15 novelli sacerdoti ordinati a Iasi
14 Luglio 2017
Questo è un articolo un po’ particolare, fatto di idee, considerazioni ed anche di cifre.Sono i giorni in cui la diocesi celebra i suoi Santi Patroni, Ermagora e Fortunato, fondatori di una comunità ecclesiale che ha avuto il suo raggio di evangelizzazione sui popoli del centro ed est europeo. Il nostro settimanale diocesano si sforza e cerca di presentare situazioni di bene che possano dare un impulso alla nostra comunità ed una carica di vita per guardare avanti. Sono rientrato dalla Moldavia romena, dove il 23 giugno, festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù, nella cattedrale di Iasi sono stati ordinati 15 nuovi sacerdoti. Di essi 5 sono Francescani Conventuali e già destinati missionari a Manchester ( Inghilterra ), Colonia (Germania ), Friburgo ( Svizzera ) e Padova.Dei 10 diocesani 2 sono destinati missionari nella diocesi di Bucarest. Ma il fatto rilevante, che riguarda la nostra diocesi, è il collegamento che esiste con la diocesi di Iasi, e che, anche quest’anno, vede ben 8 novelli sacerdoti adottati da persone della nostra diocesi. E così arriviamo alla cifra, apparentemente incredibile, di ben 150 chierici, adottati da Gorizia, e diventati sacerdoti negli ultimi anni. Centocinquanta persone o gruppi parrocchiali che hanno gioito e gioiscono per aver aiutato con la vicinanza, la preghiera e il sostegno materiale un futuro sacerdote. Ma credo che a gioire è la diocesi intera che, sull’esempio dei suoi Patroni, continua a farsi missionaria in un Paese dell’ est europeo.La domenica 25 giugno, 2 giorni dopo le Ordinazioni, ho partecipato alla Prima Messa , nella città di Moinesti, a 200 kilometri da Iasi, del sacerdote, da me adottato, Liviu Marian Focioros, che, nella sua preparazione sacerdotale, era stato, nell’anno di vita pastorale, a vivere nella missione che Iasi ha in Equador. Ebbene proprio qui a Moinesti, delle belle emozioni. Durante il pranzo che è seguito alla Liturgia, un sacerdote, che era seduto accanto a me, mi ha pregato di salutare don Ennio Tuni che il 29 giugno del 2001 era stato a Iasi per la sua ordinazione e poi aveva partecipato, nella sua parrocchia, alla Prima Messa. E dopo di lui, altri 3 chi, con 17 anni di Messa, chi con 14 e chi con 10. Ma tutti ricordavano con gratitudine l’aiuto spirituale e materiale avuto da Gorizia.Scrivo queste note per portare, se possibile, a tutta la nostra comunità diocesana, una nota di gioiosa partecipazione e di comunanza con una diocesi dell’est europeo che, in 25 anni, si è fatta davvero missionaria. Oggi ha la sua missione a Djebonoua in Costa d’Avorio, a Maikona in Kenya e a Portoviejo in Equador. Una diocesi che ha donato e sta donando altri sacerdoti a diocesi della Germania, dell’Austria e anche dell’Italia.Credo che la celebrazione della festa dei Santi Patroni, in questa luce, non sia soltanto un doveroso ricordo liturgico e storico,, ma anche una spinta per continuare ad essere missionari in ogni parte del mondo compreso l’Est europeo.Il nostro non è un vanto o una considerazione con compiacimento per il bene fatto, ma uno stimolo a vivere sempre lo spirito apostolico e missionario di Aquileia.
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