Dalla Croce alla Luce: Via Crucis per il Giubileo curata da mons. Michele Centomo
22 Febbraio 2016
Un testo per seguire la Via Crucis personalmente o comunitariamente prendendo spunto dall’Anno giubilare dedicato alla Misericordia voluto da papa Francesco.È questa la caratteristica della pubblicazione “Dalla Croce alla Luce” edita da Voce Isontina e curata da mons. Michele Centomo, arciprete di Aquileia e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. Accompagnano i testi le immagini della Via Crucis di Antonio Paroli ospitate nella chiesa di San Rocco a Gorizia.Pubblichiamo alcuni passi dell’introduzione curata da mons. Ettore Malnati, vicario episcopale per il laicato e per la la cultura della diocesi di Trieste.Offrire alla preghiera della Comunità cristiana il “cammino della croce” alla luce della misericordia è un tesoro spirituale da cogliere e da vivere.La Parola di Dio, nello stile della Via Crucis del Venerdì santo voluta da Paolo VI al Colosseo, è divenuta d’obbligo e anche qui lo è per dare senso storico-salvifico al mistero della Redenzione, che è l’attualizzazione della disponibilità del Verbo divino ad essere misericordia del Padre, per una umanità nuova, esistenzialmente riconciliata con Dio.Meditare e ripercorrere la passione di Cristo è occasione di stupore per l’ “obbedienzialità” di Cristo che fa sua la “strada” del Messia sofferente del profeta Isaia (Is 53), offrendo nell’estremo sacrificio l’intercessione di perdono per i suoi crocifissori (Lc 23,34). È doveroso per una Comunità cristiana lasciarsi cogliere dalla “eloquenza” del “cammino della Croce” senza cadere in emotività effimere che distolgono dall’essenzialità del mistero della sofferenza salvifica, offerta una volta per tutte dal Cristo Gesù nella sua Passione e Morte, che si estende sino alla fine dei tempi nel suo Corpo mistico, che è la Chiesa.Sì, Cristo vive “nella gloria che aveva presso il Padre” (Gv 17,5) ed è inoltre presente con il suo “volto sofferente” nelle periferie esistenziali del cuore dell’uomo e tra coloro che sono considerati “scarto” da una certa concezione efficientista di società, e chiede a coloro che lo vogliono seguire “completando” il suo patire, di saper portare con una fede vissuta e pregna di attenzione solidale, la luminosità propria di chi ha incontrato il Risorto e del Risorto vuole essere testimone credibile con opere di misericordia.I passi della Scrittura scelta per questo “cammino della Croce” e le riflessioni che vengono da una vita pastorale attenta e da una spiritualità liturgica confrontata con i segni dei tempi, sappiano accompagnare la Comunità cristiana a lasciarsi “sedurre” dal Servo sofferente che si fa “peccato” per liberare l’umanità di una “onnipotenza effimera” capace di conflittualità, contrapposizioni, morte spirituale e angoscia.E’ il Cristo della Croce, che la potenza del Padre ha resuscitato, la risposta che ridona all’uomo ed alla donna vera dignità e concreta prospettiva di esistenziale realizzazione (Conc Vat. II, Gaudium et Spes 25).Durante quest’anno giubilare della misericordia indetto da Papa Francesco, lasciamoci riconciliare con Dio dal Cristo della Croce e chiediamo allo Spirito il dono di saper “dare ragione della speranza che è in noi” (1 Pt 3,15).
Notizie Correlate