Successo per la Festa di Avvenire: la cura delle parole

Giovanni Caccamo è stato il protagonista del secondo appuntamento con la Festa di Avvenire “In dialogo con il territorio”, svoltasi a Grado grazie al sostegno del Comune, della Parrocchia e di vari partners. Ampia la partecipazione del pubblico, affezionato ad una rassegna di qualità. Nel suo saluto il Direttore di Voce Isontina e Presidente Fisc -Federazione Italiana Settimanali Cattolici- Mauro Ungaro ha affermato che “le piazze si riempiono con le persone credibili, che trasmettono qualcosa. Giovanni Caccamo è un artista conosciuto non solo per il suo modo di fare musica, ma anche per ciò che lui lega al suo mondo musicale. In un mondo segnato dagli algoritmi, si riesce a riconoscere le persone vere. Non avevamo dubbi che avremmo riempito la piazza anche questa sera”. Dopo il primo appuntamento sull’IA, l’incontro proposto sul tema “Le parole che ci cambiano” ha permesso, come osservato dal Direttore di Avvenire Marco Girardo, di “ascoltare l’intelligenza del cuore”. Intervistato dalla giornalista di Avvenire Angela Calvini, il cantautore di Modica, vincitore di Sanremo giovani nel 2015, si è “messo a nudo” raccontando le origini familiari, la scomparsa prematura del padre e la rielaborazione spirituale del lutto grazie anche alla musica. Il sogno di Giovanni, sin da bambino, era quello di diventare un cantautore. In attesa di realizzarlo, si trasferisce a Milano, dove studia architettura e, parallelamente, bussa -senza però vederle aprirsi- alle porte delle più importanti etichette discografiche. Non demorde, ed è un vero e proprio appostamento in contrada sicula, nei pressi della casa di vacanza di Franco Battiato, a segnare la svolta: all’incontro con il maestro di Milo fa immediatamente séguito una telefonata in cui l’autore di Bandiera bianca e Cuccuruccucù, ascoltato il cd del giovane conterraneo, gli comunica la volontà di produrne il primo disco. Un mentore, Franco Battiato, per Giovanni Caccamo che, nell’imitarlo alla perfezione, ha divertito il pubblico, rivelandosi un vero mattatore, irresistibile anche nelle imitazioni di alcuni degli interpreti per i quali successivamente ha scritto dei pezzi, come Andrea Bocelli, Elisa, Emma e Patty Pravo.
“Pensa a Bach e a Van Gogh” gli disse Battiato all’inizio della loro collaborazione. “Il primo deriso dai contemporanei, l’altro rinchiuso in un manicomio, eppure hanno continuato a comporre e a dipingere, cambiando radicalmente l’arte”. Parole gettate come semi nell’anima riflessiva dell’esordiente Caccamo, che a quel monito è rimasto fedele. Convinto che le parole -non gli algoritmi- possano restituirci alla verità della vita, promuovendo una trasformazione reale, possibile se ci si ascolta nel frastuono dell’esistenza contemporanea. Credere nel peso specifico delle parole è da umanisti, e Giovanni Caccamo ci crede tanto da essersi fatto promotore -sulla scia dell’ultimo album “Parole”- di un progetto che dà Parola ai giovani, ai quali ha lanciato un concorso di idee per individuare le parole del cambiamento: 15 le tavole rotonde organizzate nelle Università, nelle carceri e nei centri di accoglienza, oltre 1.000 i testi pervenuti, tra cui sono stati scelti 60, i più propositivi e luminosi, raccolti nel volume, edito da Treccani, con la prefazione di Papa Francesco, “Manifesto per il cambiamento”. Le nuove generazioni, se incontrano la fiducia di chi le sa ascoltare, esprimono un’insoddisfazione profonda per lo stato delle cose, per l’asettica perfezione che la virtualità impone, riducendo all’alienazione chi ne rimane prigioniero. Dai testi inclusi nel volume esce un elenco di parole necessarie come bussole a riorientare la rotta, traducendosi in azioni concrete: semplicità, accoglienza, coraggio, consapevolezza, autenticità, rinascita, cura, umanità, dialogo, ascolto, gentilezza e molte altre che aprono un orizzonte “alto”, in antitesi ai paradigmi agonistici e ansiogeni del mercato, che vorrebbe i giovani esclusivamente competitors e consumatori.
Il progetto si è aperto al mondo dopo che, lo scorso aprile, l’artista ha portato la sua Parola ai giovani a New York, al Palazzo delle Nazioni Unite, rendendola internazionale, diretta ai giovani di tutto il mondo, invitati a scrivere il loro Manifesto for Change – Youth and Future in risposta alle domande “Cosa cambieresti delle società in cui vivi e in che modo? Qual è la tua parola di cambiamento?”. La parola scelta da Giovanni Caccamo è “gratitudine”, che -ha detto- “è all’origine di ogni possibilità di cambiamento, da esercitare quotidianamente per godere di frammenti di felicità, imparando a dare valore a ciò che abbiamo, ai pulsanti verdi”, antidoto alla lamentazione infinita su ciò che non abbiamo -i “pulsanti rossi”- e da cui facciamo dipendere il benessere individuale, ricercato inseguendo il miraggio di un fantomatico posto al sole.
Se cambia il punto di vista sulla realtà, cambia il modo di abitarla. Caccamo, cantautore sensibile e trascinatore culturale, artista capace di ascolto e di impegno per e con i giovani, a ciascuno di loro ricorda di “vivere con consapevolezza”. Lo ha ribadito anche a Grado, con una sorpresa in musica per i presenti, intonando i versi della sua canzone: “Fidati del vento / siamo vele in movimento / anime presenti / spazi senza tempo … fiori nel cemento / la libertà di scegliere il silenzio … Hai sentito quanta fame c’è nell’aria? / Di un cambiamento”.

Annarita Cecchin

Foto Laura Marocco © Foto Ottica Marocco Grado