La testimonianza di p. Marco d’Aviano
19 Maggio 2017
Sabato 13 maggio mattina le religiose della città e arcidiocesi di Gorizia, riunite al Convitto di via Vittorio Veneto, hanno meditato con don Maurizio Qualizza sul Beato padre Marco in questo “tempo di misericordia”, come l’ha definito papa Francesco in “Misericordia et misera”, il documento conclusivo del recente Giubileo straordinario. Esse hanno onorato di seguito la reliquia del beato “d’Europa” pregandolo durante la liturgia d’intercessione (con bacio della reliquia) che, negli ultimi anni, hanno celebrato già oltre cinquanta monasteri e case di suore nel Nord Est per l’iniziativa del Comitato per la canonizzazzione del Beato padre Marco D’Aviano. Particolarmente motivata questa “tappa” goriziana: qui ove il “davvero” padre Marco studiò e – diremmo – acquisì una mens europea; fra l’altro le religiose presenti a Gorizia appartengono a ben tre nazionalità – italiana, tedesca, slovena – delle quali è imbevuta la storia di una città plurietnica; e le tre lingue sono state usate nelle invocazioni rivolte a Dio durante la liturgia, che ha assunto pertanto un valore simbolico decisamente superiore a quanto a prima vista si sarebbe potuto pensare. Il Comitato Beato Marco ne è grato all’USMI dell’arcidiocesi. Senz’altro dal Paradiso si sono uniti alla preghiera non solo il Beato Marco, ma anche padre Venanzio Renier postulatore e l’arcivescovo padre Vitale Bommarco che insieme credettero tanto nel valore europeo della causa e la promossero con sollecitudine, lavorando insieme per essa anche a Gorizia.
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