Caritas, l’esperienza in Grecia

Dal 16 al 23 marzo, una delegazione composta da rappresentanti di Caritas Italiana, Caritas diocesane di Udine e Gorizia si è recata in diverse zone della Grecia per una serie di visite nell’ambito dei programmi di aiuto e accompagnamento alle Caritas diocesane locali avviato da Caritas Italiana.Sono diversi i programmi attualmente attivi che hanno come finalità da un lato sostenere finanziariamente la chiesa cattolica locale nelle diverse emergenze in cui si trova impegnata (non ultima la presenza dei profughi) e dall’altro accompagnare le diverse Caritas diocesane nella formazione di operatori e volontari; tutto questo tenuto conto che, diversamente da quanto accade in Italia, la chiesa cattolica è di minoranza e non gode degli stessi riconoscimenti, anche sotto il profilo giuridico, e non è quindi allo stesso modo che in Italia strutturata e presente.Gli incontricon le Caritas grecheLa visita effettuata è iniziata ad Atene, dove le prime realtà visitate sono state le sedi di Caritas Hellas e Caritas Atene, che si trovano in uno stesso stabile ubicato nel quartiere di Omonia, uno dei più fortemente colpiti dalla crisi; presso questo stabile si trovano anche servizi come il centro d’ascolto la mensa, il servizio informazione per rifugiati, frequentati quotidianamente da centinaia di persone.Dagli incontri avuti con i responsabili dei diversi settori è emerso un quadro critico, aggravato dal costante passaggio di migranti e da una difficoltà di lettura di quale possa essere lo sviluppo della situazione attuale. Sono state visitate anche diverse strutture di accoglienza gestite dalla Caritas Hellas (due alberghi e un centro diurno) dove è stato possibile verificare il carico di lavoro e le problematiche che operatori e volontari si trovano ad affrontare; in particolare si sta delineando un cambio tra una fase passaggio ad una di permanenza dei profughi in città a causa della chiusura delle frontiere. Importanti per la gestione di questi e dei vari altri servizi le risorse a disposizione della Caritas che provengono soprattutto da aiuti dall’estero, in particolare da altre Caritas nazionali.Molto attiva è anche la piccola comunità di cattolici Armeni impegnata in modo particolare nell’accoglienza ai profughi ma anche sul versante dell’attenzione alle famiglie in difficoltà; di questo significativo impegno è stato possibile parlarne con l’attuale amministratore apostolico padre Joseph Bezouzou in un incontro presso la sede dell’Ordinariato per gli Armeni cattolici residenti in Grecia.Seconda tappa della visita è stata l’isola di Syros dove si è svolto un seminario di formazione per operatori e volontari provenienti da diverse Caritas diocesane greche. È stata un’importante occasione di scambio e di approfondimento; la presentazione delle iniziative che vengono svolte nelle Caritas italiane ha fornito agli operatori greci materiale sul quale lavorare per impostare attività similari in Grecia.In generale i rappresentanti delle Caritas locali hanno più volte rinnovato la richiesta di un aiuto nella formazione di operatori e volontari chiedendo di aumentare, se possibile, le occasioni di scambio e rafforzare così l’attività di accompagnamento.Lo sbarco ad Atene, al ritorno da Syros, è stato occasione per recarsi nelle zone del porto del Pireo dove nelle ultime settimane più di 4000 persone si sono accampate in arrivo dalle isole in attesa di riprendere il loro cammino. A loro arriva l’aiuto di ONG ed associazioni ma anche di semplici cittadini, una caratteristica di questa emergenza è la solidarietà della gente comune, gli operatori della Caritas più volte hanno sottolineato come i Greci stiano dimostrando grande comprensione delle sofferenze di questi migranti, portando loro da mangiare e indumenti, nonostante la situazione economica in Grecia sia ancora critica con livelli di disoccupazione molto alti.Il campoprofughi di IdomeniUltimo impegno di questa esperienza è stata la visita al campo profughi di Idomeni, villaggio di poco più di un centinaio di persone al confine tra Grecia e Macedonia a un’ora d’auto da Salonicco, dove è stato possibile rendersi conto delle condizioni di vita nelle quali, da diverso tempo, migliaia di persone si trovano a vivere. Una situazione che, nonostante perduri da tempo, non trova una risposta strutturata se non l’impegno di diverse ONG nell’alleviare, in parte, le sofferenze e le difficile condizioni di vita, presenti anche molti gruppi di volontari spontaneamente organizzati provenienti da diversi paesi d’Europa. Una situazione avvolta nell’incertezza aggravata dalla chiusura delle frontiere, senza chiarezza e prospettiva, dove il disagio porta a gesti estremi e a ricorrenti manifestazioni di protesta.Alcune stime parlano di oltre diecimila persone presenti nel campo ma ce ne sono almeno altrettanti nelle zone circostanti, accampati in decine di tendopoli più o meno grandi, di solito nei pressi delle stazioni di servizio. Da parte del governo di Atene sono in fase di allestimento campi profughi ricavati in ex strutture militari, come a Cherso, paese di 700 abitanti a 30 minuti circa da Idomeni, dove si stimano presenti 3800 persone; anche qui non manca la generosità degli abitanti del posto che arrivano perfino ad aprire le proprie case per consentire ai migranti di fare una doccia, almeno finché le strutture del campo non sia complete.Una costante di tutte queste realtà è la grande presenza di donne e bambini, percentualmente in maggioranza rispetto agli uomini, ci sono anche donne in gravidanza o con bambini molto piccoli.Prima del rientro l’ultimo incontro, un inaspettato fuoriprogramma, è stato con monsignor Yannis Spiteris, Vescovo di Corfù e amministratore apostolico di Salonicco, il quale ha illustrato come questa situazione di emergenza in cui la Grecia si trova stia diventando occasione di incontro delle diverse chiese e la carità si stia proponendo come strada di ecumenismo. Nonostante le scarse risorse l’impegno non viene mai meno per questo è fondamentale il sostegno delle diocesi gemellate.Nel suo complesso l’esperienza è stata parecchio impegnativa: la sensazione che rimane è di una situazione molto complessa e di un percorso di uscita dall’emergenza ancora lungo.Gli impegnidi Caritas GoriziaLa Caritas di Gorizia è impegnata in Grecia da tre anni in un gemellaggio con le Caritas diocesane di Atene e Syros nell’ambito del programma denominato “Gemellaggi solidali”, programma di Caritas Italiana nato con lo scopo di far incontrare realtà italiane con realtà greche, per aiutare quest’ultime a crescere nella presenza sul territorio e nell’efficacia degli interventi di aiuto mentre per le Caritas diocesane italiane è occasione di una più approfondita conoscenza delle problematiche della società greca oggi.I progetti che sono stati avviati in questi anni, ai quali la Caritas diocesana di Gorizia ha contribuito con oltre 30.000 Euro, riguardano la ristrutturazione di un ex-studentato da adibire ad attività di ospitalità, il sostegno a famiglie in difficoltà con la distribuzione di borse spesa e l’avvio di borse lavoro.Il progetto di ospitalità avrà luogo nel quartiere di Neos Kosmos, dove è in fase di avvio la ristrutturazione dell’edifico a disposizione della Caritas. Sono previsti due diversi tipi di ospitalità, una parte della struttura sarà riservata ad ospitare famiglie in temporanea difficoltà mentre un’altra sarà dedicata ad un progetto di sviluppo di turismo solidale accogliendo sia turisti che volontari, che andranno così a contribuire alla gestione della struttura. Un’apposita equipe di operatori gestirà la struttura e diverse attività correlate all’ospitalità delle famiglie in difficoltà offrendo consulenza e sostegno.Volontariato in GreciaLe Caritas diocesane greche sono disponibili ad ospitare volontari che dall’Italia volessero recarsi in Grecia, come singoli o come gruppi organizzati. Gli ambiti sono molteplici, dall’accoglienza all’animazione, a servizi alla persona e all’affiancamento degli operatori locali. In particolare la Caritas diocesana di Gorizia sarà presente quest’estate con gruppi di giovani delle scuole superiori, come già fatto l’anno scorso, per portare un contributo concreto nei vari servizi a favore della popolazione e per far conoscere meglio ai partecipanti le difficoltà e la realtà della società greca.Tramite la Caritas diocesana è possibile prendere informazioni anche per chi volesse dare la propria disponibilità come singolo non solo durante il periodo estivo.Presso la Caritas diocesana sono inoltre a disposizione delle guide per coloro che volessero vivere esperienze di turismo solidale. Per ulteriori informazioni è attivo anche il sito internet www.gemellaggisolidali.it