Strade nuove per sconfiggere l’indifferenza (anche nella Chiesa)

“La festa della pace” -appuntamento annuale dell’Azione cattolica diocesana in sintonia con il messaggio che il papa dedica e invia al mondo il 1 gennaio di ogni anno- oltre ad essere un modo specifico per esplicitare il punto più alto della formazione e dell’azione dell’associazione diocesana attraverso i suoi gruppi (Acr, giovanissimi, giovani e adulti), diventa anche una testimonianza di come l’Associazione vive la specifica tematica legata appunto alla domanda di pace.In questo senso l’associazione, attraverso i suoi gruppi parrocchiali, lavora un mese a leggere e rileggere il messaggio pontificio ed a misurarsi sulle tematiche specifiche, considerando appunto l’appello alla pace come qualcosa di costitutivo per le persone e per le comunità. La pace -nelle sue diverse accezioni e nelle specifiche risonanze che manifesta- costituisce insieme la rappresentazione piena di una esistenza cristiana che si fa carico della tensione fondamentale alla pacificazione e alla riconciliazione; che ricerca vie concrete per costruire un tessuto di rapporti reali e di forti relazioni tra le persone e nelle comunità, che partecipa, come del resto testimonia il papa, alla costruzione di ponti e di incontri, in una parola alla costruzione di un mondo più unito e di quella civiltà dell’amore nella quale le differenze non sono nascoste ma diventano un punto di incontro e l’impegno di tutti si esprime fortemente per la costruzione di una umanità pacifica ed in pace.La “festa della pace” pertanto ha il compito di esaltare alcune problematiche, di puntualizzare alcuni nodi che favoriscono o impediscono l’opera di pace, di favorire l’apertura alle esigenze e alla missione della chiesa fontana del villaggio globale, luogo dove è possibile imparare a parlare e dialogare in pace e concordia.A questo processo -come si può leggere in questa pagina- tutti apportano uno specifico contributo ed un apporto che va oltre al quotidiano ed al banale, approfondisce le tematiche, stimola la fantasia e rende tutti, anche i ragazzi delle elementari e delle medie ma anche i giovani e gli adulti, costruttori di pace.La tematiche scelta quest’anno “Vinci l’indifferenza per conquistare la pace” si prestava in maniera singolare proprio a questo approccio nuovo alla vita ed alla testimonianza cristiana: un approccio che implica proprio il sentirsi missionari e costruttori di ponti e di incontri, rompendo diffidenze e indifferenze che appesantiscono la vita delle nazioni e della chiesa. E’ la testimonianza, resa esplicita dalla pastorale che Papa Francesco propone, una “teologia” che non ha nulla da conservare ma tutto da rischiare, una prassi che spinge all’incontro senza condizioni e condizionamenti.Il dottor Demetrio Volcic -concludendo il suo incontro con giovani ed adulti- ha sintetizzato la missione del papa e della chiesa in questa espressione -“Preghi per me!”- che papa Bergoglio ha rivolta, in occasione della visita di stato in Italia ed in Europa, al primo ministro dell’IRAN. Una espressione rivoluzionaria che sta alla base non solo di nuovi rapporti politici fra gli statti ma anche di un modello nuovo di essere chiesa e di essere cristiani.Cogliere questa urgenza e questa provocazione: questo il senso della “festa della pace” intesa appunto come azione educativa e pastorale. Un appello esigente che l’Aci propone a se stessa in primo luogo ma anche alla chiesa ed alla società. Passare dalle parole belle ed elogiative, alle genuflessioni… ad un concfreto modi di essere cittadini del mondo che vivono la pace, bene definitivo del Regno di Dio.Renzo Boscarol

Dal messaggio del Papa alla realtà di ogni giorno

Il 30 gennaio a Cormons si è tenuta la Festa della Pace , organizzata dall’Azione Cattolica, “Vinci l’indifferenza e conquista la Pace”, dal titolo del messaggio di Papa Francesco. Ogni settore lo  ha poi sviluppato in modi diversi, dall’A.c.r. agli adulti. Il pomeriggio si è concluso con la celebrazione presieduta dal nostro Vescovo Mons. Carlo Maria Redaelli.  Per i giovani la serata è continuata con il concerto -testimonianza dei The Sun, a cui hanno partecipato numerosi.Un ringraziamento particolare va al Comune di Cormons, nella persona del sindaco , dott. Patat e a tutta la Giunta per aver concesso il patrocinio alla manifestazione, e alla Parrocchia e al parroco Mons. Nutarelli, per la disponibilità del Ricreatorio. GrazieOra vi lascio al racconto di chi ha vissuto questa esperienza. Buona lettura .Maria Luisa GiustiIl settore adulti ha approfondito i contenuti del messaggio del Papa “Vinci l’indifferenza e conquista la Pace” con l’aiuto del prof. Bellomo, insegnante di religione di Padova, e del giornalista e già parlamentare Demetrio Volcic. Il prof. Bellomo ha raccontato con semplicità la sua esperienza della lettura in classe del messaggio di Papa Francesco per la giornata della pace 2016.Ha chiesto ai suoi alunni del triennio di declinare gli aspetti positivi e negativi presenti nel messaggio.Tra quelli positivi ha destato interesse negli allievi la costituzione delle oasi della misericordia, il concetto che Dio non è indifferente, che a Dio importa dell’umanità e non l’abbandona, il concetto di una Chiesa con il cuore umile di compassione e la necessità della conversione personale.Gli aspetti negativi sui quali i suoi alunni hanno posto l’accento sono: la cultura del profitto nella politica, l’indifferenza sul bene comune, i grandi interessi economici e l’indifferenza che provoca la guerra.Il professore ha spiegato che analizzare determinati temi in una scuola sempre più virtuale, non è facile e ancora più difficile è far emergere gli aspetti educativi del messaggio. “Teniamo presente”, ha sottolineato il prof. Bellomo, “che questi ragazzi sono frutto del nostro tempo, che hanno assorbito in famiglia determinati concetti e atteggiamenti, sono ragazzi fragili”. Il 90% nel suo Istituto si avvale dell’insegnamento della religione, ma solo 2 ogni 20 circa vanno a Messa. Demetrio Volcic, in modo molto semplice, si è dichiarato concorde con il Papa e le sue scelte, questo pontefice sta costruendo quello che hanno preparato i suoi predecessori, in particolare la riforma della Chiesa, anche perché la Chiesa stessa ha perso tempo. Francesco però è riuscito a fare dei passi avanti in questo difficile momento.Come giornalista vede un Papa che vive quello che annuncia, ad esempio il “preghi per me”,  all’ incontro col premier iraniano Rouhani, un segnale forte di accoglienza e misericordia.Riguardo al problema dei richiedenti asilo, ha messo in luce che ci si preoccupa su dove metterli, cosa fare di loro, ma non ci si occupa di capire  il perché vengano e dove vogliano andare. La preoccupazione dell’Europa è unicamente di come bloccarli. I governi cavalcano la demagogia, cioè di dire quello che la gente comune vorrebbe sentire, guardando unicamente all’oggi e alla propria rielezione, senza pensare e fare scelte, assumendosi le relative responsabilità, per il futuro.L’indifferenza minaccia la pace, secondo il Papa, una frase forte detta da chi non ha avuto paura di affermare che la terza guerra mondiale è in corso attraverso tanti piccoli conflitti, deve stimolare le coscienze di credenti e non.Si cercano i colpevoli delle guerre, delle migrazioni, della globalizzazione, ma noi non siamo mai colpevoli, anche se le nostre scelte hanno creato questi problemi e situazioni.La differenza va vista come una ricchezza, mentre l’omologazione è sempre negativa. Fino a che non  riusciremo a formare una coscienza critica, non potremo affrontare e proporre risoluzioni su questi temi.Michele Bressan

“Beati i perseguitati a causa della Giustizia”

I giovanissimi (15-18 anni) dell’Azione Cattolica diocesana hanno vissuto la Festa della Pace affrontando il tema delle Beatitudini e, in particolare, meditando l’affermazione di Gesù “Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il Regno di cieli”. Attraverso alcuni dipinti e opere d’arte, è stata presentata loro la “Carta Costituzionale” della vita cristiana, la strada da percorrere per raggiungere la Felicità di cui ci parla Gesù.  Una catechesi “estetica” che ha consentito di comunicare ai ragazzi che cosa intende Gesù per Giustizia, che non è l’applicazione ed il rispetto di norme e leggi. Il “Giusto”, infatti, per il cristiano è colui che fa la volontà di Dio e si impegna a vivere lo stile di vita proposto da Gesù correndo il rischio di venir perseguitato. Con il prezioso aiuto della dott.ssa Barbara Spanedda (educatrice e guida dei Musei Provinciali di Gorizia) è stato tracciato un cammino simbolico attraverso vari dipinti ed opere d’arte: si è partiti dal dipinto “Il discorso della montagna” di Carl Einrich Bloch, per poi passare al quadro “La presentazione di Gesù al Tempio” di Rembrandt, quindi alla scultura del Crocifisso nella Chiesa di San Giorgio a Pirano ed infine all’opera del “Martirio di San Lorenzo” di Tiziano. Un percorso che si è attualizzato riflettendo sull’icona di chi oggi nella nostra diocesi cerca di incarnare la beatitudine oggetto della riflessione e, in particolare, soffermandosi sulla figura di don Valter Milocco, che si è speso e si impegna per aiutare i richiedenti asilo, accogliendo nella parrocchia della Madonnina di Gorizia – grazie all’aiuto di molti volontari – i profughi senza tetto, assumendosi responsabilità e rischi di questa scelta. La conclusione di questo percorso estetico e simbolico è stata la visione del dipinto della “Risurrezione” di Carl Einrich Bloch. Gesù, che ora risorto vive nella gloria, ci conferma il suo messaggio di verità: la vita ha sconfitto la morte, il bene ha vinto sul male. Al termine della catechesi estetica, don Michele Centomo ha ricordato ai ragazzi che il Giusto, colui che viene perseguitato, è come Gesù, una persona che ama fino a dare la vita, senza pretendere niente in cambio.Quindi, i giovanissimi, divisi in gruppi, hanno riflettuto su quale significato ha per loro, oggi, il termine “Giustizia”. Dal confronto sono emersi temi come accoglienza, solidarietà, libertà, rispetto per il diverso, libertà di pensiero, coraggio, aiuto, altruismo, umiltà, pace. Le parole e le frasi condivise sono state trascritte su sette strisce di stoffa colorata, che cucite insieme hanno formato un’enorme bandiera della pace, a significare che ciascuno, comportandosi da “Giusto” nella propria vita di ogni giorno, può contribuire già oggi concretamente alla realizzazione del Regno di Dio.Anche il pomeriggio dei Giovanissimi si è concluso presso il santuario di Rosa Mistica, con la condivisione dell’Eucarestia insieme ai ragazzi dell’ACR, ai Giovani ed agli Adulti dell’associazione, celebrazione conclusasi con il passaggio della “Porta Santa” in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia.Alla fine anche i Giovanissimi hanno partecipato al concerto-testimonianza del gruppo musicale “The Sun”: è stato un grande momento di musica e di festa, che ha offerto ai ragazzi l’opportunità di ascoltare e conoscere dei giovani che grazie alla fede hanno intrapreso dei percorsi (spesso difficili e controcorrente) che li hanno condotti a vivere quella Felicità che Gesù indica nelle Beatitudini.

La pace è di casa: la Festa vissuta dall’ACR

Bambini e ragazzi dell’ACR si sono interrogati su come vincere l’indifferenza attraverso un’accoglienza capace di far sentire a casa chi raggiunge i nostri paesi fuggendo da fame, guerre, malattie, persecuzioni, povertà.I bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria si sono cimentati in giochi, che hanno fatto sperimentare loro le difficoltà di chi abbandona la propria casa alla ricerca di una nuovo paese che lo accolga in serenità e che consenta gli consenta di trovare un futuro migliore. Giocando assieme i ragazzi hanno colto come solo mettendo assieme ciò che abbiamo e siamo possiamo sperare di accogliere l’altro in modo tale da farlo sentire a casa.I ragazzi delle scuole secondarie di primo grado hanno avuto modo di confrontarsi sul tema dell’indifferenza e su come questo tema diventa concreto nella loro vita quotidiana, hanno incontrato due testimoni, un uomo fuggito dagli orrori della guerra in Nigeria e la signora Clara che ci hanno raccontato la sofferenza nell’abbandonare la propria terra e la gioia di accogliere chi è nella necessità. I bambini e ragazzi partecipanti hanno raccolto un contributo per l’iniziativa di pace proposta dall’Azione Cattolica nazionale, che prevede il sostegno di alcune opere già in atto per migliorare gli spazi di accoglienza dei migranti e di contribuire alla realizzazione di un centro culturale e di educazione alla mondialità nella diocesi di Agrigento, con queste iniziative si desidera far sentire più a casa coloro che l’hanno abbandonata e far trovare casa ad una pace che necessita ogni giorno di essere aiutata a fiorire.Agnese ed Eleonora – Responsabili diocesane ACR

L’esperienza della Festa

Sabato 30 gennaio abbiamo vissuto come Azione Cattolica la Festa della Pace 2016 a Cormons, riflettendo a pieno sull’accoglienza, fondamentale esercizio di pace. Un’accoglienza che permette al nostro cuore di aprirsi verso l’altro senza pregiudizi, in modo semplice, non solo negli eventi ma nella quotidianità, nei piccoli gesti di ogni giorno. Questo nostro amare, accogliere ,secondo una giustizia d’Amore, è una scelta di coraggio che ci dà la gioia di sentirci parte di una stessa Famiglia. Questa gioia ci è stata raccontata e donata anche dal gruppo dei The Sun. Al termine della festa attraverso il loro concerto-testimonianza hanno condiviso con noi la loro esperienza di amicizia,di vita e di Fede. Un’esperienza di quattro ragazzi comuni, semplici ma grandiosi, che hanno avuto il coraggio di mettersi in ascolto, con il cuore aperto, non solo degli altri ma anche del Signore. Un percorso non affatto semplice che però con coraggio, fede e determinazione li ha portati e li porta tutt’ora ad essere testimoni di Luce. Un’ esperienza forte che mi ha colmato il cuore di gioia, grazie alla loro carica, forza e alle loro parole che brillano di una luce indescrivibile. Una luce che bisogna vedere nei loro occhi, sentire e provare nel cuore grazie alle loro parole di sincerità, accoglienza, affetto, gratitudine, amore e semplicità. Sono veri testimoni della gioia di amare, che da senso pieno alla vita e che trasmettono continuamente agli altri e per questo gli diciamo grazie, a cuore aperto.Chiara Tardivo – Giovanissima – Cervignano