I 100 anni dell’organo di Santa Maria Annunziata
22 Ottobre 2024
Il 15 agosto scorso, la Parrocchia di Romans d’Isonzo non poteva festeggiare i 100 anni dall’inaugurazione dell’organo della chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata, perché l’edificio dedicato al culto era ancora interdetto ai fedeli per i lavori di restauro dopo la caduta in un lembo del soffitto nel settembre 2021.
È curiosa la storia dello strumento, riportata nel libro “Romans, cinque secoli di vita parrocchiale”. Una storia che parte da molto lontano, dal 1773, quando il pievano di Romans, Marco de Perlei commissionò all’organaro Angelo Morassi, la stima dell’organo di Gemona, che voleva acquistare per la chiesa di Romans, come poi fece, pagandolo 1214,3 lire.
Questo in quanto il Duomo di Gemona, nel 1768 aveva fatto costruire un nuovo organo dall’organaro veneziano Francesco Dacci e pertanto voleva disfarsi del vecchio organo, che pur era stato fabbricato dal celebre Pietro Nacchini, nato nel 1694 a Buli¤, tra Zara e Sebenico.
Questi, secondo gli studi, lo realizzò verso il 1730. Trasferito a Romans, l’organo gemonese potè essere collocato in chiesa soltanto nel 1822 e nell’occasione fu commissionata all’intagliatore Fantoni di Udine (o Gemona), la cantoria in stile neoclassico, andata in seguito dispersa. Nel frattempo il destino volle che il vecchio organo di Gemona cambiasse ancora dimora ed infatti dopo soli 2 anni, nel 1924, la Parrocchia di Romans lo vendette per 6000 lire alla chiesa di Fogliano, che lo pagò in contanti vendendo un campo e mezzo, dove tuttora viene usato. Nel contempo a Romans fu ordinato un nuovo organo alla ditta Beniamino Zanin di Camino di Codoipo.
Un organo considerato di ottima fattura, che fu inaugurato il 15 agosto 1924 in occasione della Festa dell’Assunta, poi modificato nel 1937. In occasione dell’acquisto fu edificata pure la monumentale cantoria che chiude l’intera parte interna di facciata opera in falso Rinascimento ed Impero della falegnameria Calligaris di Romans e del pittore e decoratore locale Romano Angelini.
Edo Calligaris
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