Siete santi qui e adesso
30 Ottobre 2024
Durante un’intervista a Madre Teresa di Calcutta un giornalista ad un certo punto le chiese: “Lei si sente una santa?”. Domanda intrigante. Ci pensò un po’ e poi disse: “Ma la santità non è un lusso, è la normale meta di una vita cristiana”.
Questo è quanto il Concilio Vaticano II, sulla scia di tanti santi come San Francesco di Sales (1567-1622), ha affermato con forza: la santità è per tutti, nessuno escluso. Già Sant’Agostino parlava dei santi come di un bellissimo giardino con fiori di ogni tipo: “Il bel giardino del Signore, possiede, o fratelli, non solo le rose dei martiri, ma pure i gigli delle vergini e le edere dei coniugi e le viole delle vedove” (discorso per la festa di San Lorenzo).
Ed è quanto ci ha ribadito papa Francesco nell’Esortazione apostolica Gaudete et Exultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.
Eppure, negli incontri preparatori con genitori e padrini che chiedono il battesimo per i loro figli alla domanda: “Nella crescita di fede cosa desiderate di più grande per i vostri figli?”, nessuno ha mai detto “la santità”. E quando suggerisco loro la risposta rimangono meravigliati.
Addirittura durante un battesimo una nonna disse: “No, non la desidero per mio nipote perché i santi hanno sempre fatto una brutta fine”.
Sincera ma preoccupante questa risposta perché evidenzia una fede che non punta alla pienezza della vita in cielo e non la ritiene necessaria per la vita sulla terra.
Si, perché la santità è la spontanea meta del battezzato, come lo è, per usare la metafora del giardino, il fiore bello o l’albero ricco di frutti per il seme.
Santo è l’uomo nuovo, il cristiano riuscito, la nuova umanità cosi come Dio la desidera e per cui l’ha creata: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nell’amore” (Ef. 2,3-4).
Mi piace pensare che è proprio questo il nostro ultimo “stadio evolutivo”: l’umanità nuova, umano-divina, di cui i santi ne sono segno e primizia.
Ma come essere santi oggi? Tornando ancora alla metafora: cosa fa il contadino per il seme?
È certamente la potenza della natura che lo trasforma in pianta, ma il contadino crea tutte le condizioni perché questo avvenga.
Allo stesso modo la santità è opera di Dio, ma noi possiamo e dobbiamo creare tutte la condizioni perché questa Sua opera avvenga con il nostro desiderio e la nostra partecipazione. Come concretamente? “Come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: Siate santi, perché io sono santo”. (Pt 1,15-16).
Dio, il Santo, è la SS. Trinità. Santi diventiamo se cerchiamo la volontà di Dio Padre e viviamo in essa. Se ogni giorno compiamo quello che Dio voleva da noi siamo sicuri di avanzare nella vita santa e troviamo la pace. Non è detto questo avvenga solo perché abbiamo fatto mille cose, parlato a migliaia di persone, ricevuto infinite visualizzazioni o guadagnato stima dai superiori.
Il discernimento serve proprio a comprendere qui ed ora la Sua volontà. Solo se la desidero e la cerco la trovo.
I santi ci indicano che il cammino verso la santità comporta anche un’identificazione sempre più profonda con Cristo, il Dio Figlio. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5). I sentimenti, cioè la parte più interiore. Com’era il cuore di Gesù? Lo rivela lui stesso: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Sforzarci a vivere la mitezza, l’umiltà, la docilità, la compassione nelle mille occasioni quotidiane nei diversi ambienti di vita. Non dimenticando la via tracciata da Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).
Il santo è ancora colui che è guidato, mosso, ispirato, illuminato da Dio Spirito Santo e non dalle pulsioni dell’uomo vecchio dominato dalla sua realtà creaturale: peccati, paure, egoismi, impazienze.
La mistica Maria Faustina Kowalska ha scritto: “La fedeltà nel dare esecuzione alle ispirazioni dello Spirito Santo è la via più breve per la santità”.
Dio è amore e l’amore richiedere le relazioni.
La SS. Trinità è infatti una comunità di persone che si amano, desiderose di coinvolgere nel loro amore. Creati a Sua immagine e somiglianza, camminare nella santità qui e adesso significa anche per noi cercare, curare e vivere relazioni di santo amore.
Nell’esortazione Gaudete ed Exsultate un capitolo è dedicato alla santità come un cammino da fare insieme (n 140-146) portando esempi di santi riconosciuti tali in comunità.
Se lo Spirito, amore di Dio all’opera, è come il vento che spinge la barca della Chiesa su mari lontani allora bisogna imparare a sfruttarlo bene.
Chi è che vince la regata della Barcolana? Non chi va in solitaria ma l’equipaggio che sa sfruttare di più il vento, conosce dove, come e con che forza soffia e ne coglie ogni alito, toglie più zavorra, ha la vela più grande, naviga con una squadra in perfetta intesa e sincronia.
Così dovrebbe essere il camino di santità della comunità cristiana. Dobbiamo diventare artisti di sinfonie comunitarie, santi qui e adesso!
don Francesco Maria Fragiacomo
(Canonizzazioni in San Pietro. Foto Gennari/Siciliani – Sir)
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