Giovani in fuga

Immaginate una città delle dimensioni di Catania che, da un giorno all’altro, sparisce. Non è fantascienza: è quanto ha elaborato Il Sole 24 Ore sui recenti dati Istat relativamente a quanto sta accadendo nel Sud Italia. Tra il 2019 ad oggi, circa 330.000 giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato il Mezzogiorno […]

12 Dicembre 2024

Immaginate una città delle dimensioni di Catania che, da un giorno all’altro, sparisce.
Non è fantascienza: è quanto ha elaborato Il Sole 24 Ore sui recenti dati Istat relativamente a quanto sta accadendo nel Sud Italia.
Tra il 2019 ad oggi, circa 330.000 giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato il Mezzogiorno per trasferirsi al Nord (Nordest + 53 mila, NordOvest + 69 mila) o all’Estero.
Negli ultimi sei anni, il Sud ha registrato un crollo dell’8% della popolazione giovanile residente: migliaia di giovani che si sono spostati verso il Nord in cerca di lavoro, opportunità e una qualità di vita migliore.
È una doppia fuga che svuota il Mezzogiorno, non solo di persone ma anche di energia e forza innovativa.
Ma perché accade tutto questo e potrebbe replicarsi anche al sistema Italia, Nord compreso?
Certamente le ragioni sono molteplici.
Secondo un rapporto della Fondazione Nordest, la priorità per chi parte non è solo lo stipendio, sebbene questa sia una delle principali motivazioni, al primo posto c’è la ricerca di migliori opportunità (26%) e di una vita più semplice, con meno burocrazia e più servizi (23%).
Ci sono poi altri aspetti: non è solo la quantità di lavoro disponibile ma anche il modo in cui viene percepito e vissuto per non parlare delle più recenti migrazioni dettate dalla ricerca di una maggiore flessibilità/ conciliazione casa – lavoro e da quelle che, si teme un’esponenziale crescita, risponderanno alla cosiddetta “migrazione climatica” da aree maggiormente soggette a disastri conseguenti al violento cambiamento del clima.
Anche le Imprese in questo hanno la loro responsabilità: la loro reputazione, l’apertura internazionale, l’inclusione sociale e l’attenzione alle esigenze dei lavoratori sono tutti fattori che al Sud spesso ancora mancano.
Tuttavia, questo problema non è nuovo e considerarlo lontano costituisce un grave errore: da decenni il Sud del nostro Paese è percepito come un luogo difficile in cui costruirsi un futuro.
A complicare la situazione concorrono una burocrazia lenta, la carenza di infrastrutture, servizi essenziali e un mercato del lavoro che fatica a tenere il passo.
La fotografia del Paese Italia lo mostra per metà giudicato insufficiente.
Quali misure si rendono urgentemente necessarie per restituire speranza ai giovani e per impedire che anche l’altra metà del Paese ne sia trascinata in una perdita crescente di competitività?

(foto Siciliani-Gennari/SIR)