Arnolfo De Vittor, “un simpatico fratello”

Ho letto su “Voce” dei cento anni di Arnolfo De Vittor. Di lui vorrei dire qualcosa anch’io, perché è lui che mi ha fatto conoscere il settimanale e mi ha indotto a scrivere del mio passato goriziano.
Successe dopo anni che non avevo più avuto rapporti con Gorizia e all’improvviso, in modo inaspettato, lo incontrai.
All’uscita da un convegno nazionale a Rimini della D.C., nel quale non sapevo che ci fosse anche lui, tra la folla, dietro di me, sentii e riconobbi la sua voce. Fu un colpo ! Non mi parve possibile di essere tornato ad un lontano passato, quando con Arnolfo collaboravo nell’Azione Cattolica.
L’incontro, incredibile, fu comunque capace di ridarmi un rapporto con la città del mio cuore. Eravamo molto commossi, decidemmo di riallacciare i nostri rapporti, anche se lontani, lui a Gorizia, io a Rimini.
Ci scrivemmo ed io gli dissi del mio raccontare la vita da ragazzo, lo facevo per i figli e i nipoti, soprattutto per le insistenze di Giulia, alla quale, per prima, avevo raccontato tutto di me.
Arnolfo mi chiese di mandare anche a lui ciò che raccontavo, visto che nel periodo dei miei ricordi abitava dalle mie parti e aveva vissuto gli stessi avvenimenti. Che erano non da poco, dal momento che riguardavano il periodo caldo della guerra! Lesse gli scritti tanto volentieri da raccontarli agli amici di “Voce”. D’accordo con loro mi chiese se poteva riportarli addirittura sul giornale. Da parte mia non ebbi nulla in contrario, le mie notizie riguardavano solo ciò che avevo visto e vissuto, ma potevano far conoscere un po’ di vita del passato.
Con l’occasione Arnolfo mi fece un ulteriore regalo, mi presentò il direttore di “Voce”, una conoscenza di pregio e di prestigio, che mi onorò molto e mi arricchì di una nuova, preziosa, cordiale ed accogliente amicizia. E non fu il solo dono dell’amico ritrovato: riaprendo il dialogo con lui scoprii una personalità che nella semplicità, la modestia e l’umiltà, nascondeva tante “perle di valore”! Innanzitutto dal punto di vista religioso: appresi dai suoi discorsi che si trovava ben presente nella vita della Chiesa e nelle sue celebrazioni, in modo puntuale e partecipe, da vero fedele.
Lo trovavo poi, tutt’uno con l’Azione Cattolica, sempre presente nelle attività dell’associazione, pronto a dare senza nulla chiedere.
Da parte mia lo avvertii come un simpatico fratello, capace di un dialogo serio ma disteso, punteggiato da efficacissime battute! Comunque ogni momento con lui era vissuto con gioioso affetto.
Purtroppo, con il suo averci improvvisamente lasciato abbiamo perso una impagabile presenza, un punto di riferimento ed appoggio. Ci rimane però, pungente, il ricordo, sempre vivissimo: da esempio! E non solo a cento anni dalla sua nascita.
Guido Marziani