Due comunità unite nel ricordo di don Cesco

Nella mia miseria vi ho molto amato, senza alcuna distinzione, e se il Signore mi concederà, nella Sua misericordia, di annoverarmi tra i suoi, state pur certi che, pure da là, continuerò ad amarvi tutti indistintamente cercando di essere presente con il mio spirito”. (dal Testamento spirituale di don Cesco)
Domenica 20 ottobre nella chiesa di Ruda tanta gente ha risposto all’invito del comitato spontaneo sorto in occasione del decimo anniversario della scomparsa di don Cesco: i “muli” di Staranzano e “lis animis discusidis” di Ruda in poco meno di un mese hanno raccolto più di 400 firme affinché l’amministrazione comunale intitolasse uno spazio pubblico alla sua memoria.
E così è stato.
Il sindaco di Ruda e l’amministrazione hanno fatto propria questa istanza e l’intera comunità paesana, unita agli amici di Staranzano, si è ritrovata domenica 20 per una S. Messa di ringraziamento, concelebrata dai parroci di Ruda e di Staranzano, don Gianpiero Facchinetti e don Paolo Zuttion; la chiesa è risuonata di tante voci sostenute dalle chitarre, un coro vibrante che con grande emozione ha voluto ringraziare il Signore per i doni ricevuti da don Cesco.
L’occasione della celebrazione ha permesso a tante persone, anche lontane, di ritrovarsi e di ripensare al proprio cammino di fede guidato dalle scelte illuminate di questo sacerdote, nella convinzione che, in questo momento così difficile e problematico per tutte le comunità cristiane, il suo esempio e la sua memoria potessero contribuire a mantenere desto nelle persone il desiderio e l’entusiasmo di “essere per gli altri”.
Al termine della liturgia, l’assemblea si è trasferita nello spazio antistante la canonica per la cerimonia ufficiale di intitolazione a don Cesco. Il sindaco di Ruda Franco Lenarduzzi, visibilmente emozionato, ha tracciato un breve ritratto di don Cesco, uomo del dialogo e dell’unità, ricordando anche la sua personale esperienza di essere stato il primo animatore di un gruppo parrocchiale sotto la sua guida. Il sindaco ha inoltre sottolineato come la passione civica e la dedizione al bene comune di don Plet abbiano spinto molti, cresciuti alla sua “scuola”, a impegnarsi concretamente nella vita associativa, sociale e politica.
Un ricordo commosso di don Cesco è stato regalato ai presenti da Graziano Frate, ragazzo nel 1957, ricordando quando il giovane prete pieno di entusiasmo, giunse a prestare il suo servizio pastorale a Staranzano. La sua idea di Chiesa, bisognosa di rinnovamento e apertura al mondo, lo portò a promuovere e a sostenere la nascita del Circolo Acli di Staranzano (che oggi porta il suo nome e che conta ben 500 soci!) e a creare il “Fondo di solidarietà”, tuttora attivo a sostegno delle famiglie bisognose della comunità.
È stata poi la volta del parroco di Ruda, don Piero, che ha ricordato il suo confratello come “uomo del Concilio”, che con la sua azione pastorale ha coinvolto i laici nel suo impegno di rinnovamento della liturgia e della catechesi che lui ha fatto diventare “permanente” con i corsi di aggiornamento alla fede per adulti; non meno importante il suo impegno nel sostegno alle missioni diocesane, ma anche il suo andare verso gli altri con il desiderio di superare le barriere tra le persone. Infine, la sua volontà di costruire luoghi di incontro, discussione e convivialità per la comunità resi tangibili dalle operazioni di restauro delle chiese della parrocchia e del Ricreatorio “don Valeriano Lepre”.
Infine “i suoi giovani” gli hanno dedicato una lettera aperta come affettuoso atto di ringraziamento per tutto ciò che ha rappresentato per la comunità di Ruda.
Al termine della lettura, Franco Brussa (nipote di don Cesco) e Francesco, piccolissimo pronipote, hanno scoperto la targa che ricorderà a chiunque passi davanti alla Canonica il nome di “don Cesco Plet parroco di Ruda dal 1976 al 2006”.
Alla fine, l’emozione così a lungo trattenuta, l’ansia che tutto si svolgesse secondo quanto stabilito, la tensione per la buona riuscita della giornata, si sono sciolte e nel ricreatorio “don Valeriano Lepre” si è dato inizio al banchetto conviviale, reso possibile grazie alla disponibilità di tante persone che, dietro le quinte, hanno preparato il pranzo.
Mentre i convitati si godevano, sotto il portico, il sole di un’insperata giornata autunnale, nella sala grande scorrevano su uno schermo fotografie del passato più remoto e di quello più recente, che ritraevano don Cesco nei momenti più significativi della sua esperienza pastorale a Ruda: tanti volti di chi non c’è più, tante storie, tante speranze, tanti progetti accomunati dalla presenza infaticabile di un sacerdote che ha dato tutto se stesso alla sua “ultima” comunità e l’ha amata così tanto da voler essere sepolto nel cimitero di Ruda, dove, finché ha potuto, ha accompagnato tanti parrocchiani e amici nel loro ultimo viaggio.
Anche attraverso Voce Isontina, l’intera comunità intende esprimere il più sentito ringraziamento a quanti hanno partecipato e si sono adoperati in mille modi non per ricordare una persona defunta, ma per celebrare l’eredità che egli ha saputo lasciare alle sue comunità e per mantenere desto il suo spirito generoso e il suo ottimismo verso la vita.