La Fede non toglie il dolore ma lo riempie di significato

Anche quest’anno, in cui l’Unitalsi compie ben 121 anni di attività, le diocesi di Trieste, Udine e Gorizia hanno realizzato il viaggio a Lourdes, con quattro pullman e un aereo. Eravamo 317 pellegrini, tra malati e volontari. L’Unitalsi venne fondata nel 1903 da Giovanni Battista Tomassi, ventenne malato di artrite deformante, che andò a Lourdes […]

20 Settembre 2024

Anche quest’anno, in cui l’Unitalsi compie ben 121 anni di attività, le diocesi di Trieste, Udine e Gorizia hanno realizzato il viaggio a Lourdes, con quattro pullman e un aereo. Eravamo 317 pellegrini, tra malati e volontari.
L’Unitalsi venne fondata nel 1903 da Giovanni Battista Tomassi, ventenne malato di artrite deformante, che andò a Lourdes per suicidarsi, ma che poi disse: “La Vergine ha guarito il mio spirito”. Da allora, l’Unitalsi è lo strumento in cui la disperazione diventa speranza e la tristezza diventa sorriso, poiché la sofferenza non è solo fisica, ma provoca anche emarginazione e solitudine. Al dolore della malattia si aggiunge la solitudine.
Presso la grotta di Massabielle, anche oggi avvengono questi miracoli, che spesso la cronaca non sa cogliere:
– la serenità e il sorriso di tanti malati;
– la conversione di tante anime nei confessionali e il nutrimento dell’Eucaristia;
– i volontari che accompagnano gli ammalati, pagandosi il viaggio e il soggiorno, per lavorare accanto ai sofferenti, e sono il motore che alimenta il pellegrinaggio.
Quest’anno il pellegrinaggio si è svolto sul tema richiesto dalla Madonna: “Si venga qui in processione”. La processione è l’espressione simbolica del pellegrinaggio della vita, dove tutti avanziamo verso Dio e l’eternità, e chiediamo al Signore che:
– ci sostenga reciprocamente;
– si sappia andare incontro a chi è in difficoltà;
– si porga un attento ascolto all’altro con gli occhi del cuore.
Andare in pellegrinaggio alla grotta di Lourdes in questi anni è un modo di fare Sinodo, poiché si incontrano fedeli di altre nazioni e lingue, che possono aiutarci a meglio comprendere questo “cambiamento d’epoca”.
Per noi del Friuli Venezia Giulia, nati dalla madre Aquileia, in questa piccola regione dove da sempre hanno convissuto e formato famiglie friulane, slovene, tedesche e venete, e sul crinale delle Alpi orientali sorgono i nostri santuari mariani, dove sempre tutti sono andati in pellegrinaggio, il 2025 ci riserva due occasioni:
– l’Anno Giubilare;
– Gorizia e Nova Gorica, capitale della cultura transfrontaliera.
Come cristiani, dobbiamo sposare l’invito dell’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, a saper lavorare e testimoniare assieme, “non di besoi, ma insieme” e assieme andare verso il popolo delle Beatitudini (Mt. 5) con l’atteggiamento del buon Samaritano (Lc. 10,25).
La fede non toglie il dolore, ma lo riempie di significato con l’Amore di Cristo Crocifisso.
Lourdes è uno di quei luoghi in cui l’eternità si realizza senza rumore e il Regno di Dio è in costruzione, dove si rinnova il miracolo di Cana di Galilea (dove l’acqua diventa vino, Gv. 2) che ci sta a dire che la festa continua, il matrimonio tra Dio e l’umanità.

mons. Armando Zorzin, vicario generale dell’Arcidiocesi di Gorizia

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