Todà: memorie condivise di Mario Vit, uomo e gesuita
6 Febbraio 2017
Lunedì 6 febbraio 2017, alle ore 18.00, presso la sala “Incontro” della Parrocchia di San Rocco a Gorizia, verrà presentato il libro, curato da Caterina Dolcher, “Todà (grazie), Memorie condivise di Mario Vit uomo e gesuita”. La presentazione a Gorizia è motivata dal servizio reso da p. Mario Vit a Gorizia per ben otto anni, a partire dal 1981, come operatore pastorale, aiuto direttore del “Centro Stella Matutina” e assistente Agesci, servizio cui è dedicato un lungo capitolo del libro con molte testimonianze di preti e laici appartenenti alla diocesi. Fulcro del suo impegno a livello diocesano è il progetto per Gorizia intitolato “Cosa potrebbe accadere se…”: Mario giudica Stella Matutina la struttura “ideale”; ritiene vada restituita alla sua funzione formativa e non più prevalentemente turistica la casa di Lorenzago di Cadore; vorrebbe che la chiesa parrocchiale valorizzasse soprattutto gli aspetti della catechesi per adulti, l’evangelizzazione e l’esperienza comunitaria fondata sulla Parola e la corresponsabilità “in adesione alle finalità per cui è stata affidata alla Compagnia”.Nel 1987 p. Rocca invia alla Comunità di Gorizia il “Memoriale del superiore regionale alla Comunità della Residenza di Gorizia” dopo la visita in loco, ringraziando il Signore e Maria, Stella Matutina, per il dono di essere ancora a Gorizia per testimoniare la riconciliazione e la pace. Per questo, egli scrive, il “progetto Gorizia”, pur essendo “cosa fragile”, è uno dei progetti che sta più a cuore alla Compagnia nell’Italia Settentrionale perché è “significativo” e certamente “uno dei più coerenti con le linee apostoliche di frontiera stimolate dal Padre Generale”. Ma la Chiesa goriziana, come afferma Andrea Bellavite, non era ancora pronta ad una prospettiva veramente europea, “a realizzare l’anima di questo rapporto fra italiani e sloveni”, perciò il Progetto Gorizia finisce e p. Mario Vit, prima di raggiungere la sua nuova destinazione, il collegio Antonianum di Padova, intraprende un nuovo viaggio in Israele, confermando la passione per l’ebraismo che caratterizzerà il suo successivo percorso. Presenteranno il libro, articolato in capitoli sulle diverse tappe della vita di p. Mario, dall’infanzia a Portogruaro fino alla morte a Trieste nel 2013, il prof. Alberto Gasparini, già ordinario di sociologia all’Università di Trieste e direttore dell’ISIG, con cui p. Vit ha collaborato a lungo, e Andrea Bellavite, scrittore e teologo, che ha proposto una lunga testimonianza sul periodo goriziano.Sarà presente l’autrice, che con passione, amore e coraggio, ha intrecciato le testimonianze di 175 amici per ricostruire sfaccettature diverse dell’intenso percorso di vita di p. Mario, della sua capacità di intessere relazioni durature, fedeli, significative, mettendo in contatto e scambio fecondo persone di varie provenienze geografiche, culturali, religiose. Ora Mario riposa nel piccolo cimitero di Calla, in quelle valli del Natisone che ha tanto amato offrendo il suo servizio fin dagli anni del post terremoto: il suo testamento spirituale è racchiuso nella frase “Che possiamo restare fedeli alla notte anche senza vedere l’aurora”, espressione di una fede sempre interrogante, che assume il dramma e l’inquietudine del silenzio di Dio. A lui va il Todà di tanti amici che tuttora gli sono grati per la sua offerta di relazioni fedeli, di dialogo e confronto, di apertura alla ricerca e alla novità della storia, di rispetto profondo per i misteriosi itinerari di ogni persona.
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