Disagi nei contributi di sostegno al reddito
13 Marzo 2017
Momento complicato per il Servizio Sociale dell’Unione Territoriale Intercomunale (UTI) “Collio – Alto Isonzo”, ente che ha preso il posto dell’Ambito Alto isontino. “I problemi – ha spiegato Ettore Romoli, presidente dell’UTI – non sono tanto legati all’Unione Territoriale, quanto all’erogazione dei contributi di sostegno al reddito e riteniamo sia indispensabile dare qualche informazione sulle difficoltà che in questo momento i nostri uffici si trovano a dover affrontare per poter erogare le quote”.
Cosa sta succedendo? I cittadini possono presentare domanda per due benefici, il MIA, di competenza regionale, e il SIA, di competenza nazionale, introdotto però soltanto dal 1 settembre 2016. I contributi ovviamente hanno requisiti diversi, sia per quanto riguarda l’ambito familiare che quello economico. “Ad un certo punto, la misura di sostegno al reddito regionale è andata ad incrociarsi con quella nazionale – ha illustrato Maura Clementi, responsabile del Servizio Sociale dell’UTI -; all’interno della normale procedura di verifica delle richieste, i requisiti di queste devono essere verificati da parte dell’INPS e le verifiche non hanno un esito immediato, inoltre – essendo il SIA di nuova introduzione, ha generato alcuni problemi di incompatibilità tra il sistema usato a livello regionale e quello nazionale, causando dei rallentamenti. Ci rendiamo conto che tutte queste dinamiche siano difficili da spiegare e da comprendere, chiediamo solo di avere un po’ di pazienza a causa di quattro problemi che in questo momento riscontriamo”.
Le quattro problematicheLa prima, la mancanza di disponibilità finanziaria trasferita dalla Regione; “siamo riusciti a portare avanti in modo regolare le erogazioni fino al 2016 – ha spiegato Clementi – ora però abbiamo delle difficoltà”. Seconda problematica la compatibilità all’interno dei due sistemi nazionale e regionale. “Terza questione – ha proseguito la responsabile del Servizio – le risposte non sempre chiare che ci arrivano dall’INPS riguardo ai requisiti e che necessitano quindi di ulteriori chiarimenti”. Ulteriore problematica, la complessità del sistema, che prevede molti passaggi, e l’incertezza dell’inizio dell’erogazione finanziaria: “in questo momento non siamo in grado, quando gli utenti ci domandano quando potranno iniziare a beneficiare del contributo, di dare loro delle risposte”.
Le cifreNel periodo dal 22 ottobre 2015 al 31 agosto 2016 sono 880 i nuclei che hanno beneficiato del MIA e di questi circa 500 hanno ottenuto tutte e 12 le mensilità previste; ci sono circa 400 nuclei in attesa di ricevere le ultime mensilità e/o di partire con le nuove. L’importo erogato nel periodo preso in esame è consistente, quasi 3 milioni di euro e il Servizio Sociale attende che, dalla Regione, arrivino grossomodo le stesse cifre del 2016; il SIA invece dovrebbe venire erogato direttamente dallo Stato ai cittadini che ne risultano beneficiari. Da sottolineare che il MIA prevede anche la firma di un Patto di Inclusione, attraverso il quale il richiedente e la famiglia si impegnano a perseguire percorsi di inclusione, mirati alla riqualificazione e al reinserimento professionale.”Quello che noi davvero auspichiamo – ha concluso Maura Clementi – è una semplificazione di tutto il procedimento, una maggior chiarezza da parte dell’INPS e, ovviamente, la disponibilità finanziaria per poter procedere. Va sottolineato che con questa misura di sostegno al reddito riusciamo ad intercettare un 20% di persone sconosciute ai servizi, locali non straniere, che – vuoi per timore o per vergogna – normalmente non si avvicinano ai nostri uffici”.
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