Cormòns: prodotto il primo vermouth agricolo regionale
1 Agosto 2016
Il nostro territorio può vantare oggi un’altra eccellenza nel campo vitivinicolo. E’ nato infatti il primo vermouth agricolo del Friuli Venezia Giulia. E’ nato nell’azienda Borgosan Daniele, cantina di Cormòns fondata nel 1990 dai fratelli Alessandra e Mauro Mauri: si chiama Santòn e nasce dalle uve e dalle erbe del territorio.Santòn nasce dal vino bianco non filtrato a fermentazione naturale di BorgosanDaniele. Sono tre le uve utilizzate: Pinot bianco, Friulano e Malvasia istriana, tutti vitigni autoctoni del territorio friulano, coltivati in regime biologico.La ricetta di Santòn, che si richiama alla scuola austro-ungarica ed è tratta da uno storico manuale viennese, utilizza 30 specie diverse tra erbe officinali e spezie aromatiche. Alla base di tutti i vermouth c’è sempre l’artemisia, pianta amara che cresce in tutte le campagne e nel Santòn ce ne sono ben tre. Ma l’assenzio che rende unico Santòn è l’Artemisia caerulescens (assenzio marino), che cresce nella laguna di Grado e nel dialetto locale si chiama Santonego – o Santonico – da cui il vermouth prende il nome. Questa varietà di assenzio ha una forte sapidità che si sposa perfettamente con la salinità della malvasia istriana (meno aromatica rispetto al resto delle altre Malvasie), rendendo il gusto di Santòn diverso da tutti gli altri.Il vino bianco non filtrato a fermentazione naturale subisce una fase di lenta ossigenazione per fissare l’aromaticità del “bouquet” di erbe e spezie per due anni. Segue l’affinamento con il ritmo delle stagioni mentre le piante sono in macerazione.”L’idea di Santòn – raccontano i fratelli Mauri – parte dalla tradizione e si spinge verso la voglia di sperimentare e di celebrare i prodotti originari del nostro territorio attraverso un grande classico tutto italiano, come il vermouth. Due anni di lavoro, di prove, di assaggi, di modifiche alla ricetta, di sperimentazioni e di nuove scoperte. Tanto ci è voluto per arrivare al Santòn di oggi.”Nata nel 1990, dal primo giorno BorgosanDaniele ha scelto di fare vino in modo diverso, senza interventi chimici invasivi in vigna, attraverso l’inerbimento dei terreni, con potature verdi e diradamenti, lunghe fermentazioni sui lieviti e imbottigliamenti senza filtrazioni.Ecco perché le etichette di BorgosanDaniele sono poche, perché l’azienda produce solo vitigni autoctoni scegliendo quelli più vocati, seguendo i ritmi e l’equilibrio della terra, sfruttando orientamento e altitudine dei propri terreni.BorgosanDaniele ha solo vigneti di proprietà: oltre 18 ettari lungo il confine con la Slovenia dove le Doc Collio e Isonzo si incontrano. La produzione è di 67 mila bottiglie, metà di queste destinate al mercato internazionale. La produzione di Santòn è limitata invece a 1600 bottiglie, al momento destinate al mercato interno ma in futuro è destinato a varcare i confini nazionali.
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