Dal buio alla luce: il XVIII Incontro fraterno davanti al presepe

Nel 1202, a 20 anni, Francesco sognava di diventare cavaliere. A Collestrada, nella guerra tra Assisi e Perugia, gli homines populi persero contro i boni homines e Francesco fu fatto prigioniero. La speranza della vittoria che vibrava nel clangore delle spade s’infranse contro le sbarre della sconfitta.

Nel 2004, 800 anni dopo, i francescani italiani, realizzarono il sogno del loro assistente, fra Giorgio Cavedale, e, guidati dallo Spirito Santo, superarono le macerie del muro costruito sulla linea di divisione che gli Alleati trasposero dalla carta al territorio il 17 settembre 1947 lì dove si combatterono più guerre in una. Giunti al monastero di Castagnevizza, bussarono. La speranza, che sussultava nei loro cuori, di incontrare i vicini ma lontani fratelli sloveni sbattè contro i portoni chiusi di quello e di tutti gli altri conventi oltre il confine.

Anni dopo, la stesura della Regola aveva sfibrato il cuore di Francesco che avvertiva la distanza tra lui e la fraternità. Sentiva che quella Regola non gli apparteneva del tutto. «Chi sono io? E chi sei Tu?»: le domande che Francesco portava con sé salendo a La Verna dove si ritirò per fare di nuovo esperienza di Dio. Capiva, infatti, che doveva prima di ogni altra cosa sintonizzarsi di nuovo sulle frequenze dell’Amore per poter tornare a vivere la fraternità. La speranza di sperimentare nella carne le ferite che Cristo patì, il 17 settembre 1224, divenne luce con cui un serafino alato trafisse il Santo. Scendendo, dopo l’impressione delle stimmate, portò con sé anche le risposte.

Nel 2007, oltre i pezzi di calcestruzzo, filo spinato e sogni infranti, i francescani trovarono in padre David Srumpf, assistente di Castagnevizza, una feritoia. Davanti al presepe che adornava l’altare del santuario di Monte Santo, i fedeli più anziani lasciarono ai piedi del Gesù Bambino i pesi portati per anni mentre quelli più giovani i pesi ereditati. Era l’8 gennaio 2008. La speranza di superare i confini, quelli fisici e quelli mentali, parlava e pregava in due lingue: italiano e sloveno. Da allora, l’Incontro fraterno davanti al presepe è diventato un appuntamento irrinunciabile.

Il prossimo 24 dicembre, con il rito di apertura della Porta Santa della Basilica papale di San Pietro, si aprirà il Giubileo della Speranza. Nell’Anno Santo 2025, la slovena Nova Gorica e l’italiana Gorizia saranno la prima Capitale transfrontaliera europea della cultura. Come san Francesco, anche i francescani secolari sanno che il coraggio si prende dai sogni che restano, nonostante quelli che muoiono. (Massimo Bisotti)

E, per la XVIII edizione dell’Incontro fraterno davanti al presepe, si incontreranno insieme alle due cittadinanze, domenica 12 gennaio 2025, alle ore 16.00 al valico di San Gabriele per fare memoria, ancora una volta, di come san Francesco realizzò il primo presepe a Greccio e tenere viva la fiamma della speranza fino al convento di Castagnevizza. E oltre.

Silvia Scialandrone