Il mistero dell’incarnazione

Personalmente preferisco il presepe rispetto all’abete. Non ripudio il secondo, come anche non ripudio gli addobbi e le luci natalizie, ma il presepe riesce, con la sua semplicità, a colpirmi direttamente al cuore illustrandomi il mistero straordinario del Verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare tra noi. Una incarnazione dettata dall’illimitato […]

23 Dicembre 2024

Personalmente preferisco il presepe rispetto all’abete. Non ripudio il secondo, come anche non ripudio gli addobbi e le luci natalizie, ma il presepe riesce, con la sua semplicità, a colpirmi direttamente al cuore illustrandomi il mistero straordinario del Verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare tra noi. Una incarnazione dettata dall’illimitato amore di Dio per questa nostra povera umanità. Ecco, è questo che il presepe modesto o elaborato riesce e trasmettermi.
Sappiamo che l’invenzione di questa sacra illustrazione è di San Francesco d’Assisi che nella notte del 25 dicembre 1223 volle ripetere una tradizione che aveva conosciuto durante il suo viaggio in Terra Santa.
Era in corso la quinta crociata (1217-1221) indetta da papa Onorio III. Il teatro della lotta non si era limitato alla Terra Santa, ma si era spostato in Egitto dove governava al-Malik al-Kamil sultano di Egitto e Palestina. San Francesco aveva tentato per ben due volte di raggiungere il mondo islamico, ci riuscì al terzo tentativo essendosi imbarcato su una nave che trasportava i crociati. Giunse in quei luoghi nel mese di luglio del 1219 incontrando i suoi Frati già presenti nella neonata “Custodia” e in particolare Fra’ Elia, detto l’Illuminato (avendo recuperato la vista grazia all’intercessione di Francesco!). Con questi riuscì a raggiungere Damietta sul delta del Nilo. I due furono catturati e bastonati, ma riuscirono a incontrare al-Kamil, che li ascoltò volentieri. Francesco parlò del nostro essere figli di Dio e della salvezza operata dal Cristo con l’offerta di sé sulla Croce. Non sortì la conversione del sultano, ma ebbe la sua stima. In quell’occasione certamente parlò della pace. Fecero ritorno, al di là delle linee difensive cristiane, non senza prima aver rispettosamente rifiutato i doni preziosi che il governatore avrebbe voluto offrire loro. Sappiamo che la quinta crociata finì miseramente con la sconfitta delle forze cristiane.
Rimane un aspetto che pochi conoscono di questo viaggio in Terra Santa, che sta all’origine del nostro presepe. Durante la sua presenza a Gerusalemme, Francesco ebbe occasione di visitare durante la festa del Natale la basilica della Natività a Betlemme e di aver venerato la mangiatoia nella quale fu deposto il Redentore. Era una tradizione che si ripeteva annualmente e i fedeli andavano in pellegrinaggio per venerare il luogo e la greppia che accolse il neonato Gesù. Nessun Bambinello veniva deposto.
Francesco rientrò in Italia e tre anni prima di morire espresse al nobile Giovanni il desiderio di rivivere quell’esperienza. Era il 25 dicembre del 1223 e fu organizzato, così, il primo presepe vivente. Fu allestita una Natività semplicissima: un bue un asino e una semplice mangiatoria e soprattutto nessun personaggio: nulla di più! Nella notte santa del Natale accorsero numerosi fedeli dai paesi vicino a Greggio con fiaccole e luci. Fu celebrata la Messa solenne e Francesco, rivestito degli abiti liturgici diaconali, cantò il Vangelo e tenne un’omelia così appassionata, parlando del Bambino di Betlemme, da coinvolgere un cavaliere che ebbe la visione del Bambin Gesù presente nella mangiatoia preparata per ricordare la nascita divina. Di questi fatti ci parla Tommaso da Celano nei suoi scritti pervenuti fino a noi.
Qual era l’intento di Francesco? Non certo quello di proporre una nuova Sacra rappresentazione, peraltro assai presente soprattutto nella Settimana Santa, quanto quella di offrire ai credenti la consuetudine che aveva conosciuto a Betlemme dai cristiani di Terra Santa. La visione della semplice mangiatoia aveva lo scopo di far riflettere, nel silenzio, sul mistero dell’incarnazione, sul mistero dell’amore divino che sta all’origine della creazione e dell’opera della redenzione della quale l’incarnazione è solo il primo passo.
Francesco, da vero innamorato di Dio, vi ha lasciato un messaggio fondamentalmente teologico e ha tentato di esprimerlo con estrema semplicità ed efficacia.
Le luci che illuminano le nostre città, le luci che avvolgono le nostre case (sembra talvolta di essere a Las Vegas!), tutti gli altri addobbi natalizi o pseudonatalizi non mi disturbano affatto, perché direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente, riconoscono la presenza di un “mistero” che avvolge il mondo intero e lo fascia d’Amore coinvolgente di Dio.

Santo Natale!

mons. Arnaldo Greco, assistente Unitalsi Sottosezione di Gorizia


Momento di gioia e condivisione

La parrocchia di San Giuseppe a Monfalcone ha ospitato la consueta Festa degli Auguri organizzata dall’Unitalsi Gorizia, un evento tanto atteso dai soci e dai nostri ammalati, per celebrare insieme, in anticipo, il Natale. La festa si è svolta in un’atmosfera di gioia e calore umano, creando momenti di vera condivisione e fraternità.
La giornata è cominciata con la Santa Messa presieduta dal nostro assistente don Arnaldo, ed è continuata con il pranzo, che è stato allietato dalla musica e da un breve spettacolo della compagnia teatrale “L’Araba Fenice Teatro”.
Durante la Messa abbiamo anche celebrato il Rito dell’Adesione, e abbiamo avuto l’onore di accogliere quattro nuovi soci effettivi, che hanno deciso di unirsi alla nostra famiglia: Daniele Bressan, Gaja Bursich, Renato Pascoletti e Sonia Zuzek. La loro adesione rappresenta un segno di speranza per la nostra associazione, che continua a crescere e a portare avanti la sua missione di carità e servizio. A rappresentare la sezione Triveneta c’era il vicepresidente Alessio Cantarutti, che ha letto un messaggio da parte della presidente Renata Stevan.
La Festa degli Auguri è stata anche un’occasione per ringraziare tutti i volontari e i sostenitori dell’Unitalsi Gorizia, il cui impegno costante rende possibile la realizzazione di tante iniziative.
Sandro

Il rinnovo di un impegno
La Giornata dell’Adesione è un momento importante ed emozionante: importante perché rinnova un impegno di servizio e di gioia; emozionante perché ci sollecita a vivere l’associazione come luogo di esperienza che può continuare a cambiare la nostra vita.
Tutti noi dovremo rendere conto della ricchezza di comunione e di servizio che ci è stata donata: ciascun socio, indipendentemente dalle responsabilità associative, dovrà chiedersi “quanta comunione” ha costruito, quante parole di pace ha pronunciato, quanto rispetto ha avuto verso i “compagni di cammino”, quanta fiducia ha saputo costruire e testimoniare nell’associazione e verso l’associazione, quanta strada ha condiviso con chi era nella difficoltà e nella sofferenza.
La giornata si celebra quest’anno a pochi giorni dall’apertura della Porta Santa per il Giubileo 2025. L’augurio è che l’Anno Santo sia per tutti noi occasione di rinvigorire la nostra fede e di rinnovare il nostro impegno associativo.
La Giornata dell’Adesione è il momento di una verifica della carità concreta che ciascuno ha vissuto nella sua sottosezione e nei pellegrinaggi ai quali ha partecipato ed è l’occasione per un annuncio di gioia e di fiducia nella prosecuzione del cammino; e dà speranza al cuore.
Il cammino che dobbiamo annunciare nella Giornata dell’Adesione è:
– con Maria pellegrini di speranza, verso i grandi santuari;
– pellegrini verso una nuova esperienza di umanità diversa;
– pellegrini verso chi è rimasto ai margini della vita;
– pellegrini per incontrare il Volto di Dio;
Auguri a tutti! Forza e coraggio, insieme!
Renata Stevan, presidente della Sezione Triveneta

Il messaggio di Daniele
Carissimi amici, sono molto felice che anch’io farò ufficialmente parte di questa straordinaria associazione che ci accomuna nello spirito di sofferenza e della malattia accettata e offerta per amore, come vero riscatto dai mali che invadono il mondo, creando una sorta di banca che neutralizza i molti dolori che colpiscono la società.
Daniele Bressan


Qui sotto è possibile scaricare la pagina Unitalsi di questo mese:

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