Le memorie musicali dell’Orchestra Marcossi
16 Dicembre 2024
Marcossi, è un cognome che si qualifica da sé, per il suo richiamo a un universo musicale proprio del territorio e oltre, che si dilata con l’assonanza di testi e impulsi sonori, come un Tam, Tam, suonato a più mani che fanno scaturire melodie antiche e nuove, come arpeggi senza tempo, ma fissi nella memoria.
“Non ho più il cuore di un ragazzo, ma la memoria mi fa eterno” (Saba); eterno come la musica che, creando legami forti fra i componenti di una famiglia, come la famiglia Marcossi, li fa entrare nella storia.
Ferruccio, violinista e non solo, è il capostipite, il fondatore dell’Orchestra, il fautore della convinzione che, in un ambiente permeato di note, chiavi e righi musicali, non può che nascere la passione per le arti combinate di musica e canto, che forgiano l’uomo “musicante”.
I familiari Marcossi, sabato 16 novembre, presso l’Azienda Russiz Superiore, in seno all’Uscifvg, hanno presenziato alla presentazione del libro dal titolo “L’Orchestra Marcossi – memorie musicali”.
Nella sua presentazione al volume, la Presidente del Gruppo Polifonico Caprivese, Tiziana Trevisan, che ha voluto “valorizzare e riportare al ricordo di tutti la qualità musicale e artistica dell’Orchestra Marcossi, la quale con la propria musica ha portato felicità e armonia tra le persone”. A seguire la prefazione a cura della famiglia Marcossi: “La pubblicazione è redatta a partire da pochissimi documenti, ma con il prezioso e insostituibile aiuto di familiari, amici, ed estimatori dell’Orchestra”.
Per finire, la recensione di Bruno Razza, l’incomparabile organista di San Lorenzo Isontino che condivide la sua competenza musicale con l’Unità Pastorale di Capriva, che così ha descritto il suo legame con la famiglia Marcossi: “In questa famiglia mi avvolgeva un’emozione fino ad allora sconosciuta. Potevo entrare in un mondo, dove si respirava un’aria chiara e pura, in cui la semplicità e la disponibilità dell’accoglienza erano le parole d’ordine della famiglia”. Ed è proprio a lui che è stata assegnata la “carrellata” definitoria del percorso umano, artistico e professionale di ciascun componente della nota famiglia.
Bruno è salito sul palco e, arguto e spigliato, anche se commosso nel rievocare alcune sue esperienze amicali con i Marcossi, ha esordito dicendo che la sua sarebbe stata una piacevole “apertura di una scatola dei ricordi”. Con il microfono in mano, frammezzando eventi, aneddoti e personaggi, chiedeva pareri e testimonianze dal vivo a molti dei presenti, che avevano condiviso frammenti di vissuto con i Marcossi. Ha parlato del Bar Corallo di Lucinico, in cui si ballava al suono dell’Orchestra, oltre che nei veglioni e nelle sagre, ha raccontato senza presunzione, la sua esperienza di bambino prodigio, invitato con la sua fisarmonica a suonare con l’Orchestra “Carissimo Pinocchio” e tant’altro ancora da scoprire nel libro. “Partecipare da suonatore nell’Orchestra è stato come trovarsi in uno scrigno magico, dove ognuno trovava spazio”, ha concluso.
Lucia Medeot
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