Dove le tracce del passato si uniscono ai sentieri del presente

Natura e storia, tracce del passato che si uniscono ai sentieri del presente. Sentieri della storia che si intrecciano alla vita che continua, nel solco di tradizioni, gesti, usi e costumi. Sentieri di lingue che portano con sé magnifici modi di vedere il mondo e vivere la vita. In tutto questo ci portano due itinerari sul Carso della Grande Guerra.
Il primo a Redipuglia, partendo dal Sacrario militare per arrivare alla Dolina dei Bersaglieri.

Il primo percorso
Parcheggiando alla Regia stazione, attuale Museo Multimediale della Grande Guerra, la partenza visitando il museo stesso è d’obbligo. Quindi il più grande sacrario militare italiano.
Qui riposano oltre 100mila soldati italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Il Sacrario di Redipuglia, inaugurato nel 1938, è un imponente esempio di architettura monumentale e un commovente tributo a chi ha perso la vita in guerra. Per dare onore ai vincitori e ai vinti, o al termine del percorso o all’inizio, una visita al cimitero militare austroungarico, a poche centinaia di metri in direzione Fogliano, è ugualmente d’obbligo.
Proseguendo il nostro itinerario, dalla cima del Sacrario, possiamo raggiungere con facilità la Dolina dei Bersaglieri. Questo sito, situato a pochi chilometri da Redipuglia, era una postazione di sanità durante la Prima Guerra Mondiale. Oggi, la dolina è un museo a cielo aperto dove è possibile esplorare i resti delle trincee, i rifugi e le postazioni di artiglieria. Il silenzio e la solitudine del luogo contrastano con la vivida immaginazione di ciò che qui è accaduto oltre un secolo fa: basta guardarsi attorno, nel silenzio della natura, per sentire gli echi e i richiami di spari e di grida.
Una vera e propria esperienza immersiva nella storia e dentro se stessi.
Al suo interno si può compiere un percorso storico completo che coinvolge sia la parte di storia militare che di storia sociale. Contesa sin dalla I Battaglia dell’Isonzo, questa zona passò in mano italiana nell’ottobre del 1915 (III Battaglia dell’Isonzo) divenendo sede di un centro di prima medicazione e comando.
L’anno successivo, con lo spostamento del fronte più ad est, la dolina non si trovò più in prima linea e poté ospitare così anche un piccolo ospedale militare.
Camminando lungo i camminamenti e le trincee si possono quindi incontrare molteplici testimonianze che riguardano la vita dei soldati al fronte, la storia della sanità durante la Grande Guerra nonché la storia della popolazione locale durante e dopo il conflitto.
A pochi metri la Trincea Mazzoldi, ripulita negli ultimi anni da un progetto positivo portato avanti dagli Alpini di Palmanova con numerosi studenti, il Comune di Fogliano Redipuglia e la Pro Loco Fogliano Redipuglia. Una linea italiana a pochi passi dalla linea austriaca, ancora visibile.
Venne costruita sulla base della trincea che era stata scavata dalle truppe austro-ungariche quando ancora tenevano sotto controllo questa zona. L’esercito italiano, tra il 1916 ed il 1917, la fortificò con il cemento, avvalendosi in questo modo di un forte sistema difensivo in caso di controffensiva dell’esercito austro-ungarico. Dopo la Dodicesima Battaglia dell’Isonzo la trincea risultò essere superflua. A causa dell’attacco austro-germanico nell’Alto Isonzo e dello sfondamento nella pianura friulana, la Terza Armata italiana la dovette lasciare improvvisamente, in modo da evitare l’accerchiamento. A completare il nostro itinerario la cima del Monte Sei Busi per godere del panorama sulla Bisiacaria e la Bassa Friulana.

Il secondo percorso
Il secondo percorso ci porta a San Martino del Carso, piccolo villaggio che ha subito enormi devastazioni durante la guerra.
Le poesie di Giuseppe Ungaretti, che qui ha combattuto, hanno immortalato il dolore e la distruzione subiti da questo borgo. Non solo, anche numerosi poeti e giornalisti austriaci e ungheresi qui hanno lasciato ricordi e memorie. Il Museo di San Martino del Carso offre una ricca collezione di reperti bellici, fotografie e testimonianze che raccontano la vita durante il conflitto.
O in macchina o a piedi, attraverso un sentiero dal cimitero del paese che non presenta grosse difficoltà, si possono raggiungere dapprima il Kopjafa che ricorda il 4° Honved. Quindi la salita al Monte San Michele, quel “pugno chiuso di fronte agli italiani”, parafrasando un articolo della giornalista austriaca Alice Schalek. Venne fortificato dagli austroungarici e l’Esercito italiano tentò per mesi di conquistarlo. In quell’area, il 29 giugno del 1916, ci fu il primo attacco con i gas sul fronte italiano: l’Esercito austroungarico attaccò di sorpresa i soldati italiani utilizzando una miscela di cloro e fosgene.
Le estese fortificazioni, difese da reparti ungheresi, resistettero a diversi attacchi e il Monte cadde nelle mani degli italiani solo durante la Sesta Battaglia dell’Isonzo.
Ancora oggi la zona è disseminata di trincee, camminamenti, caverne e gallerie.
La sommità del Monte è stata restaurata e dichiarata zona monumentale.
Teatro di alcune delle battaglie più cruente del fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale, il Monte San Michele è un luogo di memoria e, con il suo museo multimediale, consente di fruire appieno delle costruzioni belliche.
Con una modesta spesa si può visitare il museo assieme alle cannoniere, mentre dal monte si gode di una vista panoramica straordinaria che abbraccia il Carso e la pianura friulana fino al mare Adriatico.
Non più fruibile, purtroppo, è il Sentiero dei Cippi ma rimane ugualmente suggestivo potersi immergere nel bosco verso Case Neri, località a poche centinaia di metri, con l’antro: durante la prima guerra mondiale in questa grotta e nella dolina antistante furono costruiti alcuni ripiani, uniti da gradinate, sui quali numerose baracche di legno offrivano riparo a 1200 militari austriaci; dopo la conquista del Monte San Michele, l’esercito italiano sistemò nella cavità un Comando di Artiglieria.
Si racconta che nella grotta c’era un cunicolo, usato dai militari, che sboccava a San Martino del Carso, ma non è mai stato ritrovato.
Va detto che, per chi volesse approfondire la storia della Prima Guerra Mondiale attraverso visite guidate ed escursioni tematiche sono attive, organizzate dalla Pro Loco Fogliano Redipuglia (info@prolocofoglianoredipuglia.it anche telefonicamente ai numeri 0481489139 oppure 3461761913) in collaborazione con PromoTurismo Fvg, una serie di escursioni con gli Esperti Grande Guerra fino a novembre 2024.
Attraverso questi percorsi, in un sincretismo unico tra storia, natura e poesia, il Carso si rivela non solo come un teatro di battaglie, ma anche come un simbolo di pace e rinascita, capace di offrire spunti di vita preziosi a chiunque voglia ascoltarli.

Ivan Bianchi