Il riconoscimento di un lavoro lungo 30 anni
28 Luglio 2017
200 studenti provenienti da tutta la regione, 40 professori qualificati, un’offerta formativa diversificata che propone una cinquantina di corsi, seminari e laboratori, viaggi culturali, una struttura didattica all’avanguardia. L’Istituto di scienze religiose di Udine ha compiuto 30 anni di attività, ma oggi “rinasce”, intitolato ai Santi Ermagora e Fortunato, nella nuova veste di riferimento unico per le tre diocesi di Gorizia, Trieste e Udine.”Inizialmente era una sezione dell’unico Istituto della Conferenza episcopale triveneta – spiega il direttore uscente, don Giovanni Del Missier – dal 2006 è diventato un istituto autonomo. Oggi, dopo 30 anni di attività legata alla diocesi di Udine, l’Istituto diventa interdiocesano”.
L’unico polo didattico di riferimento della regione, è un riconoscimento importante.
Senz’altro è il riconoscimento del lavoro fatto in trent’anni, del livello accademico assicurato ma anche di locali all’altezza della didattica multimediale con una biblioteca specializzata. Tutto questo ha concorso al riconoscimento di Udine quale polo didattico di riferimento per tutta la regione.
Guardando al futuro, qual è la sfida più grande?
Guardando al futuro più imminente questo significa che oggi si deve pensare ancora di più in ottica interdiocesana. A Udine fanno già riferimento un nutrito numero di laici da tutta la regione e i seminaristi del Seminario interdiocesano che qui completano il loro curriculum di Studi. La sfida, per noi, sarà quella di rendere presente e vivo l’Istituto anche nelle altre diocesi con iniziative analoghe a quelle che abbiamo attivato a Udine, penso al Corso biblico estivo – per fare un esempio – in corso proprio in questi giorni….
Cosa cerca un laico che si iscrive all’Istituto di scienze religiose?
Oggi c’è una grossa domanda di formazione dei laici, non una formazione solo catechistica ma che possa approfondire, con elementi di tipo culturale, il dato di fede. La realtà, molto complessa, della società attuale, pone interrogativi sempre molto esigenti, c’è la necessità di avere strumenti per interpretarla e l’istituto risponde a questo. La nostra mission fondamentale è formare gli insegnanti di religione, ma offriamo anche una preparazione solida ad operatori della catechesi, della pastorale, della liturgia e a chiunque abbia l’interesse di approfondire le tematiche inerenti la fede cristiana e le altre esperienze religiose, il confronto del cristianesimo con la cultura contemporanea, il dialogo interculturale. L’istituto è un luogo di formazione e studio non tanto per riempire la testa di contenuti quanto per trovare delle risposte da tradurre nel concreto della propria vita.
Come si porta, dunque, la teologia dai banchi alla vita?
La teologia – qui sta il grande apporto del Concilio Vaticano II – è fatta per l’essere umano e le sue esigenze, perché gli uomini e le donne abbiano una vita piena. Anche le riflessioni teoriche hanno un riflesso nella dimensione pratica, non fosse altro perché incidono nel modo di vivere la liturgia, di pregare, di pensare la propria fede… Oltre a tutte le questioni legate alla didattica, alla metodologia catechetica. Ma, più in generale, quando la teologia è studiata per l’arricchimento personale, questo si traduce in una ricaduta concreta all’interno dell’esperienza di vita di ciascuno. Non è un caso che affrontando la Bibbia in un modo nuovo molti dei nostri studenti siano entrati in crisi.
Cosa avviene di così forte da mettere “in crisi”?
Le persone vengono sollecitate a ripensare la propria fede, a crescere verso un’adesione adulta alla dimensione della fede. Chi è in ricerca esige proprio questo: non risposte scontate. L’istituto nel tempo ha assicurato questo tipo di apporto e credo continuerà a darlo.
Le iscrizioni sono aperte. C’è anche quest’anno la possibilità di seguire i corsi come uditori?
Sì, si possono scegliere singoli corsi ma anche attivare percorsi personalizzati. E naturalmente c’è il percorso integrale: ovvero il ciclo di 3+2 anni, un corso universitario a tutti gli effetti. L’offerta formativa si dispiega su tre grossi ambiti, quello della Bibbia, della Teologia morale e della Teologia dogmatica. I corsi sono molteplici (il programma è online al sito www.issrudine.it): dall’introduzione alle Sacre Scritture, allo studio dei libri del Pentateuco, ai Profeti, Sinottici e Atti…
Quali sono le materie che attraggono di più?
Sicuramente quelle che ho citato, che propongono un approccio alla Sacra Scrittura di tipo scientifico, ma c’è un grosso interesse anche per le lingue antiche – greco, ebraico e latino -, per alcuni laboratori di catechesi, di pedagogia, di teologia e arte, e per i corsi sulla storia delle religioni non cristiane, c’è molto interesse per l’ecumenismo.
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