili della Comunità…
Ed ecco che alla messa vespertina delle 19 della sera del 24 giugno, dedicata a San Giovanni Battista, la forza del fuoco non si sprigionava dai tizzoni ardenti propri dei falò popolari ma dall’anima delle persone riunite attorno al loro parroco, don Bruno Sandrin, per festeggiare con lui il suo 46° anniversario di consacrazione sacerdotale.
È stata una ricorrenza memorabile, in una serata feriale simile a tante altre, con le sole varianti della “sorpresa” e della partecipazione dei fedeli più nutrita del solito.
Don Bruno captata la novità, ha riempito la pisside di ostie “in più” e ha iniziato, imperturbabile il rito con il canto d’inizio e l’Alleluia ben scandito al Vangelo, non usuali nella ferialità.
Davanti a lui, cosa sorprendente, tutti i piccoli della Prima Comunione in prima fila, cornice espressiva di una Comunità viva che continua nel tempo il valore di un Sacramento, che non si spegne ma si perpetua nel tempo.
Al Vangelo l’omelia a braccio di don Sandrin, non scritta, né tantomeno preparata, ma libera e spontanea, tipica di un parroco che sa cogliere l’attimo e farne buon uso. Ha ricordato la sera della sua consacrazione, avvenuta propria nella stessa ora e giornata nella basilica di Aquileia, Chiesa madre, 46 anni prima. Abbiamo iniziato in 11, ha continuato, e sono rimasto solo io, non che fossi il più bravo o intelligente ma semplicemente il frutto di un intervento divino che va al di là della comprensione umana.
Ha ringraziato benevolo tutti i presenti e, con uno sguardo particolare, da Padre, i piccoli della Comunione.
Alla fine l’intervento di ringraziamento del Consiglio pastorale (che ha donato al sacerdote un’icona bizantina di pregevole fattura): “Don Bruno, come Consiglio Pastorale, organismo da Lei sempre presieduto con saggezza e buon senso, siamo qui ad esprimerle le nostre più sentite congratulazioni, per un traguardo così importante da Lei felicemente raggiunto! 46 anni di sacerdozio non sono pochi, ma diventano poco più di niente, se vissuti con la tenacia, l’abnegazione e la pacatezza che Le sono solite.
È un esempio per tutti noi! La Sua carica emotiva e spirituale, che ha sempre profuso, non è mai venuta meno e, per questo, abbia tutta la nostra profonda stima e infinita riconoscenza”.
ElleEmme
Notizie Correlate