Ricordare coloro che hanno testimoniato con la vita l’appartenenza all’AC

Sabato sera, 29 aprile, Alberto, Silvana ed io siamo partiti per incontrare il Papa a Roma, per festeggiare i 150 anni dell’ AC. Pochi, ma buoni, dicevamo tra noi, commentando questa scarsissima partecipazione e facendoci tante domande sul perchè in pochi avessero aderito. Certo l’umore non era altissimo perchè sapevamo che là avremmo incontrato tanta gente, e forse noi ci saremmo sentiti piccoli piccoli.La notte in treno abbiamo dormito solo poche ore, un po’ per l’agitazione, un po’ per la confusione ed in perfetto orario alle 6.30 siamo arrivati a Roma. Cornetto e cappuccino al volo in stazione, e via verso la grande piazza: qui, già alle 7, c’era la fila per accedere alla piazza e superare i controlli, e qui abbiamo iniziato a vedere i volti dell’ AC: bambini, giovani, adulti e persone anziane, da ogni luogo, nord e sud.Una volta superati i controlli, siamo entrati e siamo riusciti a sederci abbastanza vicino al palco: eravamo circondati soprattutto da giovani, provenienti in gran parte dal Sud e dalle isole, cantavano a squarciagola e noi ci siamo uniti a loro. Quello che mi ha colpito di più era vedere tanti bambini, anche molto piccoli, che aspettavano pazientemente l’arrivo del Papa.Alle 10 circa è arrivato il nostro presidente con l’assistente, che, con grande entusiasmo ci hanno ricordato che eravamo lì per ricordare coloro che hanno testimoniato con la vita l’appartenenza all’AC. Un momento molto toccante della giornata è stato il racconto della storia dell’AC, ricordando alcuni testimoni importantissimi, come Vittorio Bachelet.E poi, in un tripudio di canti e bandiere, è arrivato il Papa: luminoso, pareva circondato da una luce intensa. Ha salutato la piazza in maniera gioiosa e spontanea e poi ci ha ricordato chi dobbiamo essere: dobbiamo essere a servizio della diocesi, dei vescovi e dei sacerdoti; dobbiamo vivere la nostra santità nel quotidiano; dobbiamo stare dentro la parrocchia, soprattutto in periferia; dobbiamo gettare il seme ed accogliere tutti; dobbiamo stare nella Chiesa, con l’aiuto dello Spirito Santo.Questo dobbiamo esserlo sempre, da piccoli e da grandi, sempre, anche se l’entusiasmo a volte diminuisce.Alla fine del suo intervento, io ero molto commossa, perchè il Papa mi ha ricordato cose spesso dimenticate, che invece dovrebbero essere il mio pane quotidiano.Perchè sono di AC, e ne sono sempre più convinta.E dopo tanti giovani, tanti applausi, tanti canti ed entusiasmo. E poi una visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore, sbigottiti da tanta imponenza e bellezza.Il viaggio di rientro è stato velocissimo: abbiamo chiacchierato e dormito, ma anche ci siamo detti che è stato un peccato che tante persone abbiano perso questa occasione.Adesso si continua, con un entusiasmo maggiore!Grazie ad Alberto per avere organizzato tutto.