Fa discutere l’impianto di cremazione a Muscoli

E’ notizia, di questa trascorsa settimana, che l’impianto di cremazione, che sorge nella frazione cervignanese di Muscoli, è stato riaperto, dopo che lo stesso aveva subito uno stop alle operazioni per due giorni consecutivi. La struttura, infatti, era stata obbligata a chiudere a seguito di uno sforamento dei livelli di diossina. Poi, a seguito di accurati controlli all’impianto e ai suoi numerosi particolari tecnici, e non riscontrando alcuna anomalia tecnica, è stata autorizzata la sua riaccensione. Cosa può essere accaduto? La causa dell’anomalia nel funzionamento dell’impianto crematorio può essere riconducibile a un’insufficiente immissione di un reagente che è fatto affluire assieme ai fumi che si sviluppano. I tecnici dell’Arpa hanno verificato il regolare funzionamento delle apparecchiature e hanno assistito alle operazioni di ulteriori analisi. Alcuni cittadini hanno commentato che tutto si sarebbe verificato perché l’impianto sorgerebbe troppo vicino l’abitato della frazione. L’impianto, infatti, con le operazioni, produce la micidiale diossina, che deve essere continuamente monitorata e controllata. L’impianto è di recente costruzione ed è costato oltre due milioni di euro. Forse, in fase di progetto, non si è tenuto in debita considerazione i venti dominanti nella zona. La frazione di Muscoli, così, non avrebbe una salubrità dell’aria ottimale. La frazione si trova a est rispetto all’impianto crematorio, esposto ai fumi che provengono da ovest. Impianto che è gestito dalla ditta Ser Cim.I controlli, durante il normale funzionamento, sono continui, onde monotorare i citati inquinanti emessi e sono effettuati da laboratori specializzati. Nello specifico, a un primo sforamento dei valori, sono seguite altre analisi, che hanno fornito anche in questo caso il medesimo risultato. Di qui la decisione di fare chiudere l’impianto. Va ricordato che, in attesa, vi erano oltre una decina di salme, che sono state ospitate nelle celle frigorifere. E’ la prima volta che si attua un provvedimento di sospensione delle operazioni dell’impianto di Muscoli. Che, lo ricordiamo, serve non soltanto alla città di Cervignano, ma anche al più vasto panorama della Bassa friulana.